Ma che bella pensata! Un povero spacciatore, magari anche quella bella signora bionda che non sapeva che fosse un reato trasportare nel trolley da viaggio 24 chiletti di cocaina pura, lei che ci aveva messo la faccia (così è di moda dire) e forse anche qualcosa in più di meno scoperto, all’epoca in cui aveva conquistato il titolo di “dama bianca”, quando aveva fatto parte della delegazione ufficiale del nostro governo all’incontro del G-8 a Toronto (gli otto grandi paesi che più contano nel mondo), ebbene questo povero ipotetico spacciatore verrà quanto prima sbattuto fuori dalle patrie galere per il sovraffollamento delle nostre carceri. Una tragedia per lui!
Poveretto, cosa potrà fare per sopravvivere, salvarsi dalle tasse, nel senso di schivarle, non certo pagarle (quello compete a noi), se non riprendere l’attività di spaccio al più presto possibile? Cercherà di farsi furbo, proverà a corrompere qualche poliziotto, ma alla fine, anche perché qualche sniffata a titolo personale dovrà pur concedersela, forse un giorno in cui la sua mente non sarà al massimo della vigilanza, rischierà la ricaduta e dovrà purtroppo probabilmente essere nuovamente arrestato e rinviato al carcere.
E, sì, perché le nostre carceri non ce la fanno proprio più a reggere il ritmo, ce lo rimprovera anche la Commissione europea, ce lo ricorda da sempre Pannella con i suoi digiuni patetici ed adesso anche il Presidente Napolitano.
A nessuno viene in mente di chiamare a rapporto tutti quei ministri della giustizia che nel tempo hanno ignorato il problema, credendo (o facendo finta di credere) di vivere in un paese legale dove la gente lavorava e non rubava, non falsificava contratti e bilanci, gente che si associava per produrre e non solo per delinquere. Ma dove stava tutta questa gente, che mentre parlava di ammodernamento delle carceri e di radicali riforme del sistema carcerario, chiudeva penitenziari storici abbandonati al degrado da decenni, ne progettava di nuovi abbandonandoli però a metà realizzazione (forse le tangenti previste erano però già state tutte per tempo incassate)?
Poi la conseguenza ovvia è che bisogna sfoltire gli ospiti e, non potendo cominciare dai grossi delinquenti, che se non hanno già beneficiato di qualche indulto o riduzione di pena per buona (?) condotta, hanno guadagnato nel decorso degli anni qualche diritto alla prescrizione dei termini ovvero precedenti doverose depenalizzazioni di reato (ved. ad esempio quello del falso in bilancio o truffa o bancarotta fraudolenta), ebbene sfoltiamo i medio-piccoli delinquenti e a questo punto almeno che venga depenalizzato per primo il reato di spaccio delle droghe, rivedendo il concetto di quantità modica, di leggerezza o meno delle conseguenze di questi consumi di stupefacenti. Cosa volete che siano un paio di spinelli di hascish o marijuana, o anche al limite una singola sniffata di coca alla settimana, purchè – beninteso – che sia ben tagliata e non mescolata ad altre porcherie sintetiche, che adesso vanno di moda ma che avrebbero fatto inorridire certi gloriosi storici consumatori di altri tempi!
Li abbiamo conosciuti in televisione questi grandi cocainomani, li abbiamo giustificati e capiti, abbiamo anche sofferto con loro per le dolorose perdite che hanno dovuto patire, ma allora erano una elite, una minoranza un po’ snob, costretta a vivere ruoli che forse anche noi – al posto loro – non avremmo saputo reggere per tanto tempo.
Ma adesso la piaga si è estesa al di là di ogni ragionevole limite. E’ di pochi giorni fa la notizia dell’arresto di ben 48 giovani della cosiddetta Napoli-bene, implicati in traffici di droga, loro che da semplici consumatori più o meno occasionali hanno dovuto poi allargarsi un poco per sostenere i costi.
