Il Palazzo di vetro (smerigliato?)

Mentre, giustamente, i riflettori continuano a puntare sull’emergenza stipendi delle partecipate comunali alessandrine, e sulle possibili soluzioni, noi proviamo a fare un passo indietro, e ad occuparci di nomine e trasparenza.
La scorsa settimana se ne è discusso in consiglio comunale, ed è stato motivo di polemica tra le parti.

Chi ha ragione? Le opposizioni (su iniziativa di Emanuele Locci, ma con l’appoggio eterogeneo di Lega, Udc e Movimento 5 Stelle) chiedevano che, per trasparenza, fossero pubblicate sul sito Internet del comune le motivazioni delle nomine dei rappresentanti del “Palazzo” in enti, aziende e istituzioni.

Barosini ha ben sintetizzato: “Si va contro solo perché lo ha proposto Locci? Perché se noi chiedessimo direttamente ai 90 mila alessandrini, se vogliono le motivazioni di una scelta, cosa pensate che risponderebbero?”.

Ma la maggioranza di centro sinistra ha risposto niet, con l’astensione di Giancarlo Cattaneo dell’Idv (sempre meno allineato, su questo come su altri temi).

Tra l’altro, sul sito del Comune la pagina delle partecipate (componenti dei cda e rispettive retribuzioni) è ancora ferma all’era Fabbio: varrebbe la pena di darsi una mossa, no?

A me la posizione della maggioranza sembra davvero deboluccia. Certo, chi nega che la questione fosse esattamente ribaltata durante il quinquennio Fabbio? Su questo non ci piove: alcune delle figure nominate allora ci fanno ancora sorridere, “amministratori per caso” senza la minima competenza.  Però è altrettanto vero che le nomine fin qui effettuate dal centro sinistra non sembrano distinguersi gran che dall’andazzo precedente.

Vecchi amici di famiglia, socialisti di sinistra e socialisti di destra, qualche disoccupato fedele a cui garantire una sopravvivenza “equa e solidale”. Tutta qui, la rivoluzione post dissesto? Beh, sì, al momento non si intravvede molto altro. E se lasciamo ad altri l’elenco delle amicizie e delle partentele, non possiamo non constatare che il giochino del “loro erano peggio di noi” ha davvero stancato tutti.

E poi dicono che uno si butta con l’antipolitica. Semmai, ad Alessandria, stupisce ad oggi l’opposizione disciplinata e quasi silenziosa dei 5 Stelle. Ragazzi perbene, senza dubbio. Ma un po’ di grinta non guasterebbe, che diamine! Eppoi dicono che a tirare i fili c’è Bellotti: ma va, non ci credo. Bellotti quello dei mutandoni sventolati sotto il naso al sindaco Fabbio, e delle mille scenate? Quello sì che un po’ ci manca, dai…meglio come “prima donna” che come puparo?

E. G.