Ieri, durante la conferenza stampa dedicata al piano di riorganizzazione di Atm, il sindaco di Alessandria ha citato ad un certo punto le fatiche di Sisifo. Che, nonostante il contesto potesse indurre a supporlo, non è un recalcitrante sindacalista della Cgil o della Cisl, ma un personaggio della mitologia greca, simbolo di tenacia, astuzia (ellenica, e in qualche modo pre-mandrogna) ma anche superbia e orgoglio, duramente puniti dagli Dei.
Ricorda Wikipedia (la Treccani che i nostri tempi si meritano, in fondo) che “come punizione Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte. Ogni volta, e per l’eternità, Sisifo avrebbe dovuto ricominciare da capo la sua scalata senza mai riuscirci”.
Rita Rossa, dunque, non rinuncia alla sua erudizione classica, ma per segnalare un rischio molto concreto e reale: quello di rimanere sempre nell’ambito dell’astratezza, oppure del fare e disfare di breve respiro, senza saper ragionare “in campo lungo”.
Sì alla gestione dell’emergenza, dunque, ma senza scordare la prospettiva, ossia la necessità di una strategia, e di strumenti per realizzarla.
Nella fattispecie, si parlava di Atm, e si è detto chiaramente che l’azienda di trasporti rimane assolutamente centrale rispetto agli obiettivi di medio lungo periodo. Nessuna intenzione, dunque, di liquidarla come dice qualcuno: semmai di renderla nuovamente competitiva, e “gestionalmente sostenibile”, ma senza licenziare nessuno. i dettagli del piano, con le ipotesi di riduzione di orario del 50% (ma dello stipendio solo del 25%, in virtù di contratti di solidarietà per un massimo di 24 mesi) per una cinquantina di addetti fra i “non autisti”, sono naturalmente per ora solo una proposta del cda, e dovranno essere oggetto di valutazione da parte della giunta comunale (Palazzo Rosso è “azionista” largamente maggioritario di Atm), e presumibilmente anche di contro proposte da parte del sindacato. Ma, a quanto pare, l’intenzione è di diventare operativi a breve, proprio per uscire da quella dimensione velleitaria di cui si diceva: da Sisifo all’homo faber, insomma.
Ma, a proposito di fare e disfare, su facebook Mario Bocchio, ex consigliere comunale e oggi “dirigente del Pdl” rilancia la questione dell’illegittimità di Costruire Insieme.
Una vicenda delicata, su cui certamente sarebbe opportuno fare definitiva chiarezza, anche perchè ormai “interconnessa” ad altri percorsi, come quello di Aspal, avviata alla liquidazione, ma per la quale ancora l’altro giorno i sindacati invocavano un passo indietro.
Insomma, se Sisifo nascesse oggi, da queste parti, rischierebbe davvero di sentirsi “a casa”. Voi che dite: meglio andare avanti, con determinazione e sapendo dove si vuole arrivare, oppure continuare a raccontarsela, aspettando Godot?