“Credo da sempre che l’imprenditore abbia anche un ruolo sociale, e la responsabilità di creare lavoro, reddito e ricchezza non solo per sé, ma anche per gli altri. La ‘molla’ principale che ci ha spinto a questo investimento, senz’altro rilevante, è stata sicuramente questa”. Bruno Lulani è un volto noto della vita pubblica alessandrina, anche perché è stato, dal 2007 al 2011, presidente di Confindustria. Acquese doc, Lulani è proprietario della Giuso Spa, azienda leader nella produzione di ingredienti composti per pasticceria e gelateria artigianale che soltanto qualche settimana fa ha inaugurato ufficialmente (“ma ci siamo trasferiti qui ormai da diversi mesi, in realtà”) la nuova sede di regione Cartesio, a Bistagno. “Da acquese, non le nascondo che mi sarebbe piaciuto trovare una sede adeguata all’interno del mio comune: ma in fondo è andata bene così, e siamo riusciti a realizzare una struttura all’avanguardia, in un contesto molto gradevole, e coniugando innovazione e tradizione, come sempre nella storia ormai quasi secolare dell’azienda”. La Giuso nasce in effetti ad Acqui nel 1919, come piccolo laboratorio artigianale, grazie a Guido Giuso, nonno materno di Bruno Lulani, la cui famiglia ha poi accompagnato la crescita dell’impresa, e la sua trasformazione in affermata realtà industriale, con un vasto mercato nazionale e internazionale, all’insegna del made in Italy di qualità. Un esempio importante, insomma, di quel ‘capitalismo famigliare’ che ha connotato la crescita dell’economia italiana dal dopoguerra in poi, e che oggi (non mancano i segnali anche locali, in questo senso) sembra mostrare ‘la corda’.
“Sono situazioni che vanno analizzate caso per caso” evidenzia Lulani, legate sia a diverse scelte ed esigenze delle singole famiglie, sia certamente ad un contesto che richiede sempre maggiori investimenti in innovazione per rimanere competitivi, e spesso con una marginalità sempre più bassa”. Lulani però (che per dedicarsi all’impresa di famiglia rinunciò ad un certo punto del suo percorso personale alla professione che pure amava, e svolgeva a Milano: quella di avvocato) ci ha creduto una prima volta all’inizio degli anni Novanta (“quando decisi di rilevare interamente le quote di altri rami della famiglia”), sia oggi, con un investimento complessivo di circa 19 milioni di euro, che è servito a realizzare la nuova sede, autentico ‘gioiello’ di innovazione che raggruppa uffici, produzione e magazzini, con una serie di progetti in itinere sul fronte soprattutto della formazione professionale. E qui (in controtendenza) l’imprenditore Lulani spezza una lancia a favore del sistema del credito: “sia vent’anni fa che oggi ho trovato all’interno del sistema bancario interlocutori seri, che ci hanno creduto e hanno fatto la loro parte senza tirarsi indietro. Naturalmente a fronte di progetti ritenuti affidabili, e di determinate garanzie, come giusto che sia”.
Un po’ più critica l’analisi sul fronte del ‘sistema Italia’, che fa davvero di tutto, sul piano burocratico, per disincentivare chi ancora ha voglia di investire, e crescere: “L’altro giorno – sorride Lulani – ho letto alcuni dati e approfondimenti sulla Carinzia: ci sono talmente tante agevolazioni e semplificazioni normative per chi vuole aprire un’impresa, che se si fa un parallelo con casa nostra c’è di che scoraggiarsi. Consideri che quest’area l’abbiamo individuata nel 2003, e acquistata nel 2005. Ebbene, ci sono poi voluti tre anni per risolvere alcuni problemi di servitù (linee elettriche, metano ecc) che è stato necessario spostare. Naturalmente non solo a nostre spese, ma con una tempistica autorizzativa che avrebbe scoraggiato chiunque”. Questa è la situazione ‘media’ in cui si trova ad operare un imprenditore in Italia.
