L’interporto di Rivalta parlerà belga

Da quanto tempo si parla di logistica nella nostra provincia? Sono almeno vent’anni che ci sentiamo raccontare che la nostra posizione territoriale è “strategica”, svincolo essenziale per l’arrivo delle merci dai porti liguri, e il loro smistamento non solo verso la pianura padana, ma verso il cuore dell’Europa, e via dicendo.

Carrozzoni inutili, a totale o maggioritaria partecipazione pubblica, ne abbiamo visti nascere diversi, e qualcuno ancora sopravvive. Progetti veri molti meno, se è vero che, ad oggi, l’unica realtà concreta e di spessore in questo ambito rimane l‘Interporto di Rivalta Scrivia. Che ora, e questa è una notizia “bomba” dalle implicazioni forse ancora non del tutto approfondite, sta per passare di mano.
Il socio di maggioranza non sarà più il gruppo Fagioli, ma la multinazionale Katoen Natie, “con sede in Belgio e piattaforme intermodali in diverse parti del mondo, per esempio in Uruguay”.

Tutte da chiarire, appunto, le implicazioni: non solo per le 700 persone che lavorano a Rivalta, ma per l’utilizzo e le prospettive di attività della struttura. E il gruppo Gavio, che dell’Interporto è socio di minoranza, e che fino a qualche mese fa pareva intenzionato a rilevare in toto la struttura? Che rapporti ha, o avrà, con il gruppo Katoen Natie? E in che modo questo passaggio di proprietà potrà incidere, positivamente o negativamente, sul nostro territorio?

Sappiamo bene che da anni nell’alessandrino si parla (spesso a vanvera) di nuove aree logistiche, dallo scalo merci di Casalbagliano a San Michele, fino ad un altro progetto a Castellazzo Bormida. Hanno ancora senso, e sono necessari, disegni di questo tipo, o possono magari interconnettersi con la presenza sul nostro territorio di uno dei maggiori player internazionali del settore? E non avrebbe forse senso, alla luce di tutto ciò, investire nel potenziamento della viabilità stradale e ferroviaria esistente (entrambe assai migliorabili), anziché puntare sul pozzo senza fondo del terzo valico?

A voi proposte e considerazioni.

E. G.