Dove prendere i soldi? Il problema è essenzialmente quello, ad Alessandria come a Roma. Chi ha gestito la macchina pubblica per tutta la seconda Repubblica (anche prima in realtà, ma le condizioni nazionali e soprattutto internazionali erano molto diverse, e in ogni caso un discrimen bisogna pur fissarlo) lo ha fatto talvolta con assoluta incompetenza, o più spesso con malafede approfittatrice.
Così oggi siamo a questo punto. Per guardare solo al nostro orticello: a fine mese i dipendenti del Comune di Alessandria e delle sue partecipate corrono con apprensione a controllare se il bonifico sul conto corrente (spesso 1.200 euro: dirigenti esclusi naturalmente) è arrivato, e se insomma la si è sfangata un altro mese. Non sempre succede, come le cronache Atm, Amiu, Teatro Comunale e quant’altro ci raccontano.
Chi si accontenta di incassare un anticipo, chi ha lo stipendio pieno ma scopre che da tempo non gli versano i contributi, e così via. E sappiano comunque, gli impiegati suddetti, che in un rapporto prestazioni/retribuzione/garanzie loro rappresentano comunque la crème del territorio, per dire come siamo messi. Basta chiedere un po’ in giro, dal mondo edile al commercio, per rendersene conto.
Se poi guardiamo all’apprensione con cui mister Monti si appresta ad affrontare il vertice europeo delle prossime ore, è chiaro che la parola emergenza, a tutte le latitudini, non è oggi spesa a vanvera.
Però sapete qual è il rischio vero, a Roma come ad Alessandria? E’ che, con la filastrocca dell’emergenza, si facciano ingoiare bocconi stra-amari ai più deboli, senza
1) mettere davvero le mani nelle tasche di chi (singole e società, banche in primis) i soldi ce li ha, eccome
2) prendere atto della grave responsabilità di un’intera classe dirigente, che dovrebbe farsi da parte in toto, e pagare in solido per gli errori commessi. Altro che le riflessioni del Pd sul concetto di durata dei tre mandati parlamentari. Unghie che stridono sui vetri.
3) riconsiderare l’enorme squilibrio della spesa pubblica, sprechi compresi. Dai Ministeri fino al carrozzone alessandrino (Palazzo Rosso più partecipate) che, non ci stancheremo di ripeterlo, è stato gonfiato a dismisura per troppo tempo, senza considerare le conseguenze. Naturalmente non sto dicendo di lasciare tout court in mezzo ad una strada i più deboli: ma ci vorrebbe davvero un progetto complessivo, in grado di immaginare, e rapidamente realizzare, una mezza rivoluzione nelle modalità di gestione dell’economia cittadina, e anche provinciale.
Ci sono in giro le intelligenze, ossia gli uomini e le donne, capaci di risollevare (al di là delle emergenze, al di là delle elemosine dei tedeschi) le sorti di questo Paese, e naturalmente pure di Alessandria?
Io credo di sì, e che però al momento sia in corso, con Monti and company, il progetto esattamente opposto, ossia un bieco tentativo di restaurazione: metterci l’ennesima pezza, e lasciare tutto nelle mani dei soliti noti.
Intanto però, stasera, tutti davanti ai teleschermi per una sfida Germania Italia che più simbolica (ma forse anche sterile) di così non si può…
E. G.