Cos’è la destra, cos’è la sinistra [U Gnacapiöğ]

Bona Giorgiodi Giorgio Bona.

Se qualcuno era ancora convinto che una piccola fiammella si accendesse a sinistra, anche una luce soffusa, opaca, un po’ smorta, è stato smentito dai fatti.
Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra è un celebre monologo del grande Giorgio Gaber che trova attualità e riscontro dopo la svolta delle elezioni politiche che dovevano dare cittadinanza alla terza repubblica. Terza repubblica che si apre all’insegna degli stessi culi di pietra e soprattutto con gli stessi metodi da bottega che hanno rotto i cosiddetti alla società civile.

Lo scenario cui stiamo assistendo è deplorevole. Alle elezioni il M5S ha salvato la faccia e la pelle della democrazia parlamentare italiana, destinata a naufragare nel mare dell’astensione. Un movimento che raccoglie la fauna elettorale più disparata, quella delusa e incazzata, composta dai padroncini del nord-est e NOTAV della Val di Susa, da commercianti ex leghisti e operai ex rifondaroli.

Ora nella geografia parlamentare gli equilibri politici risultano assai problematici. Il PD che aveva fatto la campagna elettorale contro Berlusconi e il più becero berlusconismo adesso per il bene del paese viaggia a braccetto con l’acerrimo nemico alla faccia di chi li ha votati e di chi ha votato per un programma di cambiamento.
Io ridevo quando nel suo monologo Gaber diceva: la pisciata in compagnia è di sinistra il cesso è sempre in fondo a destra perché adesso la pisciata ha una direzione sola e il cesso è uno spazio comune e in ogni caso si trova sempre a destra.

Astuto come una volpe colui che doveva smacchiare il giaguaro con una rapida giravoltaGaber Giorgio diventa il più grande amico del giaguaro, come racconta una vecchia fiaba russa: se non riesci a sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico.
Che dire di questa misera competizione elettorale che cancella programmi, piani, una speranza di futuro in un mare di merda per chi ancora una volta aveva fatto finta di crederci. La competizione elettorale si è fatta soltanto da una sola parte, a destra perché cosa importa, sempre per dirla alla Gaber, se il saluto vigoroso a pugno chiuso è di sinistra mentre quello un po’ degli anni venti, un po’ romano, un po’ da stronzi è di destra.

Poveri noi. Chi l’avrebbe detto che la competizione elettorale si riduceva a una squallida contesa simile a un incontro di calcetto tra scapoli e ammogliati, per dirla alla mandrogna, cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa. In questo caso non cambiano neppure i suonatori.
E noi…. a ballare