E’ sindaco di Tortona da due mesi esatti, anche se il Palazzo lo conosceva a menadito da prima. Ma la luna di miele con i tortonesi (che lo hanno eletto a giugno con un risultato netto) rischia già di essere offuscata da una serie di emergenze che si stanno materializzando in questa strana estate, e che forse Gianluca Bardone avrebbe sperato di poter affrontare un po’ più in là, in autunno. Invece dall’inagibilità della scuola per l’infanzia Sarina al quartiere Oasi alla relazione degli ispettori del Ministero delle Finanze che nei mesi di gennaio e febbraio scorsi presero visione dello stato dei conti del Comune (con tutto ciò che essa contiene, punto per punto e rilievo per rilievo) le grane non mancano, e il sindaco di Tortona trascorrerà questo agosto se non ‘in trincea’, comunque a tempo pieno all’interno del palazzo comunale, alle prese con urgenze e programmazione. “Ma non mi pesa, mi creda: io sono qui per scelta e passione, e ci sarò a tempo pieno per cinque anni, e per tutti i tortonesi: festivi compresi”.
Sindaco Bardone, lo scorso novembre, dopo la vittoria delle primarie, lei disse ai tortonesi, in un’intervista al nostro magazine, “aiutateci ad aiutarvi”. I tortonesi l’hanno presa in parola, eleggendola sindaco. Ora davvero tocca a lei…
A noi, perché eravamo già allora, in campagna elettorale, e ancor più siamo oggi una squadra motivata e coesa. A partire dagli assessori, che sono portatori di entusiasmo, competenza vera e passione. Per arrivare allo staff, e direi a tutto il personale dell’ente, che è davvero coinvolto e a disposizione della città.
Partiamo da lì allora, e dalla notizia dei giorni scorsi: davvero dovranno essere restituite spettanze per quasi un milione di euro, indebitamente percepite dai dipendenti comunali negli anni scorsi?
Sul tema c’è stata una fuga in avanti, e forse anche qualche tentativo di creare panico ad arte. E’ una questione tecnica, che da tecnici andrà esaminata. Diciamo che c’è un’interpretazione, quella contenuta nella relazione degli ispettori del Ministero, che non è sintonia con la lettura precedente delle norme. Ci saranno nel tempo i chiarimenti e le verifiche del caso: ma non creiamo allarmismo ingiustificato. Invece, sul fronte dell’organico, posso dirle che, ad oggi, i dipendenti del Comune sono 171, di cui 6 dirigenti. Abbiamo revocato un procedimento di assunzione di altri 6 dipendenti nel 2014, che era stato varato dalla precedente amministrazione e, guardando indietro, possiamo dire che anche altre 12 assunzioni effettuate nel 2011 si sarebbero almeno in parte potute evitare: ma questa è la situazione che abbiamo ereditato. Anche 6 dirigenti a tempo indeterminato, per un ente delle nostre dimensioni forse sono troppi: ma ad alcune funzioni essenziali non si può rinunciare, e comunque i contratti di lavoro vanno rispettati, ci mancherebbe. Quel che faremo certamente è tenere la situazione rigorosamente sotto controllo, cercando di valorizzare al massimo le professionalità che abbiamo, e ‘limando’ ogni costo, ogni spreco piccolo e grande.
In effetti, sindaco Bardone, i 48 milioni di euro di passivo ‘strutturale’ (quasi tutti con la Cassa Depositi e Prestiti) del comune di Tortona, rapportati al numero di abitanti, segnalano una situazione debitoria che è almeno doppia rispetto ad un comune di dimensioni analoghe come Novi Ligure, e che in qualche modo richiama, in proporzione, quello di Alessandria…
Sono tutte situazioni diverse, che non mescolerei. Però è chiaro che se quei 48 milioni di debiti avessero come corrispettivo una città all’avanguardia, in cui fossero stati fatti in questi anni investimenti innovativi sul fronte delle infrastrutture, sarebbe un paio di maniche. Ma, al di là di qualche fontana e rotonda, sappiamo tutti che non è così, e questo è il fatto più grave. Soprattutto perché significa avere più di 5 milioni di euro di interessi e rate di ammortamento in spesa corrente. Insomma: dobbiamo fare i salti mortali per chiudere in pareggio il bilancio di previsione 2014, partendo con un bell’handicap. Ma ce la faremo, e l’analisi dettagliata del Ministero, da questo punto di vista, rappresenta per noi un importante documento di due diligence.
