Mangiacomecanti: su Mara Tinto, Evakant e frammenti di musica alessandrina [Il Superstite 150]

arona-2di Danilo Arona.

Tutte le volte che mi capita di sentir cantare Mara Tinto mi dico sempre che in un mondo normale la ragazza starebbe tra le top artiste della nazione alla giusta distanza chilometrica dalla Città Grigia. Mi si potrebbe rispondere, a ragione, che l’ipotesi (augurio) del mondo normale dovrebbe valere anche per altre, straordinarie, femmine cantanti d’Alessandria, che so: Giorgia Barosso, Irina Khramstsova Gallier (lei li sa il perché del secondo cognome…), Laura Tartuferi e altre di sicuro che dimentico per arteriosclerosi avanzante. Però oggi sono fresco di Mara perciò niente affatto imparziale. E poi la ragazza presta il fianco a un paio di divagazioni, serie non so quanto, ispiratemi dall’affollato e talentuoso mondo della musica locale.

La prima riporta alla luce un aforisma che mi colpì l’orecchio un po’ di anni fa durante una di quelle casuali riunioni di musicisti che convergevano nel negozio del grande Frank Taulino (uomo che sul talento e sulla capacità organizzativa meriterebbe tre puntate del Superstite, ma oggi parliamo di ragazze…) e giuro che non ne ricordo l’autore. Ma diceva seccamente: «Ad Alessandria è vietato avere talento». Il succo della secca frase è chiaro, ovvero l’artista qui vive in una condizione ambientale poco propizia. Il vero problema è l’assenza quasi totale di spazi per esibirsi (esclusi certi generosi “adattamenti” allo scopo di ristoranti e pizzerie), aggravato da una burocrazia bizantina che scoraggia i gestori. Negli anni addietro la politica culturale ha fatto anche molto (fu grazie alla lungimiranza dello straordinario Franco Ferrari che l’ATA mise in piedi il mitico “Fantasmi del Palcoscenico” nell’estate 1988) e la stampa, solo in pochi casi distratta, non ha fatto mai mancare il suo appoggio vitale.

La seconda divagazione, conseguenza della prima, si sviluppa invece al seguito di un dubbio secolare, ovvero se personaggi come Mara, invece di nascere qui, fossero nati altrove (che so, in Emilia Romagna, dove il pianeta musica è interpretato come una professione autentica), magari il loro destino sarebbe stato completamente diverso. E’ una cosa che mi chiedo ogni volta che vedo le dita di Bobo Vergagni al lavoro sulla tastiera della chitarra, ma oggi appunto non parliamo di uomini.

E invece concludiamo simmetricamente con Mara (e di lei marito, organista all’Hammond,EvaKant2 Tiziano “Tix” Agnisetta) e con l’ultima creazione che si chiama Evakant: sette animali da palco di altissimo livello al servizio di un repertorio sorprendente e variegato che spazia da Alanis Morisette a Ana Popovic, da Seal ad Anouk, dai The Rasmus ai Morningwood. E qui mi fermo, per la serie “scusate se è poco”. Mara front-girl da lacrime agli occhi coadiuvata da una titanica Simona Varagnolo. Ancora mille serate con loro.