Tenuta La Marchesa: “il vino è profumo, e storia del territorio”

Giulini La Marchesa 1“Il vino è profumo, si assapora prima di tutto col naso. E deve sapere raccontare la storia del suo territorio”. Vittorio Giulini queste parole le pronuncia dal punto più alto della splendida tenuta La Marchesa, sulle colline tra Novi Ligure e Gavi, mostrando l’orizzonte dei vigneti (58 ettari, su 76 complessivi della proprietà): e racconta con passione e competenza tecnica  il percorso che ha portato la sua famiglia (industriali milanesi del comparto tessile e moda da diverse generazioni) a dedicarsi con passione alla produzione del Gavi docg (premiato quest’anno col Marengo d’Oro), ma anche di vini rossi ‘ambiziosi’, senza mai rinunciare all’innovazione, “che è essenziale, in vigna come in cantina”.

Dottor Giulini, come e quando nasce il suo rapporto con il mondo del vino?
E’ una passione nata da ragazzo, e l’agricoltura è così: devi sentirtela dentro per dedicartici. Richiede un enorme impegno, con tante variabili e incertezze: ma ti dà anche soddisfazioni che sfido chiunque a trovare dinanzi ad un pc, facendo operazioni finanziarie. La mia famiglia possedeva già la tenuta di Pietra Porzia, a Frascati, acquistata da mio nonno. E lì mi sono per così dire ‘fatto le ossa’, studiando anche la ‘sostanza’ vino, all’università.

E La Marchesa, con la sua storia plurisecolare?
La Marchesa la acquistammo verso la fine degli anni Settanta: ci siamo innamoratiLa Marchesa panorama di queste colline, e della storia della Tenuta: ben presto siamo riusciti a riunificate l’intera proprietà, così com’era nel Settecento, ai tempi dei Marchesi Sauli, banchieri genovesi. L’edificio originario, che risale al Seicento, era quello che oggi ospita il nostro agriturismo: meta di una clientela turistica ma sempre di più anche business, durante la settimana. Mentre la villa padronale, La Marchesa appunto (così come la limonaia, la casa colonica e la cappella) è stata edificata a metà del Settecento, in occasione di un matrimonio , ed è oggi monumento nazionale.

Lei ha dato all’azienda vitivinicola un’impronta sul modello dei ‘chateaux del Bordeaux’ in Francia..
La filosofia è la stessa, fondata sulla qualità dei giardini (dell’acqua con il nostro laghetto,  della frutta e delle erbe aromatiche, del giardino all’italiana, del vigneto giardino), dell’architettura, dell’accoglienza a 360 gradi, che ti consente una fruizione del paesaggio, della natura, della storia e della cultura del territorio,e ovviamente dei vini prodotti.

La MarchesaQual è il segreto per produrre un vino che piaccia davvero?
Il vino non è più proteine e alimentazione, come per i nostri vecchi. Oggi il vino è piacere di vita, a partire dal suo profumo, dall’aroma. Dico spesso che ormai si beve prima di tutto col naso, ed è davvero così. Per questo, insieme al nostro enologo Tiziano Pelanda, che è il direttore e la vera ‘anima’ della Marchesa, lavoriamo da sempre su questo aspetto.
I nostri vigneti, in posizione straordinaria sul crinale alto della collina ( lavorati in modo da ottenere uve con potere antiossidante già molto più alto del solito) uniti alla cantina dotata delle più moderne tecnologie ci consentono di ottenere vini con solfiti inferiori alla metà di quanto previsto dalla legge(niente mal di testa!!) e profumi al massimo livello esprimibile avendo, fra l’altro, bandito da sempre il legno in cantina..il vino deve avere il profumo del vitigno e della terra..non della barrique!!

Quanto bottiglie producete all’anno?
Circa 350 mila, e le vendiamo tutte. Almeno il 50% all’estero: Stati Uniti, Germania,La Marchesa Gavi et Oro Belgio, Inghilterra, Giappone. Abbiamo anche un ottimo rapporto con alcuni marchi della grande distribuzione (Esselunga e Bennet in Italia, e una catena di enoteche in Germania): sono un canale perfetto per commercializzare il nostro ‘cru’, nella fascia dai 5 ai 10 euro di prezzo a bottiglia.

Il vostro Gavi Etichetta Oro ha vinto il Premio Marengo, ma è solo la punta di diamante di un’offerta ampia….
Assolutamente: il Gavi è un vino straordinariamente moderno, per profumo e sapore fruttato. E se solo si evitassero le assurde sovrapposizioni di marchi diversi per un prodotto assolutamente simile per terreni, lavorazione e qualità, il suo successo credo sarebbe ancora più grande. Ma a noi piace innovare, e sperimentare: per cui, oltre ad ottimi Spumanti Brut e Rosè, abbiamo 12 ettari di vitigni di Barbera, Merlot e Albarossa per la produzione del Monferrato doc, e anche un ettaro di Pelaverga: da cui si ricava un vino dai sentori fruttati, e dalle ampie e intense note di pepe nero.

E. G.