Massimo Brina: “I nomi che circolano per Amag sono scelta del sindaco, non del PD. La politica la smetta di essere ostaggio dei tecnici”

Brina-Massimo_okdi Massimo Brina*

Ci sono diversi modi in cui la politica può abdicare al mandato di rappresentanza ricevuto dagli elettori, e vorrei rilanciare la dimensione critica del mio partito anche attorno questo tema basilare per la cultura democratica, consapevole che la dimensione dialettica della proposta implica la critica per riconoscere le difficoltà, ma non fine a se stessa, bensì per trovare delle nuove soluzioni.

Oramai dopo la celere sconfitta del fugace “mito tecnici” raffigurato dal governo Monti abbiamo appreso che affidarsi ai tecnici, come proprietari di un sapere “neutrale”, sui temi strutturali è una fallacia che maschera la mancanza di competenze dei politici; la buona politica, appunto, ha un metodo decisionale connesso alla competenza e alla responsabilità che emerge dalla rappresentanza che le viene conferita dagli elettori.

Quando le scelte politiche rimangono ostaggi dei tecnici o dei personalismi, la dimensione della rappresentanza democratica è ridotta solo a dare una verniciatura alle decisioni dei cosiddetti “tecnici” che vengono poste come dogmi da non poter essere messi in discussione, né cambiati. In un disegno del genere viene a meno la funzione critica dei partiti politici;  credo, quindi, che se il PD Alessandrino  vuole essere al passo con la realtà dei fatti e all’altezza delle sfide, debba dissociarsi il più possibile da questo tipo di percorso e abbracciare quello della competenza & della rappresentanza. Infatti, ho il dovere di segnalare, per correttezza di informazione, che le recenti voci che circolano, recepite dai giornali, riguardanti le nomine della Società partecipata AMAG, senza entrate nel merito dei nomi, sono connesse a una scelta autonoma del Sindaco con la conseguenza che non possono essere attribuite agli organismi dirigenti del PD di Alessandria.

Tra i quesiti più ricorrenti, naturalmente non i soli avanzati coralmente dalle istanze della  comunità che il mio partito rappresenta e a cui dobbiamo dare risposte in discontinuità riguardo le scelte del passato, vi sono: l’idea complessiva riguardo la gestione delle società partecipate  – di cui una è in fallimento mentre quella che dovrebbe essere il fiore all’occhiello si trova  con un CDA dimissionario – ; l’inaudito turnover di Assessori e il tanto atteso progetto strategico per il rilancio della Città.

Nel confronto quotidiano con i nostri elettori del mio breve mandato, mi sono state poste più volte questioni connesse alla difficoltà tra l’amministrazione e la Città, di cui ne risente anche il PD come organizzazione intermedia della società e che non intendo ignorare. Tali difficoltà sono collegate a un succedersi di scelte autonome degli amministratori e all’atteggiamento timido del PD Cittadino motivato anche dalla comprensibili necessità di tenere saldo il delicato equilibrio tra l’autonomia dell’amministrazione, che va rispettata, e l’appartenenza al PD in un contesto assai critico come quello che il centrodestra ci ha lasciato in eredità.

Come dimostrano le scelte degli elettori a tutti i livelli, nel nostro paese stanno vincendo le istanze di cambiamento e il mio impegno è diretto, in linea con i cambiamenti che stano avvenendo a livello nazionale, a mettere nella condizione il mio Partito di dare un contributo decisivo, come recita il programma INSIEME “per invertire il trend orientato al declino” attraverso l’attuazione del programma politico per il quale la Coalizione di Centrosinistra ha ricevuto il mandato di governo della nostra Città. Inoltre, sono determinato a rimettere in piedi il PD locale per affrontare  le prossime scadenze elettorali innalzando il tiro della discussione a più livelli, in cui Alessandria, in qualità di Città capoluogo, non deve e non può permettersi di rinunciare ad avere un ruolo decisivo non solo perché le è dovuto per le sue dimensioni nel contesto provinciale, ma soprattutto perché la partita che riguarda il compromesso destino degli Alessandrini non si esaurisce nel Comune bensì si gioca facendo sistema sui tavoli regionale e nazionale.

Il PD di Alessandria sta cambiando per vivere insieme lo stare in politica con la seria convinzione di fare qualcosa di utile per la comunità. Infatti, il PD vuole essere un Partito aperto ai suoi elettori ma è anche compito di questi ultimi saper cogliere questa opportunità, perché finché ci sarà la “Polis” ci sarà la politica e anche se i cittadini non se ne occupano essa  si occuperà comunque dei loro destini.

*Segretario cittadino PD Alessandria