Banche e politica: la ragnatela del malaffare? [Controvento]

Ettoredi Ettore Grassano

Ha ragione Oscar Giannino (nella foto), la vicenda Mps non può essere passata sotto silenzio, anche perché “spalanca” il pentolone degli intrecci occulti e delle commistioni “sotto traccia” tra politica e sistema del credito.

Ma non si può neppure fare le finte vergini: quelle commistioni non solo ci sono da sempre e sono sempre andate bene a tutti i protagonisti del sistema Italia, ma lo stesso governo Monti è stata una scelta “post democratica” decisa su tavoli politico finanziari. Per di più europei. Quindi di che stiamo parlando? Di rifondare ex novo tutto il nostro sistema socio politico finanziario? Ed è possibile riformare una simile ragnatela, senza prima distruggerla? E proviamo ad intuire cosa significherebbe distruggerla: prima dell’auspicata rinascita, ci sarebbe il crollo. Con costi sociali insostenibili.

E’ chiaro quindi che si deve fare pulizia profonda, senza però annientare i risparmiatori, che del sistema politico-bancario e delle sue distorsioni sono il gregge da tosare, la linfa e pure, in caso di crac, la vittima sacrificale.

Amici fidati me lo dicono da tempo: molti dei protagonisti della nostra scena politica ed economica nazionale in Italia non hanno più da tempo il becco di un quattrino, e questo la dice lunga sulle ipotesi reali che questi signori fanno riguardo al futuro. Altro che luce in fondo al tunnel, come ci raccontano dagli schermi tv.

Giannino OscarGiannino propone anche, sul fronte Mps: arrivati a questo punto, non resta che statalizzare, per poi riprivatizzare. Può essere, non ho le sue competenze. A me però pare un pendolo che va avanti e indietro, ma che finché resta in certe mani, cari miei, non può davvero cambiare identità, percorsi e logiche.
E di innovazione dalle urne, a parte la voce sanguigna, popolare (no, populista: per illudersi di essere nel giro “giusto” si dice populista, e se in tv meglio con smorfietta alla Lilli Gruber) e magari anche naif dei 5 Stelle, ne vedo davvero poca.

Del resto un altro bravissimo giornalista economico, Sergio Luciano,
ricordava giusto ieri che le recenti vicende della Fondazione Cariplo
mostrano come lo scandalo Mps non insegni nulla a nessuno.
O meglio, dico io, mostrano che il sistema quello è, i suoi protagonisti quelli sono, e che la ragnatela di comitati e sotto comitati che ha portato il Paese nel baratro non si sente per nulla in discussione, ne in dovere di farsi da parte.

Minacciano di sbranarsi, ricordate? Ma sono slogan finto intimidatori, da campagna elettorale. Semplicemente, cane non mangia cane. E quindi? Quindi lo spettacolo continua, e il popolo bue, disincantato e disilluso ma non ancora ribelle, sorride in piazza e al bar in attesa del nuovo, mirabolante annuncio pre elettorale di domenica, firmato Berlusconi. Almeno lui ci fa ridere, pare essere la motivazione di tanti. L’attenzione vera, però, dovrebbe essere per i nostri risparmi, o quelli che crediamo essere tali. Non è che un giorno scopriremo che sono solo numeri virtuali, come in un grande gioco di ruolo collettivo?