[BlogLettera] Rispettare il territorio e l’ambiente, per le future generazioni

Le eco-mafie sono una delle peggiori piaghe del nostro Paese, nel 2011 dati Legambiente, hanno realizzato un fatturato di 16,6 miliardi di euro, con 33817 reati scoperti (93 al giorno) e con un aumento del 9,7% rispetto a 2010, un temibile assalto, che infierisce e devasta quotidianamente il nostro territorio.
Ma come se questo non bastasse, sembra incredibile che nel Paese ci siano molte altre persone che dimostrano di non avere alcun rispetto per l’ambiente, quasi come se vivessero in un altro pianeta, al punto che, se ne avessero la possibilità, cementificherebbero ovunque, anche sulle spiagge più incontaminate.
Per questa categoria di individui l’unica cosa che conta è il business, tutto il resto, la natura, la salute e il prossimo, rivestono un ruolo insignificante e perciò ininfluente nelle scelte da prendere.

L’abusivismo e la cementificazione selvaggia, si veda ad esempio la deviazione  dei corsi dei torrenti, il disboscamento delle alture sopra le città, l’edificare senza tenere conto della eco-compatibilità, ecc., sono fra le cause principali di smottamenti, alluvioni ecc. come nel caso di Genova ed altri.
Gli eco-mostri, definiti da Legambiente come “ edifici gravemente compatibili con l’ambiente circostante”, sono solamente una parte del problema ma definiscono con chiarezza  una diffusa situazione di mancato rispetto e controllo delle regole e, contrariamente a quanto si pensa, non interessano solo le regioni meridionali, (anche se nelle stesse l’incidenza è prevalente, ma tutto il territorio nazionale).

Chi si comporta in questo modo è talmente poco lungimirante che non si rende conto che continuando a devastare l’ambiente e tutto ciò che di bello e indispensabile contiene per la vita sulla terra, inevitabilmente la natura si ribellerà, come in parte sta già avvenendo, diventando ostile per gli tutti gli esseri umani, che finiranno per diventarne  vittime e pagarne le inevitabili conseguenze.
Probabilmente anche la Tav, se sarà realizzata, passerà alla storia come un opera costosa, inutile, uno spreco di risorse e soprattutto devastante per l’ambiente e il territorio

Le città dopo decenni di consumo eccessivo del territorio, costantemente strappato all’agricoltura, stanno soffocando nel cemento, con tutti i problemi conseguenti, e negli ultimi anni la crisi ha ulteriormente depresso la situazione socio economica, al punto che il numero dei nuovi alloggi costruiti e rimasti invenduti ha assunto proporzioni mai raggiunte prima.
La logica inevitabile a seguito di quanto sopra costringe le Amministrazioni Comunali più attente, ad adottare criteri che portino verso il consumo zero del territorio con un graduale blocco dell’edilizia, alfine di compiere scelte lungimiranti nell’interesse delle città che amministrano e quindi dei cittadini dai quali hanno ricevuto il mandato per governare.

Per questi motivi l’Urbanistica nelle Amministrazioni Comunali, assumerà un ruolo di crescente importanza, ragione per cui nella scelta dell’Assessore, normalmente architetto o ingegnere, al quale affidare tale importante delega è indispensabile che chi di competenza valuti se nel curriculum del candidato sussiste la propensione a salvaguardare l’ambiente con una visione eco-compatibile della città, dell’edilizia pubblica e del controllo di quella privata affinché siano rispettati gli stessi principi, ed inoltre la disponibilità a coinvolgere i cittadini nelle decisioni  riguardanti le opere pubbliche di rilievo.
Governare con il consenso degli stessi, equivale non solo a mettere in pratica un moderno concetto di democrazia partecipata e agevolare l’accettazione delle decisioni intraprese, ma consente nell’interesse generale di ridurre sensibilmente i margini di errore, con un innegabile vantaggio per tutti.

Pier Carlo Lava – Alessandria