Vorreste mica metterli in prigione, poveretti! La loro mamma ne piangerebbe e forse ne morirebbe dal dispiacere. Fuori subito quindi, agli arresti domiciliari, ma intendiamoci in ambienti adeguati alla loro posizione, mica in locali in promiscuità con extra-comunitari dal sudore pesante e magari anche dalle abitudini sessuali discutibili!
Io a volte mi chiedo: ma perché se vogliamo sfoltire le carceri non riapriamo le caserme, un tempo luoghi vigilati e protetti, che anche noi cittadini onesti a suo tempo abbiamo frequentato e conosciuto, luoghi dove la sveglia la mattina suonava alle sei (e d’estate anche alle cinque, – quella delle caserme degli alpini – per fare solo un esempio) ed alla sera la tromba del silenzio risuonava alle dieci e, dieci minuti dopo, tutti a nanna, perché la giornata dopo sarebbe stata dura per tutti, ma proprio per tutti.
Cosa fargli fare a quei giovani-bene di Napoli ed a tutti i viziati che conosciamo che hanno iniziato il percorso della droga per noia di vivere? Sappiamo tutti benissimo quali sono le priorità di intervento. Sappiamo tutti quali sono i lavori che nel nostro paese non sono mai mancati, nonostante si ripeta tutti i giorni che manca il lavoro. Qui da noi quelli che lo sanno di sicuro sono i sindaci che dopo aver magari riempito di belle rose profumate le aiuole non sanno più a chi darle in manutenzione, o i forestali che non sanno più come liberare il nostro patrimonio boschivo dai rovi e dalla sporcizia.
Ma credo che il nostro paese non sia all’altezza di fare progetti del genere. Si preferisce credere che uno che viene rimesso in libertà dal carcere vada a cercare subito un lavoro onesto e regolare, ignorando il fatto che nella migliore delle ipotesi rimarrà tutto il giorno intanato in un bar in attesa di ingaggio da parte di altri malavitosi.
La nostra ipocrisia non ha limite quando poi siamo obbligati a leggere di stragi di famigliari o semplici vicini di casa o viaggiatori inconsapevoli, massacrati barbaramente da gente in preda ai fumi della droga.
Vogliamo ignorare il significato originale del termine assassini? Era una setta che in medio oriente era abitualmente dedita alla violenza ad all’omicidio ed una delle loro caratteristiche era quella di consumare abitualmente hascish? (hascish – assassino).
Cadiamo dalle nuvole quando vicino a noi famiglie normali allevano ragazzi che al culmine della loro deviazione mentale, causata dall’assunzione di droghe, ammazzano con decine e decine di coltellate un fratellino incolpevole ed una madre che forse ha avuto l’unica colpa di aver dato troppo.
Ci domandiamo perché succedono non dico ogni giorno ma con sempre maggior frequenza fatti orribili di questo genere, come quel “bravo ragazzo” che ha ammazzato in modo barbaro la zia ed i suoi due nonni che tanto amava.
Quando intervistano i loro conoscenti, tutti usano le stesse parole di convenienza: “era un ragazzo dal carattere solare”, generoso con tutti. Sì, era già stato fermato per una piccola questione di droga, ma insomma, una cosa da poco.
Chissà se non fosse stato “solare” di carattere, ma solo leggermente ombroso e fosse entrato ed uscito più volte dalle patrie galere, cosa sarebbe stato capace di fare!
Tutti ipocriti, quelli del paese dell’assassino, i vicini, gli amici, i compagni di scuola, i giornalisti che vanno a fare quelle schifose interviste, i governanti che si risciacquano la coscienza, votando la cancellazione dei reati.
Mi scappa di fare una battuta irriguardosa: se si liberano troppi posti nella nostre carceri, si darà il caso che qualche pensionato che non ce la fa o qualche onesto lavoratore senza lavoro e senza pensione, per sbarcare il lunario e passare l’inverno senza stare al freddo ed alla fame non trovi di meglio di cercare di delinquere in modo da farsi ricoverare per un po’ a San Michele. Scusate se esagero, ma ogni esagerazione ha la sua motivazione.
Luigi Timo – Castelceriolo