Fratelli Maccario: dal vino ai motori, imprenditori a vocazione internazionale

Vitaliano e Pino MaccarioE’ già in provincia di Asti, Mombaruzzo. Terra di amaretti, ma prima ancora di dolci colline e di barbera docg, vino che, grazie a realtà come la cantina Pico Maccario, ha conquistato il mondo. Ci si arriva facilmente, da Alessandria, attraversando Gamalero e poi San Rocco. Ad un certo punto, vigneti a perdita d’occhio, e all’inizio di ogni filare una rosa: da sempre il simbolo dei Maccario, imprenditori vitivinicoli da quattro generazioni. Pare che la rosa fosse, ai tempi di Carlo Maccario, (nonno degli attuali proprietari dell’azienda, i fratelli Pico e Vitaliano), non solo un simbolo di bellezza delicata e profumata, ma più prosaicamente anche uno strumento per ‘misurare’ le malattie nella vigna, una sorta di allarme naturale.

La tenuta dei fratelli Maccario è un bel mix di tradizione e innovazione, compresa una nuovaTenuta Maccario cantina sotterranea (“speriamo di inaugurarla in autunno”, spiega Vitaliano, che ci accompagna nella visita della struttura) che, a fronte di un investimento non trascurabile, consentirà di avere nuovo spazio a disposizione, ad una temperatura adatta alla maturazione dei vini, e secondo una logica di produzione su vasta scala, per un’azienda che guarda sempre più ai grandi numeri dei mercati internazionali. Pico (a cui è intitolata, in quanto primogenito, l’attività, secondo la tradizione piemontese) e Vitaliano, rispettivamente 41 e 39 anni, si dedicano con passione, entusiasmo e competenza alla loro Rosa dei vini dal 1996, e pur senza sentirsi ‘arrivati’ riconoscono che strada, nei 17 anni di attività, ne hanno fatta parecchia: “la nostra famiglia è originaria di queste terre splendide, a cavallo tra le province di Asti e Alessandria, da parecchie generazioni. La tenuta la nostra famiglia l’ha comprata nel 1979, e ad un certo punto siamo subentrati noi, ancora ventenni, e con in testa un sacco di progetti di innovazione sul piano del marketing e della commercializzazione: ma naturalmente sempre partendo dal presupposto di dover prima produrre un vino di qualità assoluta, in grado di imporsi su mercati, locali e tavoli di alto livello”.

Filari MaccarioMissione compiuta, a giudicare dai numeri: “oggi vendiamo circa 850 mila bottiglie all’anno, considerando che, sul piano commerciale, abbiamo riorganizzato tutto a partire dal 2000: e l’80% va sui mercati esteri, a partire da Stati Uniti e Nord Europa”. La parte del leone la fa la regina di queste colline, la Barbera docg: 58 ettari dei circa 75 della tenuta dei Maccario sono dedicati alla produzione di barbera, appunto. Il resto è a merlot, a cabernet sauvignon, chardonnay e sauvignon blanc, freisa e favorita. “Ci muoviamo su mercati internazionali, rapportandoci a importatori di fascia alta, che naturalmente non sanno dove sia Mombaruzzo, e magari neppure il Monferrato: al più il Piemonte. Per cui c’è stato bisogno di sviluppare, negli anni, un lavoro importante, ospitando i grandi clienti per mostrare loro le nostre terre, e l’attività della cantina da un lato. E dall’altro viaggiando molto noi, per affermare un prodotto e un marchio, quello della nostra Barbera, che oggi per fortuna in tantissimi conoscono, apprezzano e cercano”.

La chiave del successo, dunque, è sempre il classico binomio: produrre un vino di elevataRosa qualità, e saperlo presentare ad una adeguata platea internazionale. Ma cosa pensa Vitaliano Maccario del “complesso delle Langhe”, che sembra affliggere,  non senza ragioni, i vini dell’alessandrino? “In realtà il Piemonte non è solo barolo, e noi come altri lo stiamo dimostrando. Naturalmente questo senza negare che nelle Langhe sono bravi davvero, e soprattutto hanno saputo fare squadra, lavorare nel tempo come un’unica entità, e sfruttando tutte le sinergie tra produttori privati, pubblico e territorio. Da noi non sempre è successo, e non solo per colpa delle istituzioni, anche se è comodo scaricare sempre le responsabilità sulla politica. Tutto sommato però il motore primo dei progetti e delle iniziative dobbiamo essere noi: produttori di vino, con un approccio imprenditoriale. Mentre spesso sono prevalse le rivalità, la tendenza a fare da soli, anche quando magari per dimensioni e competenze non è realistico. Noi comunque siamo sempre disponibili al confronto, e anche a dare una mano a realtà più piccole, ma di qualità. Certo, io ho sempre la valigia pronta, e a volte mi trovo ad avere a che fare con interlocutori, negli Stati Uniti come a Taiwan, che non sanno neppure dove sia il Piemonte: figurarsi se possono capire le rivalità tra una collina e l’altra…”.

Cantina-barrique_2Alla Pico Maccario lavorano 11 persone a tempo pieno, per una scelta precisa: “chi lavora nelle nostre vigne – spiega Vitaliano – le deve conoscere e amare, non crediamo alla logica degli ‘stagionali’ ingaggiati solo per la vendemmia: spesso c’è il rischio di far danno, se non si hanno le necessarie competenze, avvicinandosi al vitigno”. Ma che vendemmia sarà quella del 2013? “Difficile da dire, per ora. E’ stata certamente una primavera anomala, ma tutto sommato per noi senza danni. Se ora arrivasse un’estate calda, ci sono tutti i presupposti perché ci possa essere una grande vendemmia. Naturalmente toccando ferro, perché nel nostro mestiere basta alla fine la classica violenta grandinata per rovinare il lavoro di una stagione. Senza contare gli animali selvatici che imperversano sulle colline: la natura, insomma. Il nostro vero socio, diciamo spesso mio fratello ed io, è il tempo. E’ lui che comanda: e poi nel nostro settore non conta naturalmente solo la quantità di uva prodotta, ma soprattutto la qualità”. La bottiglia di vino, insomma, è il frutto di un percorso complesso, fatto di lavoro, tradizione, cultura, e in fondo anche buona sorte.

Impossibile però, incontrando Vitaliano Maccario, non fare cenno anche all’altra sua grande passione, i motori. Basta citargliela, e gli occhi gli si illuminano: “eh sì, ho cominciato da bambino, sulle piste di go kart qui in zona, e non ho più smesso. Una malattia, ma bella..”. E con risultati notevoli: prima corridore per marchi prestigiosi, il più giovane dei fratelli Maccario è da dieci anni istruttore Porsche, e sempre insieme al fratello Pico (che è anche appassionato di elicotteri) ha dato vita a Bolidea, concessionaria di auto d’epoca e di lusso, anche questa con orizzonti non solo locali. “Soprattutto – conclude Vitaliano Maccario – siamo alla costante ricerca di sinergie e incroci, di progettualità e di marketing, con l’attività vitivinicola”.

Ettore Grassano

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