Il conto alla rovescia sta ufficialmente per cominciare, e le elezioni del 25 e 26 maggio sono ormai dietro l’angolo. Europee, regionali, comunali (con ben 149 comuni su 190, in provincia di Alessandria, chiamati a rinnovare sindaco e consiglio: tra questi Casale Monferrato, Tortona, Novi e Ovada): una sorta di election day che, in altri tempi, avrebbe scatenato la bagarre. L’impressione prevalente oggi, invece, è quella di un ‘trascinamento’, settimana dopo settimana, in un clima da addio alle armi, per cui la tendenza è quella di sfilarsi, più che di sgomitare per avere un posto in prima fila.
Solo pretattica della vigilia? Ancora pochi giorni e partiti e candidati scopriranno completamente le loro carte, lanciandosi nella solita galoppata pre-elettorale, fatta di incontri ‘a raffica’ sul territorio, e ormai anche di esposizione mediatica in rete, e sui social network? Lo scopriremo presto. Intanto tentiamo di tracciare un primo quadro della situazione, sia pur ricco più di punti interrogativi che di certezze.
Partiamo dal Parlamento Europeo, dove il nostro territorio ha un soloparlamentare uscente, Oreste Rossi, eletto 5 anni fa come Lega Nord e che sicuramente sarà ricandidato, nelle fila di Forza Italia e del Ppe. Una sfida non facile, in un collegio molto ampio (Piemonte, Lombardia, Liguria, Val d’Aosta), e in una partita giocata assolutamente sulle preferenze individuali. Altro alessandrino (anche se vive e lavora a Torino da diversi anni) che potrebbe essere in lista, nel Pd, è Daniele Viotti, recentemente candidato alla segreteria regionale dall’area Civati. Ma, naturalmente, i giochi sono ancora aperti, e non è possibile escludere sorprese dell’ultima ora. Come quella, nell’aria in queste ore, di un accordo programmatico tra Nuovo Centro Destra e Udc: ‘pensato’ per le europee, ma che potrebbe anche avere ricadute ‘a cascata’, tutte da valutare.
Sul fronte Regione Piemonte, intanto, grande è la confusione, e più passano i giorni, più certe ‘matasse’ sembrano ‘intricarsi’ sempre più, anziché sciogliersi: ad oggi, solo il Movimento 5 Stelle ha scelto, tramite le sue ‘regionarie’ on line aperte agli iscritti, i 4 candidati della nostra provincia: sono Alessia Sara Lantieri, Sean Sacco, Mauro Traverso, Paolo Mighetti. Tre giovani e un ‘veterano’, il sessantenne alessandrino (ma di origine novese) Traverso, dei 4 senz’altro il più noto al di fuori della cerchia dei militanti ‘grillini’, sia per la sua precedente attività sindacale in Cisl, sia per il suo costante impegno, e la sua visibilità mediatica, negli ultimi due anni, sul fronte dell’analisi dei bilanci del Comune di Alessandria nella fase post dissesto.
Lavori ancora in corso invece per la definizione dei candidati degli altri partiti e schieramenti. Sul fronte Pd, la riunione dei ‘cuperliani’, ieri sera, dovrebbe aver identificato nel segretario provinciale Domenico Ravetti (sindaco di Castellazzo Bormida a fine mandato) il proprio candidato ufficiale. Mentre l’area ‘renziana’ sembra aver trovato, già da qualche giorno, un accordo sul nome di Graziano Moro, assessore provinciale uscente, e una lunga militanza politica cominciata nel Pci novese negli anni Settanta. Da settimane, invece, tiene banco la vicenda legata alla candidatura del presidente della Provincia, Paolo Filippi, intervistato di recente da CorriereAl.
Innegabile che, all’interno del Pd provinciale, si sia alzato un vero e proprio ‘fuoco di sbarramento’ attorno alla sua figura, popolare ma anche ‘ingombrante’ (soprattutto per la posizione critica assunta negli ultimi due anni nei confronti dello stesso Pd sul fronte delle politiche verso gli enti locali). Filippi però pare contare sull’appoggio, oltre che di numerosi sindaci, amministratori ed esponenti dell’associazionismo, anche del Pd torinese, a partire dal segretario regionale Gariglio. L’inserimento o meno di Filippi nella lista Pd (o in quella di Chiamparino, o ancora direttamente nel ‘listino’) verrà definita nei prossimi giorni, ma appare francamente improbabile che al presidente della Provincia possano essere ‘chiuse’ le porte. E la femme fatale? Ad un certo punto si parlò, per il Pd, di parità di genere, e quindi di 2 candidate donne su 4. Ora pare emergere che la regola interna sarà interpretata con flessibilità, e che insomma una donna in lista alle regionali basta e avanza. Ma chi? Escludendo Rita Rossa (che semmai potrebbe guardare a Roma, in caso di elezioni anticipate: oggi escluse, ma dopo le europee chissà), di nomi se ne possono ipotizzare diversi: la consigliera provinciale Cristina Mazzoni, l’ex vicesindaco di Alessandria Oria Trifoglio, l’ex segretaria comunale novese Cecilia Bergaglio. Ma anche, dicono i bene informati, la tortonese Claudia Deagatone e Monica Ghio, sindaco di San Cristoforo (Gavi).
