Il giochino della torre

Patrucco Giancarlodi Giancarlo Patrucco
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Lo ricorderete senz’altro. Il giochino della torre era piuttosto in voga qualche anno fa e compariva spesso nelle trasmissioni televisive, soprattutto quelle calcistiche. Allora, diceva il presentatore, mettiamo su una torre tre campioni: Maradona, Baggio e Buffon. Chi vorreste avere nella vostra squadra del cuore? E chi vorreste invece buttare?
Discussioni infinite, a cui si associavano pareri di telespettatori, pubblico, appassionati. Viscardi ci faceva un pezzo dei suoi Processi del Lunedì, ma neanche il più moderato Vespa rinunciava ogni tanto a tirare su una torre e metterci sopra qualche politico. In entrambi i casi c’era solo l’imbarazzo della scelta, però alla fine uno doveva comunque rimanere.

Poi, col tempo e con l’invasione di tutte le moderne carabattole tecnologiche, il giochino della torre ha perso molto del suo appeal, soppiantato da sistemi più brutali e più diretti. Metti in rete, su un social network, un personaggio, un fatto, un comportamento e ci pensa la rete a decretarne l’esito. In questo modo, il giochino si è un po’ imbastardito perché è vero che potresti ricevere migliaia di post  ferocissimi, di condanna, ma è altrettanto vero che quelle migliaia di post, come che siano, ti danno popolarità.
Ti hanno buttato giù? Va bene, però con quell’interesse intorno puoi spuntare qualche comparsata, qualche invito, qualche serata, persino qualche contratto di pubblicità.

Qui vorrei tornare, per un momento, al giochino classico. C’è una torre, ciTorre sono dei personaggi sopra. Chi finirà giù? Per metterci un tantino più di pepe, propongo una variante: tra quei personaggi metterei voi (noi), intesi non come persone fisiche bensì come rappresentanti di un ceto sociale, di una classe d’età anagrafica, di una popolazione nazionale o locale. Di un segmento sociale contrapposto ad altri segmenti sociali, insomma.
Vogliamo provare? Non so quanto ci divertiremo, ma so che a questo gioco partecipano un po’ tutti di questi tempi. In Italia, poi, è diventato una specie di sport nazionale.

Prendete i nostri leader politici. Vi fidate di Renzi, Grillo, Berlusconi, Vendola, Salvini, Monti e compagnia bella? I sondaggi danno percentuali varie: Renzi in questo momento è molto su, Grillo è ben posizionato, Berlusconi arranca. L’esito sembra scontato, ma si trascura spesso un particolare: più o meno metà del corpo elettorale non sceglie, dichiara piuttosto la sua propensione ad astenersi o la sua incertezza nella partecipazione al voto. Il che, tradotto dal sondaggese, vuol dire che circa metà elettorato non si fida né di questo, né di quello, né di quell’altro.
Metà del corpo elettorale, mica bruscolini. Si tratta, più o meno, di 25 milioni di aventi diritto. Il più grande aggregato a-politico o anti-politico della nazione. Per loro, la torre deve restare deserta, anzi forse butterebbero giù pure quella.

Proseguiamo. Mettete sulla torre l’Europa, l’Italia e il vostro campanile. Qui la scelta si fa veramente difficile e cominciano le questioni serie. Sembra che i Veneti e i Sardi abbiano già deciso. Al vento le bandiere col leone di San Marco e i 4 mori, giù l’Italia turrita e le stelle d’Europa. Può anche darsi che in questo sentiero si infilino altre Regioni. Qualcuna già srotola vecchie, dimenticate bandiere. La Repubblica Romana, il ducato di Montefeltro, Il Granducato di Toscana, le Repubbliche Marinare, ognuna con la propria moneta, la propria milizia, i confini e la frontiera.
Sembra facile, ma sembra solo. Quante guerre di campanile scoppieranno al momento delle divisioni-secessioni? Faremo come in India, quando i Musulmani diedero vita a un vero e proprio esodo sanguinoso? Ci saranno Veneti dissenzienti che emigreranno in Lombardia e Sardi renitenti che si imbarcheranno per la Corsica? Come la metteremo noi Sabaudi? Riesumeremo il Regno Sardo, senza Sardegna?

Andiamo avanti.
Mettete sulla torre un rappresentante per ogni segmento sociale: un pensionato, una partita IVA, un dipendente pubblico, un dipendente privato, un giovane senza lavoro. Ve l’immaginate il parapiglia che può accadere? Il pensionato si difenderà a bastonate, sostenendo che dopo una vita di lavoro quella misera pensione che prende se l’è sudata. Le partite IVA se la prenderanno con i lavoratori dipendenti. Questi si metteranno le dita negl’occhi tra loro e nel frattempo prenderanno a calci chiunque si avvicina. Il giovane senza lavoro si sgolerà nell’accusare tutti: ci avete rubato il futuro e siete ancora qua sopra a blaterare.
Voi (noi), attoniti di sotto a guardare, perché in famiglia abbiamo esemplari di tutte le categorie e non sappiamo più cosa fare.

Già, non sappiamo più cosa fare perché quel che avviene sopra è lo specchio di quello che si agita sotto. Un’Italia intera, ribollente, magmatica, divisa per gruppi, per famiglie, per appartenenze quasi tribali. Un’Italia che urla, che mostra i pugni, che quando si confronta finisce per scontrarsi, per azzuffarsi, per prendersi per i capelli, per gridare slogan.
Davvero pensate che, andando avanti così, ne usciremo? Davvero pensate che qualcuno si salverà dalla torre? Oh, sì, qualcuno ce la farà perché riuscirà a sottrarsi. Mentre voi (noi) ci s’impegna nel giochino, c’è gente che la sua torre l’ha già costruita, ammucchiando  i soldi  più o meno lecitamente guadagnati. Da quell’altezza, guarda ciò avviene sotto e se ne compiace. Per gente così, anarchia e tirannia sono sinonimi e l’unica Internazionale che conoscono è quella dei resort e dei grand hotel a 5 stelle.
Un posto al sole, ben munito, mentre fuori voi (noi) ci si sbrana.