Il che, per i tortonesi, si traduce però in tasse comunali al massimo…per tutto il quinquennio, o ci sono speranze?
Per quest’anno sicuramente è impensabile ipotizzare riduzioni di sorta, proprio perché dobbiamo essere seri, e smetterla con ogni demagogia. Sicuramente la speranza è, già dal 2015, quella di poter migliorare la situazione sia sul fronte fiscale, che su quello dei servizi erogati.
Ma di chi è la responsabilità vera? A campagna elettorale ormai lontana, sono davvero il sindaco e la giunta precedente gli unici responsabili?
No, certo. La responsabilità della situazione odierna va spalmata nel tempo fra le diverse amministrazioni, peraltro tutte di centro destra, che hanno amministrato Tortona negli ultimi quindici anni. La giunta Berutti, peraltro, nei primi tre anni ha sostanzialmente continuato a muoversi in continuità con le scelte precedenti. Solo negli ultimi due esercizi si è cercato di cambiare verso e scelte, peraltro non sempre un maniera efficace.
Parliamo di partecipate, più croce che delizia ormai per tanti comuni. Quali le vostre scelte?
E’ una delle criticità evidenziate anche dalla relazione del Ministero delle Finanze, e mi pare di poter dire che due dei fronti essenziali sono in via di risoluzione. Per quanto riguarda Farmacom, la società è avviata verso la liquidazione: il diritto di esercizio (o titolarità) delle farmacie è stato ceduto alla società 6 Farmacia, così come la gestione delle farmacie stesse. Il tutto è ormai ufficiale dal 1 giugno. Per quanto riguarda Atm, invece (l’Azienda tortonese multiservizi, ndr), abbiamo revocato con assemblea straordinaria, lo scorso 24 luglio, la procedura di liquidazione decisa dalla giunta precedente, e intendiamo puntare su un nuovo piano industriale che consenta di gestire un ampio spettro di servizi oggi in gestione ai privati. Un progetto, mi fa piacere sottolinearlo, che vede il coinvolgimento di tutti gli altri comuni soci, 13 in tutto, con cui siamo tornati ad avere un dialogo e una visione comuni.
Altro versante, la logistica: lì avete annunciato la vostra uscita, con asta pubblica, da Rivalta Terminale Europa: perché, e cosa significa?
In realtà parliamo di una partecipazione pari allo 0,39% delle quote: niente, soprattutto dal momento in cui la giunta Berutti, nel 2012, decise di cedere la partecipazione in Interporto Rivalta Scrivia. In RTE oggi abbiamo 103.450 azioni, del valore nominale di un euro: il che significa che incasseremo 103 mila euro che potremo utilizzare sul fronte investimenti, e in questo momento sono preziosi. Tuttavia vorrei che fosse chiaro che il Comune di Tortona continuerà a fare appieno la propria parte perché la vocazione logistica del nostro territorio cresca, e si consolidi. Facendo sempre più del tortonese il retroporto naturale di Genova, secondo un percorso imboccato ormai decine di anni fa.
Questo, concretamente, significherà anche adeguata manutenzione delle strade, e delle luci pubbliche? Chi lavora da quelle parti sa che certi tratti sono al limite dello scandalo: la terribile strada Carezzare ad esempio, al confine con il comune di Alessandria, è un sentiero da far west più che una strada da ventunesimo secolo…
Lì purtroppo c’è un problema legato ad un transito costante e illegale di mezzi pesanti, su cui siamo intervenuti con apposita ordinanza. Ora si tratterà di farlo rispettare, ed è questione complicata, che potrebbe avere anche risvolti giudiziari. Invece sull’altro versante, quello della strada tra Interporto e statale Novi Mortara, è necessario lavorare sull’intersezione, per ragioni di viabilità e sicurezza.
