Già al telefono capisci che Fabio Bianchi è una persona ‘sprint’, esuberante e piena di entusiasmo. Incontrandolo per una chiacchierata, negli uffici dell’Ascom di Alessandria (da qualche settimana è presidente dei Giovani Imprenditori dell’Associazione Commercianti) l’impressione si rafforza: titolare da alcuni anni di una affermata parafarmacia a Spinetta, Fabio Bianchi si racconta volentieri: e anche se ci tiene a concentrarsi soprattutto sulle opportunità e il futuro della categoria (“il commerciante è davvero il mestiere più bello del mondo, naturalmente se si riesce a rimanere in sintonia coi tempi, e non inseguendo il passato”), la sua storia personale rappresenta sicuramente un’esperienza importante per tanti altri giovani imprenditori che, senza stare a piangersi addosso per il periodo certamente non felice del Paese e del nostro territorio, hanno comunque voglia di provarci, e lo fanno mettendo in campo entusiasmo, ma anche competenze e ludicidità nell’analizzare il mercato.
Presidente Bianchi, com’è partita la sua nuova avventura in Ascom?
Per ora bene: non ho ancora fatto nulla! Scherzi a parte, con lo staff dell’associazione, anch’esso in gran parte giovane, stiamo mettendo in cantiere parecchi progetti, naturalmente nel solco di quanto già era stato avviato, ma anche con l’ambizione di innovare, e proporre ai giovani commercianti (‘etichetta’ che, da quest’anno, comprende tutti gli iscritti e le iscritte tra i 18 e i 42 anni, ndr), ma anche a chi vorrebbe diventarlo, una serie di supporti, non solo amministrativi e burocratici (che pure sono indispensabili), ma di analisi del mercato, e anche effettivi vantaggi sul fronte del credito, come di altri servizi.
Facciamo però prima un passo indietro: spieghiamo a tutti chi è Fabio Bianchi….
Sono un commerciante, da tre generazioni. Dagli alimentari all’abbigliamento, in famiglia l’attitudine al commercio c’è sempre stata, e questo, se non è fondamentale, è comunque importante, non lo nego. Io mi sono laureato in farmacia, a Pavia, e ho conseguito il dottorato di ricerca in tecnologia farmaceutica. Dopo qualche anno di esperienza come dipendente, proprio qui ad Alessandria, ho deciso di mettermi in proprio. Anche perché nel frattempo la normativa sulle liberalizzazioni ha consentito l’apertura di parafarmacie, senza vincoli particolari, se non naturalmente la presenza costante all’interno di un farmacista. E dal 2008 ci diamo dentro, a Spinetta.
Quante persone lavorano con lei?
Siamo una piccola realtà, che dà lavoro, oltre che al sottoscritto, ad altre 5 persone. E puntiamo moltissimo sulla consulenza personalizzata al cliente, e anche su una politica di sconti e promozioni su prodotti particolari: di fatto prendendo atto che quella strada, a cui la grande distribuzione ha abituato i consumatori, non può più essere ignorata neanche dal commerciante tradizionale, dal singolo negozio.
Proprio in queste settimane, però, fonti anche autorevoli hanno suonato un po’ le ‘campane a morto’ per la grande distribuzione. Sarà davvero così?
Ci andrei cauto. Credo che il modello distributivo commerciale non potrà che seguire due direttrici: da un lato i grandi centri commerciali, pur con tutti gli ‘aggiustamenti’ che i tempi impongono, e dall’altro le ‘boutique’ specializzate, ossia negozi a gestione famigliare, capaci di offrire davvero alla clientela un’offerta iper specializzata, e naturalmente servizi di alto livello. Al giusto prezzo.
Chi sono i giovani imprenditori (e imprenditrici, naturalmente) che fanno capo all’Ascom?
