80 euro di carità [Controvento]

80 eurodi Ettore Grassano

Sarà pure la mossa ‘del cavallo’, con cui Renzi ‘recupererà’ in qualche settimana (in puro stile Berlusconi) le fasce sociali più deboli, e quel consenso elettorale che sondaggi riservati darebbero oggi non così straordinario, per il premier e per il Pd. Ma davvero in queste settimane non se ne può più, e ovunque ti giri sui giornali cartacei, in tv, in rete non si parla d’altro che dei famosi 80 euro al mese in più in tasca agli italiani. Che poi a guardar bene sarebbe ad una minoranza della minoranza, ossia i lavoratori dipendenti. E poi anche lì non saranno proprio 80 euro per tutti, e comunque con esclusione tra l’altro dei poveri veri e delle partite iva, a cui però si penserà in seguito.

Il punto vero è che i nostri politici quando arrivano al potere (da Berlusconi a Renzi, appunto) mostrano di continuare a pensare agli italiani come ad un popolo di pezzenti, e di gonzi. Probabilmente anche a ragione, sia chiaro: se loro sono professionisti vincenti, qualche ragione ci sarà.

Epperò, appunto, dopo 20 anni di occasioni perse, in termini di modernizzazione del Paese, che ancora si pensi che da questa crisi epocale si esce fingendo di aumentare la capacità di spesa della plebe (a cui poi peraltro quella cifra si ‘estorce’, in maniera moltiplicata, attraverso numerosi altri rivoli) è piuttosto imbarazzante. Ma anche divertente, naturalmente, a potersi permettere di osservare la situazione con un po’ di criticità e distacco.

Insomma, se questa è la concretezza con cui si vuole rilanciare l’Italia, noi proponiamo come slogan della prossima campagna elettorale un bel “basta fatti, vogliamo promesse!”