Un 2013 stazionario, con luci e ombre. Ma anche la ferma volontà di gettare ‘il cuore oltre l’ostacolo”, e di tornare a crescere. Il distretto orafo di Valenza di periodi ‘alti’ e ‘bassi’ ne ha conosciuti tanti, ed è certamente tra i più colpiti dalla crisi economica di questi anni. Ma, al contempo, stanno emergendo non pochi segnali di ripresa, tra mercati internazionali più dinamici (ma anche ‘turbolenti’), e un mercato interno, italiano, “nel quale molte delle nostre aziende fanno ancora l’80-85% del loro fatturato, senza sostanziali decrementi rispetto ad un anno o due fa”. Che, di questi tempi, già è un successo non da poco.
Francesco Barberis (nella foto), presidente Aov, è egli stesso alla guida di una solida azienda plurigenerazionale, e trascorre in media i 2/3 della propria settimana all’estero: il resto lo dedica, con passione e competenza, alle attività locali, compresa naturalmente la programmazione delle attività dell’Associazione Orafa, che dopo l’edizione sperimentale ‘sdoppiata’ della mostra dello scorso ottobre si interroga sulle migliori strade da percorrere. Guardando con determinazione al 2014, ma proiettandosi anche già al 2015, e a quello straordinario potenziale mercato che sarà l’Expo milanese. Ad ‘un tiro di schioppo’ da Valenza, appunto. Ma come approfittarne?
Presidente Barberis, sempre di corsa fra uno scalo aeroportuale e l’altro? Che aria tira all’estero?
Sì, sempre di corsa, ma va bene così. Muoversi, e avere come mercato il mondo, per molte aziende del nostro comparto, tra cui la mia, è fondamentale. Ci sono per fortuna aree del mondo dove la crisi ha connotati meno forti che da noi. Anche se, negli ultimi mesi, certi mercati (dalla Russia al Brasile) hanno cominciato a risentire della diminuzione del potere di acquisto delle monete locali rispetto al dollaro, e all’euro. Insomma, sono mercati vivaci ma volatili, in cui muoversi con attenzione.
Il distretto orafo valenzano è ormai fortemente votato all’export, e il mercato Italia e anche Europa sono destinati a diventare marginali?
No, assolutamente. Ci sono ancora oggi belle realtà del nostro territorio che sul mercato interno realizzano l’80% del loro fatturato, e anche oltre. Così come non è vero che gli italiani hanno perso o stanno perdendo il gusto del bel prodotto di lusso, sia esso un gioiello altro. Semplicemente, questo sì, va restituita al Paese, e ai cittadini, un po’ di fiducia nel futuro, e nella stabilità del sistema. E questo deve farlo la politica, attraverso regole certe, e creando le condizioni perché le imprese possano lavorare con serenità.
La crisi del settore orafo dunque è tutt’altro che irreversibile: sta dicendo questo?
Sono in atto fortissime trasformazioni, semmai. E non è neanche questione di aziende piccole, medie o grandi. Piuttosto, e semmai, di mercato a due velocità: è vero che negli ultimi anno l’occupazione complessiva nel nostro distretto è diminuita, e che c’è stata una certa ‘scrematura’ tra le imprese. Ma chi ha saputo e sa innovare, in termini di creatività e offerta, e di capacità di nuove strategie di vendita, non solo ‘tiene’, ma in certi casi incrementa il proprio business. Certo, in futuro niente sarà più come prima, e le rendite di posizione sono finite.
Parliamo di Aov, presidente: come è andata Valenza Gioielli 2013?
Con luci e ombre. Il percorso professional che si è tenuto a Villa Scalcabarozzi, indirizzato agli operatori del settore, in arrivo da mezzo mondo, è stato un successo. L’iniziativa Valenza Prestige, tenutasi ad Expo Piemonte, e indirizzata alla clientela finale, con brand di alto livello, ma non solo di oreficeria e gioielleria, è stata un esperimento, e va sicuramente ripensata. Così come ci si deve porre il problema dell’utilizzo complessivo del Palazzo Expo Piemonte. Una struttura che ha senso solo se diventa il contenitore delle eccellenze non solo di Valenza o del Monferrato, ma quanto meno di tutta la provincia di Alessandria, e del basso Piemonte. Naturalmente questa è una riflessione, e una decisione, che non compete solo a noi, ma agli azionisti della struttura, e alle istituzioni pubbliche.
Presidente Barberis, che 2014 vi aspettate, come orafi?
Come associazione, continueremo a batterci per il pieno riconoscimento e la tutela del made in, a livello europeo. E a puntare ad un consolidamento del rapporto con FederOrafi, e con l’Organizzazione internazionale del commercio. Quando all’andamento del mercato, credo sia lecito coltivare un moderato ottimismo, soprattutto se dal quadro politico arriveranno finalmente segnali di stabilità, e di modernizzazione del Paese.
E rispetto ad Expo 2015, come vi state muovendo?
Siamo convinti che per il distretto di Valenza, e non solo in chiave orafa, si tratta di una grandissima opportunità, da cogliere al meglio. Come Aov, crediamo fortemente nella necessità di esserci, anche fisicamente, con le nostre aziende, e la Camera di Commercio di Alessandria, di cui sono consigliere, sta lavorando in questa direzione, affinché tutta l’economia del nostro territorio tragga giovamento concreto da questo appuntamento internazionale. E’ chiaro però che non tutte le imprese potranno essere presenti a Milano, e la vera sfida è intercettare la marea di persone in arrivo per l’Expo, facendo in modo che visitino il nostro territorio, e ne scoprano le eccellenze. Stiamo parlando di un pugno di chilometri, soprattutto per viaggiatori stranieri abituati a grande distanze. Il punto è fare accordi con tour operatore, e fare in modo che vengano qui, e non altrove. Ma, per intercettarli, occorre mettere in piedi prima di tutto un’offerta di livello. E noi, come Aov, stiamo pensando ad una sorta di museo orafo in embrione, da ospitare a Villa Scalcabarozzi, in grado di mostrare cos’è davvero, in termini di qualità e professionalità, il nostro distretto orafo. Ma, allo stesso modo, Expo Piemonte potrebbe ospitare, in concomitanza con l’Expo milanese, una vetrina delle eccellenze di tutto il territorio provinciale, approfittando di questa grande vetrina internazionale. Però bisogna muoversi per tempo, cioè adesso.
Ettore Grassano