I numeri della Giuso, comunque, parlano chiaro, e descrivono una realtà solida, e in crescita: 15 milioni di euro di fatturato nel 2012, 4 mila clienti in oltre 35 Paesi, una ramificata rete commerciale, con una rete nazionale di 80 agenti, e strutture dedicate in Germania, Austria e Polonia, e canali distributivi in 28 Paesi (tra i più importanti: Regno Unito, Corea, Giappone, Arabia Saudita). Con una specificità: la Giuso rifornisce di materie prime e semilavorati sia le gelaterie, che le pasticcerie, trovandosi quindi a competere su due diversi mercati, che hanno quasi sempre player specializzati. “Oggi il nostro fatturato – spiega Lulani – è al 70% in Italia, e al 30% all’estero, ma è proprio sui mercati internazioni che stiamo maggiormente indirizzando le nostre ambizioni di crescita”. La tradizione del gelato italiano, del resto, è un biglietto da visita che consente di aprire ancora porte importanti, e la Giuso riesce ad incarnare pienamente un modello di alto livello qualitativo, coniugato ad un’efficienza produttiva e di tempi di consegna molto ‘ravvicinati’ ritenuti oggi elementi essenziali. “Sul fronte nazionale – spiega Lulani – siamo una realtà tra le più competitive, a ridosso dei big del settore. Ma scontiamo, come in tanti altri comparti, il problema di pagamenti troppo dilazionanti nel tempo, e talora dell’insolvenza. La nuova normativa, che impone pagamenti a 30 o a 60 giorni a seconda delle tipologie di clienti, ha un po’ migliorato la situazione, ma ha generato anche, al contempo, una certa contrazione nei volumi, oltre ad un’ulteriore esigenza di massima qualità del servizio”.
Insomma, la situazione complessiva del mercato, soprattutto ‘interno’, è sempre più complessa. Ma questo non impedisce alla Giuso di coltivare, per la nuova sede di Bistagno, ulteriori ambizioni di crescita: “Da un lato – evidenzia Bruno Lulani – c’è il progetto scuola, che ci auguriamo di poter realizzare a breve in un’ala della struttura, creando un polo di formazione di nuove professionalità per il settore dolciario, ma anche di aggiornamento per chi già ci lavora. Sarà una vera e propria business unit autonoma, guidata dalla nostra responsabile marketing e comunicazione Silvia Garbarino, con corsi e docenti di eccellenza internazionale. Contiamo di essere operativi a partire dal 2015. Dall’altro lato, c’è la volontà di creare, nella vecchia cascina qui alle porte dello stabilimento, un vero e proprio centro di innovazione e ricerca dedicato al comparto. Abbiamo in corso una serie di approfondimenti con interlocutori istituzionali, a partire dai centri universitari. E crediamo che sia possibile mettere a punto un progetto davvero di respiro internazionale, che gioverebbe indirettamente a tutto il nostro territorio”.
Non si può però concludere il ‘viaggio’ all’interno della Giuso Spa senza descrivere, sia pur brevemente, la ‘filiera’ produttiva. E’ Carlo Canestri (alessandrino, da un anno amministratore delegato al fianco di Lulani, e in azienda con ruoli diversi dal 1995) ad accompagnarci in un percorso che consente davvero di ‘toccare con mano’ come l’innovazione tecnologica sia qui, sia in fase produttiva che di magazzino, davvero al servizio della tradizione dell’azienda. Lo stabilimento ha una superficie totale di 11 mila metri quadrati, e una capacità produttiva di 85 tonnellate al giorno. “L’innovazione dei prodotti – spiega Canestri – è assicurata da un apposito reparto di ricerca e sviluppo dotato di strumentazioni scientifiche avanzate, con ricercatori specializzati; il controllo qualità è rigoroso grazie ad attrezzati laboratori di gelateria e pasticceria per test costanti sui prodotti, volti a implementarne la qualità”. Sono circa 500 i prodotti per gelateria e pasticceria che vengono lavorati (“a partire da materie prime selezionatissime, di qualità assoluta: i nostri clienti sono quanto di più esigente esista, la fascia alta del mercato, in Italia come all’estero”): dalle paste alle creme, alla frutta che passa attraverso una serie di processi altamente specializzati.
Infine, il magazzino: vero fiore all’occhiello completamente automatizzato, dove robot veloci e silenziosi hanno la capacità di lavorare a pieno ritmo, stoccando o smistando materiali e ordinazioni, sotto la guida attenta dei tecnici al computer “Nel settore – sottolinea Canestri – è unico nel suo genere, con una superficie totale di 2.140 metri quadrati, in grado di garantire lo stoccaggio di oltre 75 mila cartoni e di movimentarne 700 all’ora. Nello stabilimento, inoltre, c’è un altro magazzino in grado di contenere tremila pallets per lo stoccaggio di materie prime e semilavorati. L’intero flusso logistico si conclude nella parte adibita alle spedizioni, completamente automatizzata e dotata di 10 dorsali in uscita, che permettono di gestire simultaneamente la preparazione di un numero di ordini davvero elevato”.
Ettore Grassano
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