Sindaco Bardone, parliamo anche di cultura, e di teatro in particolare: che ne sarà del ‘cadavere’ del DellePiane, dietro la stazione ferroviaria, e quali progetti avete per il Teatro Civico?
Per il Dellepiane l’unica soluzione realistica, come abbiamo sempre sostenuto, è puntare su una gara ampia, a livello europeo, nella speranza di individuare un soggetto qualificato che si faccia avanti candidandosi ad una gestione della struttura, possibilmente sempre in ambito culturale. Siamo naturalmente aperti a valutare ogni soluzione, in merito alla proprietà dell’immobile: sicuramente il Dellepiane non può e non deve rimanere come è oggi, anche perché siamo già nella fase del mantenimento oneroso: necessita di costante manutenzione, ed è un costo. Il Civico, invece, sarà sempre più il fulcro della nostra politica culturale e teatrale, e fra due stagioni, nel 2016, scaduto il contratto con l’attuale gestore (Fama Fantasma, ndr) tornerà ad essere un ufficio del Comune a tutti gli effetti.
Nelle ultime settimane vi è toccata anche la ‘tegola’ dell’inagibilità della scuola per l’infanzia Sarina. Lì che farete?
Ci siamo già organizzati per garantire la regolarità dell’anno scolastico, con trasferimento dei circa 170 bambini iscritti alla scuola primaria Rodari. Quella era la priorità assoluta: ora si tratta di valutare se l’immobile è recuperabile, e a quali costi, o se invece non convenga addirittura demolirlo, che è al momento una delle ipotesi sul tappeto. Certo, trattandosi di un’opera che ha solo una trentina d’anni, questo imporrà anche una riflessione sull’edilizia pubblica, ossia quali regole, e quali responsabilità.
Politiche sociali: un settore che, per ragioni che tutti conosciamo bene, non potrà che far fronte ad esigenze ed emergenze crescenti: a che punto è la messa a punto della Cittadella della Solidarietà, di fronte alla stazione Fs?
Assolutamente avanzato, direi di prossima apertura. Grazie all’investimento della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, che ha acquistato e ristrutturato l’immobile, a breve lì si insedieranno casa di accoglienza e dormitorio, nell’ottica appunto di rispondere in maniera efficace a bisogni di assistenza primaria che coinvolgono, purtroppo, una fascia crescente di popolazione.
E l’ospedale cittadino, che fa parte dei presidi ospedalieri della Asl provinciale? Molti a Tortona hanno l’impressione che, in questi anni, il processo di integrazione ‘a rete’ con Novi sia stato gestito in maniera un po’ squilibrata: è davvero così?
Purtroppo non è solo una sensazione, sono fatti. Nel senso che le specialità che fanno capo a Novi sono state in effetti realizzate e potenziate, ma lo stesso non è avvenuto per i reparti che dovrebbero vedere il nostro ospedale come punto di riferimento. Comunque le polemiche non servono: ho chiesto un incontro con il nuovo assessore regionale alla Sanità, Saitta, e spero di poter fare presto con lui concretamente il punto della situazione.
Sindaco Bardone, poiché non si vive di sole emergenze, chiudiamo con un progetto bello e positivo che sarà realizzato nella prima metà del suo mandato, ossia da qui a fine 2016. Esiste?
Spero di realizzarne più di uno, francamente. Ma sì, uno in particolare che ci sta molto a cuore c’è, ed è il nuovo centro di servizi integrati che apriremo presso lo Chalet Castello: non un semplice Servizio Giovani, attenzione. Piuttosto un centro per coworking, riunioni, dibattiti, attività di micro business. Ci saranno anche bar e piccola ristorazione, e sarà uno spazio gestito dalle associazioni, del territorio e non. Speriamo possa essere un punto di riferimento in particolare per i ragazzi e le ragazze, ma non solo per loro.
Ettore Grassano