Ho sentito su Telecity soddisfazione per San Baudolino. Non per via San Giacomo, dove fino alle 17 non è passata un’anima, facendo decidere alcuni operatori invitati ad andarsene prima del tempo e scontentando i commercianti che pure, acquistando quattro pagine sulla Stampa, hanno sostenuto la fiera con l’intenzione di averne un ritorno di pubblico che venisse nella via e vedesse, almeno, i punti vendita. Soldi mal investiti, non ripagati.
Camera di Commercio, Procom e Comune si son fatti sfuggire l’occasione,data dalla fiera annuale più frequentata della città, di presentare una intera via al Pubblico intervenuto. Non sono stati buoni organizzatori, hanno sacrificato una intera via, riducendo anche il bacino visitabile e riducendo la visibilità del centro storico cittadino, che continua ad essere ridotto a Corso Roma, dove vi sono tutte etichette nazionali e piazzetta della Lega. Una città capoluogo che ha UNA SOLA STRADA COME CENTRO, è un paese senza particolare attrattiva, un banale paesone.
Perchè è avvenuto questo? Alcuni errori strategici: 1°) in piazza Marconi è stata ostruita la visione della via ponendo a fronte del giardinetto cucina e ristorante degli alpini che oscuravano completamente la visione di Via della Vittoria al pubblico in ingresso da Piazza Garibaldi: sarebbe bastato spostare il catafalco in altro modo, o non posizionarlo lì, per non precludere l’accesso nella via al pubblico. Cose già dette a Procom che fa orecchie da mercante.2°) il costo del plateatico, in questi tempi di crisi, invece di essere abbassato è salito a 120 euro, fatto che ha dirottato gli espositori Corso Roma, dove avevano più probabilità di vendita, svuotando anche via San Lorenzo, insolitamente povera di espositori.
Ciò ha ulteriormente allontanato i visitatori dalla nostra via e vanificato l’invito offerto dalla musica, unica via che ne presentava e che poteva essere un buon fine serata per tanti intervenuti.
Ci vuole davvero un bel coraggio a chiedere 120 euro di plateatico di questi tempi! Ottenendo anche il risultato di ridurre il numero di banchi presenti e quindi in prospettiva anche l’attattiva principale della fiera stessa! E ci vuole una grande incompetenza organizzativa da parte anche di Camera di Commercio a sacrificare una intera via per non saper raccordare organicamente il lavoro di una città che si presenta alla fiera del santo patrono. Alessandria deve essere rappresentata da Corso Roma, dove non ci sono punti vendita locali? Giustamente il sig. Zambruno dice:”se siamo via di serie B allora chiedeteci tasse da serie B e non intere come gli altri!”Chissenefrega dei tartufi che si possono permettere in pochi? Che banalità, che noia! la nostra via inoltre è stata annoverata nell’organizzazione della fiera dopo una raccolta di firme mandata al sindaco e una lettera al vetriolo scritta da me, con cui ho espresso mugugni e scoramenti raccolti in questi tempi.
E a soli 10 giorni dall’evento, nonostante avessimo preso i primi contatti con gli espositori un mese fa, in tempo per avere più banchi anche da noi. Meno male che non sono venuti! Un appunto anche ai nostri commercianti che avrebbero dovuto aprire i negozi dal mattino e posizionare i gazebo all’esterno come da me richiesto, fin da piazza Marconi, invito raccolto solo dal negozio di alimentari che ho già ringraziato e dal rivenditore di moto, che è stato infatti visitato da amici e clienti. Nonostante la clemenza del tempo, insperata, abbiamo cozzato contro l’ignoranza organizzativa, la stessa che amministra il Paese e che ci stà portando verso un baratro in cui neppure i burocrati privilegiati potranno trarre vantaggi, dato che non bastano certo gli stipendi degli statali per mantenere le spese dello stato, pertanto, far fallire le imprese, come questo governo stà alacremente lavorando a fare, significherà privare il pubblico di risorse e i suoi dipendenti dello stipendio.
La fiera di San Baudolino mostra nel piccolo come mal funzionano gli enti. Una proposta: dato che Procom è un consorzio che annovera le associazioni di categoria, camera di commercio e comune ed è stata fondata, come dice il nome, per promuovere il commercio, perchè non la sciogliamo e risparmiamo i contributi che le arrivano per una promozione che non fanno? Abbiamo visto lo stesso anche a Gagliaudo e nella fiera del cioccolato, dove non si son rispettate neppure le norme di legge sui mezzi di soccorso, tanto che consiglierei la persona che si è sentita male di sporgere denuncia per danni.
Ciò nonostante, la nostra via ha fatto il suo dovere meglio di tutte: ha invitato aziende rispettose dell’ambiente e della salute dei consumatori, nè griffe multinazionali nè prodotti da supermercato, reperibili ogni giorno e a prezzi più convenienti.Ha organizzato una conferenza su una disciplina, il crudismo, che propone una dieta antitumorale e preventiva dei più diffusi mali degenerativi attuali, gestita da ricercatrice universitaria, dott.ssa Cristina Vezzani (a breve visibile su youtube cliccando sul nome del relatore). Ha ospitato 7 aziende biologiche storiche, alcune pluripremiate, e offerto musica e intrattenimento, oltre all’esposizione di una mostra sulle sofisticazioni alimentari. La dimensione umana della nostra proposta si respirava comunque in Via san Giacomo, strada che per essere, come ci ha detto Berrone, senza la forza delle altre vie cittadine del centro, in questi anni ha dato esempio alle successive organizzazioni di commercianti venutesi a formare dopo l’attività della nostra associazione (al nono anno di vita), ha fornito agli operatori biologici della provincia le basi per creare un mercatino stabile, in piazzetta della lega( scippandolo alla nostra via che lo aveva organizzato per prima per tre anni di fila), ha ottenuto un miglioramento dell’illuminazione stradale, motivo originario della costituzione di un comitato prima e dell’associazione dopo, e propone da 9 anni attività a costo zero per la città, con una continuità- basata su lavoro volontario – che nessuna strada cittadina ha mai eguagliato.
Forse siamo un cattivo esempio, dimostriamo come i cittadini possano e debbano organizzarsi per gestire la propria esistenza e il proprio lavoro, come debbano interloquire con la pubblica amministrazione di cui siamo i finanziatori e non i sudditi,come si possa pervenire, praticamente senza soldi, a risultati superiori di quelli conseguiti da organismi preposti a farlo e dotati di stipendi e risorse.Forse per questo troviamo chi ci rema contro? Direi che piuttosto che di minor forza si dovrebbe parlare di forze e risorse umane inusitate, tali da suscitare l’ostruzionismo di quegli istituti che dovrebbero essere preposti a fare ciò che non fanno, ricevendone remunerazione, e generare nella città riflessioni e servizi che vengono a colmare la mancanza dei legittimi facenti funzione. La Storia siamo noi, cantava De Gregori. Siamo in attesa di vedere cosa è in grado di fare Lo Stato “per noi”.
Maurizia Pertegato
Presidente Associazione Imprenditrici di Via San Giacomo della Vittoria