Fra gli alleati del Pd, pare scontato che, a capeggiare la lista dei Moderati in regione sarà il coordinatore provinciale Cesare Miraglia. Anche se non si esclude qualche altro nome di rilievo, e si parla con insistenza di un’associazione culturale a cui, dopo le elezioni, i Moderati intenderebbero affidare le loro ambizioni di sempre maggior radicamento sul territorio.
Più complicato, al momento, ‘intercettare’ nomi di candidati nell’area a sinistra del Pd: pare che, ad esempio, in Sel i big provinciali, da Renzo Penna a Domenico Priora, abbiano poca intenzione di correre ‘in prima persona’, e si attende di capire su chi i vendoliani decideranno di puntare le loro ‘fiches’.
Ma è sul centrodestra regionale che, in questi giorni, si concentra l’attenzione dei media: lì, addirittura, ancora non si capisce se coloro che fino ad oggi hanno governato il Piemonte sotto la guida di Roberto Cota riusciranno ad accordarsi per un candidato comune (Gilberto Pichetto, di Forza Italia?), oppure se si sceglierà la strada (apparentemente ‘suicida’, in termini di possibilità di vittoria finale, ma in realtà funzionale alle esigenze di non pochi ‘boiardi’) della frammentazione di candidati e liste.
Tutto ciò, naturalmente, ha generato ‘la paralisi’ anche nella messa a punto delle liste dei candidati della nostra provincia, dove le certezze ad oggi sono poche. Sotto le insegne di Forza Italia, ad esempio, in pista dovrebbero esserci sicuramente Massimo Berutti, sindaco uscente di Tortona, e il consigliere regionale a fine mandato Michele Formagnana. Punti interrogativi sull’assessore alla Sanità Ugo Cavallera, che qualcuno indica come possibile presenza nel ‘listino’ del candidato presidente, e sul nome della donna che dovrebbe essere inserita in lista, e che pare possa arrivare dal casalese.
Per Fratelli d’Italia, i nomi che circolano sono quelli delle ‘nuove leve’: Federico Riboldi (assessore in comune a Casale Monferrato, e neo portavoce provinciale del partito) e Emanuele Locci, consigliere comunale ad Alessandria, e membro della direzione nazionale. Ma che Marco Botta, consigliere regionale uscente, casalese, intenda davvero ‘passare la mano’ è ancora realmente da verificare, così come potrebbero esserci anche altri candidati e candidate ‘a sorpresa’.
Sul fronte del Nuovo Centro Destra locale, i nomi che circolavano in passato, dall’alessandrino Fabrizio Priano alla novese Francesca Chessa, sembrano intenzionati a fare un passo indietro, almeno per il momento. E probabilmente in settimana si scioglieranno alcuni nodi, e verranno identificati candidati e candidate del partito di Alfano che proveranno, per la prima volta, a confrontarsi con il voto popolare.
E la Lega Nord? Non è ancora chiarissimo se il Carroccio propenderà per sostenere un candidato di coalizione (o mini coalizione: quanto meno con Forza Italia), o se ci sono anche spazi per una corsa individuale, chiaramente senza reali chances di vittoria, ma finalizzata a ritagliarsi un proprio spazio, e a rivendicare con orgoglio il lavoro fatto negli ultimi 4 anni. A livello alessandrino, tutti guardano alle scelte di Riccardo Molinari, assessore regionale, ma anche segretario provinciale, e vice segretario piemontese della Lega. Vedremo chi, oltre a lui, i leghisti decideranno di mettere in campo.
Sul fronte amministrativo comunale, le elezioni di maggio vedranno andare alle urne, in provincia di Alessandria, gli elettori di ben 149 comuni su 190, tra cui quattro importanti centri zona come Casale Monferrato, Tortona, Novi Ligure e Ovada. E, se inevitabilmente l’attenzione finirà col concentrarsi sulle amministrazioni più grandi, non bisogna invece dimenticare che il disegno di legge Delrio (in corso di definitiva approvazione alla Camera) contiene, proprio sul fronte dei piccoli comuni, norme assai importanti: in particolare, l’aumento del numero dei consiglieri comunali nei comuni fino a 3 mila abitanti (da 6 a 10), la reintroduzione delle giunte nei comuni con meno di mille abitanti e il terzo mandato per i sindaci dei comuni con popolazione inferiore ai 3 mila abitanti. E stiamo parlando, è giusto ricordarlo, di un vero e proprio esercito di ‘volontari’, che in maniera sostanzialmente gratuita (con rimborsi di entità irrisoria) contribuiscono attivamente a mantenere in vita le loro comunità dedicando tempo, impegno e competenze ai comuni dei loro paesi.
Sul fronte dei comuni capo-zona, intanto, la definizione del quadro dei candidati sindaci è in divenire, ma ormai pressoché definito. Un po’ ovunque si profila una corsa ‘a tre’ per la vittoria finale: centro sinistra, centro destra, movimento 5 Stelle. Senza naturalmente ignorare il ruolo e il peso di altri partiti, o di liste civiche locali, quello sembra essere un po’ il leit motiv con cui dovremo fare i conti. Ci riserviamo però un prossimo approfondimento ad hoc, per non mettere troppa carne al fuoco, e rischiare di bruciarla.
Ettore Grassano