Il Partito-Stato [Il Citazionista]

kim-jong-renzidi Andrea Antonuccio.

«Renzi: fra una settimana il piano casa, il Jobs Act e due miliardi per la scuola»
Titolo del Corriere.it, in data 5 marzo 2014

Il Partito-Stato. Ossia il Pd, Partito Democratico, vero e unico proprietario del nostro Paese. Come potremmo definire altrimenti un soggetto politico capace di cambiare in corso d’opera un Presidente del Consiglio (da Letta a Renzi) solo sulla base dei risultati del suo congresso?

Viene seriamente da chiedersi come mai uno dei Presidenti della Repubblica più loquaci e “interventisti” della nostra storia, Giorgio Napolitano (anch’egli Pd, obviously), abbia liquidato l’assurda e anticostituzionale – nella sostanza, se non nella forma – staffetta Letta-Renzi come una “questione interna al partito”.

E non ci si può capacitare del perché il leader della finta opposizione, il condannato in via definitiva Silvio Berlusconi, di fatto sia un fantoccio nelle mani del Kim Jong-un di casa nostra. Sono domande che non tutti si pongono, presi come sono a parlare d’altro, dalla Grande Bellezza al campionato di calcio. «Duas tantum res anxius optat / panem et circenses», declamava il poeta Giovenale, a proposito del popolo bue dei tempi suoi (e pure nostri).

Se per voi è giusto anche solo pensare che chi vince le primarie del Pd vince tutto, anche il Governo; se per voi è bello e rinfrescante vedere dei ragazzi cantare «Facciamo un salto, battiam le mani: ti salutiamo tutti insieme, presidente Renzi», come è successo ieri a Siracusa; se davvero provate una certa soddisfazione, anche fisica, di fronte ad un timing così stringente come quello del «fra una settimana il piano casa, il Jobs Act e due miliardi per la scuola» (manca solo la bonifica delle paludi dell’Agro Pontino, mannaggia); se per voi è tutto ok, allora vuol dire, onestamente, che siete pronti alla Corea del Nord. Visto come siamo messi, non è poi così lontana.

PS: Filippo Penati (Pd), già a capo della segreteria di Pierluigi “lui-sì-che-poteva-non-sapere” Bersani, pur avendo dichiarato da uomo di parola che per dimostrare la sua innocenza avrebbe rinunciato alla prescrizione, alla fine non si è presentato in aula al momento opportuno per rifiutarla. Ah, la sbadataggine… A Roberto Formigoni, rinviato a giudizio pochi giorni fa nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi incassati dalla Fondazione Maugeri, mi permetto di dare un consiglio. Iscriviti al Partito-Stato, Roberto, prima che sia troppo tardi. E voi, sì, dico, voi: ma che cosa state aspettando? Tranquilli, Matteo si piglia tutto e tutti. Anche i dissestati.