Basta con imprenditori disperati, che arrivano al suicidio come gesto estremo di fronte alle difficoltà in cui versano le loro aziende, a causa della stretta creditizia delle banche. Tino Rossi, europarlamentare alessandrino che aderisce al gruppo Eld, nella riunione plenaria di aprile a Strasburgo ha puntato il dito sulla Bce, e si è rivolto con estrema durezza direttamente al governatore Mario Draghi. Rossi è tra i promotori di una petizione che tutti i cittadini europei sono invitati a sottoscrivere anche online,e che si propone di sollecitare il Parlamento europeo ad “emanare provvedimenti urgenti e concreti per allentare e risolvere la stretta creditizia sulle imprese”. E rivolgendosi a Mario Draghi centra subito il bersaglio: “Ad una mia interrogazione sul perché la Bce non intervenisse sulle banche che non prestano denaro alle imprese, se non a tassi che arrivano fino al 10%, ed usano invece i prestiti a tasso agevolato dello 0,75% soprattutto per acquistare titoli di stato, lei rispose che: “la Bce non può imporre restrizioni alle istituzioni finanziarie in quanto sono le singole banche che decidono in merito allo svolgimento delle proprie attività””.
L’eurodeputato alessandrino ha usato queste parole durante la plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, per mettere sotto accusa il comportamento delle banche che «con i prestiti della Bce hanno guardato più ai loro interessi che a quelli dell’economia reale».
“Differentemente da quella risposta – ha proseguito Rossi – pochi giorni fa lei ha dichiarato che: “è grave che le banche non prestino a tassi ragionevoli, non possiamo e non vogliamo sovvenzionare gli istituti insolventi e i Governi”.
“Quindi – ha continuato – le chiedo: finalmente si è stancato di vedere imprenditori che si uccidono per la stretta creditizia e ha deciso di intervenire sulle banche prima che il sistema Europa sia morto? Ha valutato l’idea che forse, come fanno tutti gli altri Stati del mondo, è meglio stampare denaro anche a discapito del valore dell’euro?”.
“Se ritiene che la Bce non abbia il potere di intervenire direttamente a favore delle famiglie e delle imprese, per colpa del Trattato – ha sottolineato Rossi – abbia il coraggio di chiederne la modifica alle istituzioni”.
Draghi ha risposto all’europarlamentare Eld che “il mandato della Bce è garantire la stabilità dei prezzi, cioè tenere ferma l’inflazione e difendere l’euro”. “La solita risposta da banchiere – ha concluso Rossi – che si sarebbe potuto risparmiare visto che le nostre aziende, per non morire del tutto, hanno bisogno di liquidità. E ne hanno bisogno subito, perché non si può più aspettare di fronte alle migliaia di imprese che ogni giorno chiudono nel nostro Paese”.
“Basta tasse. L’Europa modifichi i trattati e riveda ruolo Bce per fermare i suicidi economici”
In stretta connessione con il tema del sostegno alle imprese, ecco il tema della fiscalità. E anche qui Tino Rossi prende una posizione netta: “Anziché invitare gli Stati a “fare attenzione” nell’introdurre nuove tasse, per far ripartire la crescita l’Ue avrebbe dovuto raccomandare agli Stati di smetterla di imporre altre tasse, in un momento in cui la crisi comporta la chiusura di migliaia di imprese e l’aumento della disoccupazione”.
Rossi ha definito la relazione in materia di fiscalità, votata nei giorni scorsi dalla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, “debole” e “poco incisiva”, considerando un “paradosso” il fatto che per liberare il potenziale di crescita economica dell’Ue non si suggerisca ai Paesi membri di evitare di imporre nuove tasse, ma solo di prestare attenzione nell’introdurne di nuove.
“Sempre a proposito di imposte – ha sottolineato Rossi – vi ricordo che durante la scorsa plenaria, solo grazie al voto contrario dell’Aula, è stata respinta la direttiva che voleva dare alla Commissione il potere di decidere il costo delle quote di CO2. Se tale proposta fosse passata si sarebbe stravolto il mercato e si sarebbero spinte imprese manifatturiere ed industrie energivore a delocalizzare in Paesi terzi”.
Ma allora quale strada è opportuno percorrere? “Bisogna avere il coraggio di dire che l’Ue deve finirla con l’austerità nei conti “a tutti i costi” – ha aggiunto l’europarlamentare Eld – e soprattutto che è ora di rivedere le regole che disciplinano la Bce, come ho anche chiesto la scorsa settimana in una petizione contro i “suicidi economici” dovuti alle speculazioni della Banca centrale europea. Ė indispensabile modificare i trattati, affinché la Bce, anziché finanziare le banche con un tasso ridicolo dello 0,50%, finanzi con lo stesso tasso le imprese e gli Stati, per favorire non i guadagni degli istituti bancari ma quelli delle famiglie e degli imprenditori ridotti al collasso.
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