Difficile tracciare un identikit unitario, perché siamo davvero ‘trasversali’, ossia c’è assolutamente di tutto, come è giusto che sia per una grande organizzazione che ha l’ambizione di rappresentare l’intero settore del commercio. Ci sono persone che, come me, arrivano da una tradizione di commercio in famiglia, ma anche altre che partono assolutamente da zero, sul fronte dell’esperienza, e hanno necessità di un supporto a 360 gradi. Perché, oggi più che mai, il commercio opportunità ne offre, ma a condizione di saper analizzare il contesto, e capire cosa, come e dove ha senso vendere. E poi naturalmente c’è la necessità, da parte del giovane commerciante, di una struttura che, come Ascom, lo affianchi in tutto il percorso: compresa l’individuazione di opportunità, in termini di finanziamenti agevolati da parte del sistema del credito, ma anche di contributi per progetti specifici che sono contenuti all’interno di bandi regionali, nazionali ed europei. Un singolo, per quanto magari anche assai preparato, e in grado di utilizzare perfettamente le nuove tecnologie web che ormai sono indispensabili in tutti i settori, non è detto che riesca sempre, da solo, ad individuare le migliori opportunità. Anzi, non è quasi mai così: e soprattutto, quando uno ha un’idea che gli piace e che magari reputa vincente, è assolutamente indispensabile che, prima di ‘buttarsi’ ed investire denaro, si confronti con osservatori esterni, e competenti, in grado di cogliere potenzialità, ma anche limiti, di un progetto commerciale.
L’esperienza dei Business Happy Hour come sta andando?
Sta suscitando grande entusiasmo e partecipazione, e i prossimi appuntamenti sono per giovedì 22 e giovedì 29 maggio, a partire dalle 19,30. Ci incontriamo qui, in Ascom, e sono appuntamenti assolutamente gratuiti, aperti sia ai giovani già iscritti all’associazione, sia ad aspiranti commercianti che stanno valutando l’opportunità di partire con una loro attività. La cosa più bella è constatare che partecipano figure anche molto diverse tra loro, rappresentative di una società come la nostra, in rapida evoluzione. Per cui ci sono gli studenti universitari, o i neo laureati, interessati a capire se e come un loro progetto imprenditoriale può vedere la luce, se ci sono le condizioni di mercato, e insomma come si fa. Ma anche figure di altro tipo: ragazzi e ragazze neo diplomate, e anche stranieri con buone idee commerciali. E con loro affrontiamo ogni volta temi assolutamente essenziali, oggi, per chi vuole fare questo mestiere: come si fa un business plan, e come si valuta se ha senso o meno aprire un certo negozio in una certa via, o città. Ma anche i tempi e le pratiche della burocrazia, e la questione delicatissima del credito, dei rapporti con le banche, della finanza agevolata. E ancora: come si fa il controllo di gestione di una attività piccola, e nuova. E poi, naturalmente, il web e tutte le sue implicazioni. Da come utilizzare i social network per promuoversi a costo zero, o ridottissimo, fino alle potenzialità dell’e-commerce, spesso non come canale esclusivo, ma complementare al negozio tradizionale.
Insomma, il commercio ‘cambia pelle’, come è naturale che sia, ma è tutt’altro che morto…
Ma certo, questo è un concetto essenziale: il nostro mestiere è in costante evoluzione, e genera una ‘selezione’ continua, non c’è dubbio. Per i giovani rappresenta però, e forse oggi addirittura più di ieri, un’opportunità straordinaria di crescita, e di libertà. Insisto però sul concetto di professionalità: l’entusiasmo è fondamentale, ma non basta avere una ‘bella idea’, per riuscire a trasformarla in un’attività commerciale solida, e profittevole. Per questo, anche considerato che un investimento personale o famigliare, magari non ingente, per avviare un’attività è sempre necessario, consiglio sempre a tutti i giovani di confrontarsi con chi ha più esperienza, e di sottoporre il proprio progetto, prima di partire, ad un ‘occhio’ esterno ed imparziale. In quel modo si possono evitare davvero tanti errori banali: e partire con il piede giusto è davvero fondamentale!
Ettore Grassano