5 domande a… Antonio Tortorici

tortorici_antonio_1di Andrea Antonuccio.

Se provate a chiedere di lui al quartiere “Cristo”, sentirete solo parlare bene. Una reputazione, la sua, conquistata sul campo come cittadino, politico e presidente della Circoscrizione. Stiamo parlando di Antonio Tortorici, a cui questa settimana rivolgiamo le nostre 5 domande. Vediamo che cosa ci ha risposto…

1) Che cos’è per te Alessandria?
È innanzitutto la mia città, ci sono nato e quindi le sono affezionato… è il capoluogo di provincia, spesso non valorizzato come dovuto, con una sua precisa identità tipica alessandrina o, come dire, “mandrogna”, spesso priva di facili entusiasmi ma puntuale nell’esprimere i suoi valori di solidarietà e generosità.

 2) Perché può valere la pena rimanere qui, invece di andarsene in qualche altra città?
Alessandria, come altre città italiane, sta vivendo un momento socio-economico difficilissimo, la crisi  sta mettendo a dura prova molte famiglie alessandrine. Ciò nonostante ritengo che le potenzialità di Alessandria siano ancora inespresse, o meglio non si è avuto il coraggio politico di sfidare i nuovi cambiamenti epocali. Se è vero che la nostra è diventata una città di servizi, bene, mettiamoli in rete e puntiamo ad una offerta qualitativa verso l’esterno. La naturale posizione geografica la pone capoluogo del Monferrato, un territorio attrattivo per numerosi visitatori e, conseguentemente, “creatore” di sviluppo economico ed occupazionale.

tortorici_antonio_23) La cosa più bella che hai visto quando eri Presidente di Circoscrizione?
Direi che citare  una cosa sola è riduttiva, sono stati 14 anni ricchi di soddisfazione e gratificazione. Un esempio tra tanti, aver dato  un  notevole contribuito al rilancio della tradizionale “Festa del Cristo” insieme ai commercianti di corso Acqui, ed ancora  aver valorizzato  il  senso della partecipazione attraverso costanti confronti con i cittadini e numerose associazioni di volontariato, sia laiche che religiose.

4) Adesso dimmi la più brutta…
Il mio senso di ottimismo prevale, per cui nel risponderti richiamerei quello che ancora non si è riusciti a realizzare sul  territorio circoscrizionale. Per esempio, la valorizzazione del “Forte Acqui”.

5) Come giudichi l’operato di Rita Rossa, e cosa faresti se tu fossi al suo posto?
Oggi fare il Sindaco vuol dire farsi carico interamente dei problemi dei cittadini, e spesso mancano le risorse e le soluzioni appropriate. La causa principale è l’immobilismo dell’agire politico: Roma e Bruxelles sono sempre più distanti dai problemi locali territoriali. Credo che l’attuale Sindaco di Alessandria, essendosi trovata ad inizio mandato impreparata rispetto alla gravissima situazione finanziaria e sociale, abbia legittimamente agito da ragioniere-burocrate. Con la dichiarazione del  dissesto finanziario, però, ha di fatto bloccato una delle forme principali della distribuzione di ricchezza pubblica. Per me la politica non è una sommatoria di numeri contabili, ma di idee, e l’assenza di prospettive e soprattutto di opportunità portano al fallimento della stessa politica. Il pubblico ed il privato devono coesistere, perché solo facendo sistema Alessandria ha la possibilità di risollevarsi e rispondere così ai bisogni dei cittadini.