Un’Authority che parte da lontano

Lovelli Mario 1di Mario Lovelli*

E’ importante che la votazione decisiva in Senato sull’emendamento che ha assegnato a Torino la sede dell’Autorità dei Trasporti abbia avuto questa volta un esito risolutivo. Non per motivi campanilistici piemontesi, ma perché si concretizza così un moderno assetto regolatorio nel comparto dei trasporti che é prima di tutto indispensabile nella confusione normativa e istituzionale oggi prevalente (col peso sempre maggiore delle direttive europee) e che rende più forti le lobby, più deboli gli interessi degli utenti (e cioè i cittadini e le imprese) e meno competitivo il settore.

Stiamo parlando di un pezzo di economia che ha un peso decisivo sul PIL e che, per quanto riguarda il Piemonte, vanta tradizioni di eccellenza nell’industria di settore (automotive, ma anche produzioni ferroviarie e alta tecnologia aerospaziale) e nella gestione e costruzione delle infrastrutture. Il fatto che la vigilanza e la regia sulle liberalizzazioni escano dalle opache stanze ministeriali romane, fisicamente anche contigue ai grandi monopoli pubblici e privati del settore, dalle ferrovie alle autostrade agli aeroporti, per essere affidate ad una Autoritá terza e indipendente è un passo avanti epocale. Più concorrenza sulle reti di trasporto deve portare a servizi migliori e più efficienti, di cui c’è assoluto bisogno a cominciare dal trasporto pubblico locale, anche ferroviario, su cui c’è grande attenzione da parte dei pendolari. E può rendere più forte e incisiva l’azione della politica sia sul fronte del governo, chiamato a delineare le strategie di fondo, sia del Parlamento, non più alle prese con gli assalti lobbistici ad ogni provvedimento (ancora oggi al “decreto del “fare” sul tema dei pedaggi di accesso all’infrastruttura ferroviaria).

La scelta di Torino si fonda su un know how territoriale riconosciuto e su un ruolo strategico di valore nazionale oltre che per il Nord Ovest. Quello che ci aveva già  portato nella scorsa legislatura a presentare una proposta di legge del PD, di cui ero il primo firmatario (Pdl n.1057 del 2008), che avanzava proprio questa candidatura con l’appoggio di Genova, ora fatta propria anche dalla Lombardia. Dopo l’ostinata opposizione del centro destra, col Ministro Matteoli in prima fila, fu poi il governo Monti a inserire l’istituzione dell’Authority nel decreto “salva Italia”. Adesso che si é finalmente  arrivati in fondo grazie all’impegno dei parlamentari piemontesi e degli enti locali che mettono gratuitamente a disposizione sede e supporti logistici, bisogna accelerare sui tempi di organizzazione operativa e burocratica, da realizzare in modo efficiente e senza sovrapposizioni con uffici esistenti. Da questo punto di vista la tradizione “sabauda” dovrebbe essere una garanzia. Attenzione solo ai colpi di coda delle burocrazie romane!

*deputato PD XVI Legislatura