Palazzo Rosso a tutto gas! [Controvento]

A tutto gasdi Ettore Grassano
 
Che giornatina, quella di ieri. Da Roma arriva il via libera al bilancio di Palazzo Rosso, dopo un iter che più laborioso e zoppicante non si sarebbe potuto, e mentre ancora in questi giorni c’era chi chiedeva (e vedremo se ancora chiederà) un intervento dei vertici politici nazionali, parlando senza mezze misure di bilanci falsificati.

Attenzione: eccessivo farsi prendere da facili entusiasmi, e pensare che il semaforo verde ministeriale rappresenti, in sè, la salvezza. I problemi sul tappeto rimangono enormi, e la strategia dell’attuale maggioranza, se esiste, è finora stata ben nascosta, diciamo così. E si è appunto avuta la senzazione di un navigare alla giornata, alle prese con emergenze quotidiane.

Ora, se da Roma arriva un sostanziale “andate avanti”, resta da capire se davvero la galassia di Palazzo Rosso è in movimento, e verso dove. O se invece corre come il topino sulla ruota: tanto apparente movimento, per restare fermi al punto di partenza.

Però, intanto, ieri è successo anche altro.
E se dieci anni fa la nomina di un cda di azienda partecipata (Amag) sarebbe passato inosservato, poche righe nel colonnino delle ‘brevi’ dei cartacei dell’epoca, ora da settimane in rete (oltre che in privato tra addetti ai lavori) non si parla d’altro.

La cronistoria della vicenda la conoscete, e la sintesi del cda di ieri ce la racconta Pier Carlo Lava, con un bel corredo di cifre e numeri.

Quel che resta da capire è naturalmente quali sono gli obiettivi del Gruppo Amag, che nonostante una serie di criticità e rimane un’azienda ‘coi fiocchi’.

Qual è allora il senso di una nuova ‘diarchia‘ tra due figure certamente di primo livello come il neo presidente Stefano De Capitani, e il nuovo amministratore delegato Mauro Bressan (alessandrino, e con trascorsi come assessore con Mara Scagni, al contrario di De Capitani che è manager che arriva da fuori)?  Rappresentano due diverse ‘aree di interesse’, e rischiamo che si riproponga una sorta di diarchia come quella dei mesi scorsi tra Bianchi e Borsi, che ha portato all’empasse che sappiamo?

Ma, soprattutto, ora dobbiamo attenderci una ‘sprovincializzazione’ della società del gas (e dell’acqua), magari con l’arrivo di un importante partner privato (o anche pubblico)?

Dichiarava il sindaco Rita Rossa pochi giorni fa: “il progetto di nuovo assetto istituzionale parte dall’assunto preliminare della ricerca di un’alleanza di medio termine con un altro gruppo aziendale di settore così da, in primo luogo, ampliare le quote di mercato e di fatturato del Gruppo Amag e creare un’offerta nell’ambito del gas in grado di reggere la concorrenza e di partecipare alle gare che interesseranno in futuro tutto il Paese”.

Attenzione: un’alleanza prima delle gare, per arrivare alle stesse più forti e competitivi. E non non un partner qualcunque, ma un altro gruppo aziendale di settore. Quale? Sulla carta, saranno i nuovi manager a doverlo individuare, sul mercato. Per gli amanti della dietrologia, via libera al gioco del puzzle, dei padrini, delle cordate amiche.

L’altro giorno peraltro Massimo Brina, segretario comunale del Pd (e renziano, come la stessa Rita Rossa, come Fassino) segnalava, e non certo con entusiasmo, come certe scelte non fossero il frutto di indicazioni del partito, ma decisione personale, o giù di lì, del sindaco.
Noi, che siamo sempre prudenti, ottimisti e fiduciosi, auspichiamo naturalmente che il fine ultimo di tutti questi ‘passaggi’ sia la creazione di valore per un’azienda pubblica a cui gli alessandrini elargiscono nel corso dell’anno fiumi di denaro, e che può e deve  giocare un ruolo importante nel rilancio del territorio. Voi cosa ne pensate?