Renzi grande stratega? Sembrerebbe di sì!

Caro Ettore,

vedo che molti si cimentano dopo le elezioni europee in varie disamine sull’esito del voto e sulle strategie e capacità di Renzi. Non resisto alla tentazione e ne offro una anch’io rifacendomi ad alcune considerazioni che verbalmente avevo espresso a conoscenti in tempi non sospetti, come si usa dire.

Per prima cosa occorre descrivere un importante elemento proprio relativo al ruolo che spetta all’Italia il prossimo 1° luglio quando assumerà la Presidenza del Consiglio Europeo. Ruolo che spetta al Capo di Governo Italiano.

Si tratta di un ruolo importante che determina la linea progettuale europea. Giacché ormai gli Stati dell’U.E. sono 28 il turnover della carica si è reso troppo lungo, la regola è stata modificata nel senso che per 18 mesi (tre semestri di diversa presidenza) le due presidenze che seguono la prima dovranno continuare l’impostazione da quest’ultima stabilita. Indovina a chi spetta il primo semestre? All’Italia! Quale migliore occasione per il nostro giovane e rampante Renzi! Arrivare in Europa, dettarne le strategie ai due presidenti suoi successori nell’incarico, quando mai poteva avere una simile opportunità: tra 14 anni!

Esisteva però un intoppo: il Presidente del Consiglio Italiano in carica era Letta. E allora? Alla prima occasione si sbatte fuori e si occupa il suo posto in tempo utile. Detto, meglio pensato, e fatto.

Questo il primo atto, veniamo ai successivi. Renzi il decisionista.   L’economia langue, sono nove anni che non si rinnovano i contratti ai pubblici dipendenti e ci sono le elezioni europee che rappresentano un test decisivo: o le superi oppure l’ala sinistra (ex sinistra) del partito ti stritola e non aspetta altro.

Colpo di genio: gli 80 €.
Vediamo cosa rappresentano. Una restituzione d’imposta a chi ha un reddito da lavoro dipendente pubblico o privato che sia. Lasciamo momentaneamente perdere l’iniquità intrinseca del provvedimento, ne potremo parlare a parte, e vediamone l’effetto.

Normalmente gli aumenti di stipendio ai lavoratori dipendenti sono frutto di contrattazione sindacati datori di lavoro, costano sacrifici se supportati da scioperi e spesso sono diluiti nei tempi del rinnovo contrattuale.

Questi no! Subito in busta paga, neanche pochini, senza l’intervento di nessun sindacato, senza scioperi e neppure in “comode rate”. Che bello!

Chi ci guadagna? I dipendenti, si trovano l’aumento, i datori di lavoro privati (in nessuna trasmissione e commento si evidenzia per pochezza dei vari commentatori) che si trovano un CCNL economico rinnovato ai propri dipendenti senza che costi loro un centesimo come normalmente capita nei rinnovi contrattuali (sono tasse restituite) e senza che sia merito dei sindacati, totalmente snobbati da Renzi, il che non guasta così si ridensionano. Urca che botta!  Un colpo da maestro: i classici due piccioni con una fava! E i voti piovono da una parte e dall’altra.

Renzi arriva in Europa come l’unico Premier che ha salvato un Paese dal pericolo euroscettico, portando al Parlamento uno stuolo di deputati moderati.
Quale migliore biglietto da visita proprio in previsione del prossimo semestre di Presidenza! Tutti gli altri Premier (Merkel compresa) e l’Occidente intero penseranno: questo si che se ne intende. Era quello che ci voleva! Ora una bella larga intesa tra PPE e PSE e il pericolo è scampato.

Mauro Traverso – Alessandria