Operai Michelin e Montedison (ora Solvay Solexis, nella foto) morti di cancro senza potersi godere la pensione ne ho conosciuti diversi. Sarà per questo che da sempre sono convinto che quelle due fabbriche spinettesi lì proprio “un polmone verde” per Alessandria e dintorni non l’hanno mai rappresentato.
La chiamava proprio così quell’area, “il polmone verde di Alessandria”, negli anni Ottanta un mio amico, figlio di un operaio che lavorava in uno dei due stabilimenti, a dimostrazione che l’ironia è una gran cosa, e spesso arriva prima.
Anche se naturalmente non sono un tecnico, e non ho gli strumenti per “leggere” l’incidenza di certe patologie applicata ad una popolazione “mirata”, come i dipendenti di una fabbrica o i residenti di una certa area. Ricordo però che, in passato, chi ci ha provato è stato quasi messo alla berlina, e spesso confutato con fior di dati ufficiali, raccolti ed elaborati da strutture pubbliche istituzionalmente deputate al monitoraggio del territorio. Eh già..
Ora del tema hanno preso ad occuparsi con una certa tenacia anche i tribunali, e su entrambi i fronti ci sono in corso procedimenti giudiziari che certamente avranno tempi lunghi, e soprattutto in ogni caso non riporteranno in vita chi in passato, pensando di aver trovato un modo dignitoso di campare, ci ha invece rimesso la pelle. Però magari l’attenzione mediatica di questi mesi aiuterà ad inquadrare la questione in termini non solo storici, ma anche prospettici, di presente/futuro.
Sì, lo so: oggi i tempi sono cambiati, i controlli sono efficaci, tutto è ben regolamentato. Che temo sia più o meno la stessa storiella che raccontavano, negli anni Sessanta e Settanta, agli operai Eternit, e a quelli spinettesi. Vicende diverse, naturalmente. Ma la storia è sempre maestra di vita? Mah…io intanto ieri mi sono letto sul Piccolo il calvario di alcuni vecchi operai Michelin malati di cancro, nel racconto dei famigliari. Fatelo anche voi, e poi ditemi cosa ne pensate.
E. G.