“Quante volte ci siamo parlati e guardati, ma mai forse ci siamo incontrati..”, così si parafrasavano gli addii. Sono passati i giorni, le emozioni trepidanti, proprie di ogni elezione e per un segno di correttezza politica e morale, ho tenuto nel cassetto, non un sogno, ma un comunicato che a lungo avrei voluto già pubblicato. Per non voler danneggiare una coalizione e soprattutto un movimento in cui sono cresciuto e a cui devo molto, in un momento così delicato, ho tenuto a freno ciò che sentivo, ma questo a me stesso non ha pagato, perché quello che fu ora stento a riconoscerlo.
E’ tempo. I miei dissapori, per alcuni forse contraddizioni, erano note all’interno del partito, per chi avesse avuto la sensibilità di coglierle. Non cerco alleati, anche se non mancano, non ho condiviso il modo con cui, alle ultime elezioni, è stata condotta la campagna elettorale dell’Udc o di quello che resta, visto che non esiste più (vedi l’annuncio dei vertici nazionali a pochi giorni dal voto!), e non ne condivido oggi il modus operandi di molte delle linee programmatiche orientate della direzione.
A Barosini riconosco il merito di aver agito sempre con passione e con il massimo impegno, ma pure, absit iniuria verbo, di non capire spesso quando bisogna fermare il passo per non incorrere in un danno. L’operazione salva voto non ha premiato. In Consiglio comunale il popolo di centro si vedrà rappresentato per i prossimi cinque anni, sostanzialmente al 50%: Stefano Foglino (ex Consigliere Pdl) non è certo un uomo dallo scudo crociato illo tempore. Avrei preferito la presenza di uno storico militante, i nomi non mancano, ma si sa vincono sempre gli stessi.
E il Movimento 5 Stelle? E’ figlio dei tempi, alcuni punti del suo programma sono opinabili, ma onore al merito per aver ridato fiducia e voce al popolo. Il conquistato consenso di cui gode ad oggi può avere un sol nemico: una paventata implosione.
Il Terzo Polo (ad Alessandria persino diviso) invece si è rilevato a ragione, ininfluente, un’alleanza sterile e priva di carattere ed ora dovremmo credere al Partito della Nazione? Il Presidente Casini è forse l’Araba Fenice? Il redde rationem si è avuto dopo le amministrative: un risultato mesto e deludente, sintomo di un calo dei consensi, per un partito dispensatore di voti o forse di equilibri, ma sempre meno compresi. In politica come nella vita, non ci sono vincitori o vinti, ma solo uomini veri se sono a se stessi, con le proprie idee, valori e principi, coerenti. Un giovane magistrato ucciso dalla mafia un giorno disse: “Alla fine della nostra vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili”.
Urge un risveglio delle coscienze, a tutela dei lavoratori e delle fasce più deboli: i primi provvedimenti messi in atto dal neo Sindaco sembrano andare in questa direzione, segno tangibile di una ritrovata equità sociale. Un plauso sentito. Affascinato dalla tenacia e dalla sensibilità, io credo con forza che essere donna sia un dono, ma anche un impegno e Rita Rossa, questo incorruttibile principio, credo che lo incarni appieno. In queste ultime elezioni amministrative non ha vinto l’antipolitica, ma la politica nel senso più nobile, e il ragguardevole risultato raggiunto da diverse forze, vedi anche la Lista civica Noi Giovani (Noi crediamo..), quasi 600 voti di cui più di 300 al solo simbolo, un successo che considero anche personale, ne è un esempio più che eloquente.
Così ho scelto: volto pagina, ma non è la fine di un libro, ma solo la fine di un capitolo. Ora armato del mio coraggio ed entusiasmo mi rimetto pertanto in gioco ed in viaggio, verso un nuovo sogno, verso un nuovo progetto, da poter realizzare e magari un giorno ricordare e raccontare. Il dado è tratto e l’epilogo si è ormai da solo scritto: a causa di insanabili incomprensioni comunico con il presente le mie dimissioni irrevocabili dall’attuale incarico di Presidente provinciale dei Giovani Udc e dal partito stesso, non condividendone più le direttive.
Auspico per chi verrà a sostituirmi di poter continuare a svolgere ogni compito affidato con impegno ed onestà, mettendo sempre in primo piano quei valori cristiano-cattolici che hanno sempre contraddistinto ogni passo di ogni mio cammino. Non so dove questo mi condurrà, ma libero da ogni laccio di opportunismo ed interesse, voglio concludere con una celeberrima frase di Martin Luther King che ritengo, in politica come nella vita, fondamentale: “Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste”.
Davide Nocito