-un Tavolo Istituzionale permanente, insediato presso la Presidenza del Consiglio e formato dai Ministri delle infrastrutture, dell’ambiente e della salute, dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni coinvolti nella realizzazione dell’opera;
-un Osservatorio tecnico, che operi in loco, con il compito di vagliare e trovare soluzione a tutti i problemi, ambientali, sanitari, trasportistici, economici e sociali, collegati alla costruzione e alla messa in esercizio del Terzo Valico, allo scopo di minimizzarne gli impatti sul territorio e di concertare tutte le azioni in grado di produrre compensazioni e benefici per le comunità locali;
-l’inserimento del Terzo Valico tra le infrastrutture ricomprese nelle misure della Legge Regionale 4/2011, finalizzate: a valorizzare il sistema delle imprese locali, tanto sul fronte del subappalto di lavori, quanto su quello della fornitura di servizi; a concertare benefici fiscali per le comunità coinvolte; a recuperare parti degradate degli abitati per destinarle agli insediamenti di quote della cantieristica; a rafforzare il tessuto dei servizi sociali e sanitari in coincidenza con la domanda incrementale prodotta dalla presenza dei cantieri.
Sono queste le condizioni che, come Partito Democratico della provincia di Alessandria, riteniamo indispensabili per governare il complicato processo di avvio dei cantieri della nuova linea ferroviaria. Ed è necessario e urgente che Governo e Regione provvedano in tale senso con assoluta urgenza
Le vicende della Torino-Lione in Valle di Susa ci hanno insegnato, in questi anni, che senza un efficace lavoro di concertazione territoriale e di informazione trasparente e puntuale verso le popolazioni, circa i rischi e i vantaggi connessi alla realizzazione di una grande opera, i processi di infrastrutturazione, dei quali il Paese indubbiamenete necessità, si trasformano in generatori di conflitti e tensioni sociali, che occorre prevenire, prima che si trasformino in problemi di ordine pubblico.
La rilevanza strategica dell’opera è fuori discussione, come elemento essenziale delle nuove reti di connessione programmate dall’Unione Europea, come volano per lo sviluppo della portualità ligure e del sistema logistico del Nord-Ovest, come fattore di incremento della competitività del nostro territorio al fine di attrarre verso di esso nuovi investimenti produttivi, come arteria in grado di dare maggiore sostenibilità ai traffici commerciali tra mare ed entroterra mediante il riequilibrio modale da gomma a ferro.
Sono questi i motivi che ci hanno indotto, e hanno indotto negli anni passati gran parte della Amministrazioni locali, a cominciare dalla Provincia di Alessandria, ad assumere, da tempo, nei suoi confronti un atteggiamento positivo e costruttivo.
Tuttavia, tale atteggiamento di responsabilità verso gli interessi generali del Paese, non può essere considerato come un’abdicazione rispetto al ruolo che ci compete a tutela dei diritti e degli interessi del territorio e delle sue popolazioni, in molte parti affidate al governo locale di nostri esponenti. E deve trovare riscontro in altrettanto senso di responsabilità , da parte di Governo e Regione, verso le comunità locali.
Per questa ragione, il PD della provincia di Alessandria, pur ribadendo il proprio convinto orientamento favorevole alla realizzazione della nuova linea ferroviaria AV/AC, tra Genova e Novi Ligure, non può che rimarcare le gravi insufficienze che, ad oggi, connotano il rapporto tra i soggetti attuatori dell’opera e le comunità locali.
Rapporto che non può essere affidato a incontri sporadici con le amministrazioni e le popolazioni, per di più impropriamente delegati nella loro gestione al General Contractor, che in quanto portatore di uno specifico interesse non è certo il soggetto più adatto a farsi carico dell’interesse generale delle collettività.
Né la complessità dei problemi sul campo può essere affrontata solo in forza del pur importante coordinamento sinora svolto dalla Provincia di Alessandria, peraltro in assenza di qualsiasi formale investitura da parte di Regione e Governo.
Il Tavolo Istituzionale presso Palazzo Chigi e l’Osservatorio tecnico sono, dunque, strumenti indispensabili ai quali affidare, in modo strutturato e organizzato, sia la verifica circa il mantenimento delle prescrizioni e degli impegni assunti al momento dell’approvazione del progetto definitivo, nel 2006, sia la concertazione relativa a tutte le ulteriori garanzie sanitarie e ambientali e a tutte le maggiori compensazioni, necessarie ad armonizzare le finalità generali dell’opera con le legittime aspirazioni di sviluppo delle comunità locali.
In particolare, le questioni aperte riguardano:
a) le garanzie circa la salute dei lavoratori e dei cittadini, in riferimento alle legittime preoccupazioni generate dalla questione amianto: esse vanno affrontate intensificando la campagna di sondaggi geognostici e rendendo conto alle popolazioni, in modo trasparente e verificabile, dei risultati;
b) le garanzie circa le risorse idriche, rafforzando anche in questo caso le indagini geologiche e superando le questioni lasciate irrisolte dalle stesse prescrizioni contestuali al progetto definitivo;
c) la verifica puntuale, e preliminare all’avvio dei lavori, circa la coerenza tra la progettazione esecutiva e le prescrizioni accolte nel contesto del progetto definitivo;
d) la verifica circa i finanziamenti e le tempistiche necessarie a dare attuazione a quanto previsto dagli accordi di programma stipulati a suo tempo con RFI, relativi al miglioramento della permeabilità della linea storica in coincidenza con alcuni degli abitati attraversati;
e) il rilancio del progetto di area vasta di una piattaforma logistica del Nord-Ovest, che faccia perno sul fronte portuale ligure e sul sistema retroportuale e interportuale della Valle Scrivia e dell’Alessandrino, così come previsto negli accordi sottoscritti con RFI contestualmente all’approvazione del progetto definitivo;
f) la produzione, da parte di un soggetto indipendente e di alta qualificazione internazionale, di un’analisi costi/benefici che dia conto in modo efficace ai cittadini dell’utilità dell’opera;
g) l’avvio rapido, a quadro infrastrutturale invariato, di un progetto di trasferimento modale, da gomma a ferrovia, di quote di trasporto merci da e per i porti liguri verso l’entroterra, anche mediante lo stanziamento di apposite risorse finanziarie da parte del Governo, finalizzate a obiettivi predefiniti e misurabili;
h) la programmazione di un nuovo modello di esercizio per il trasporto delle persone che, facendo perno su Novi, Alessandria e Tortona, riqualifichi il sistema dei servizi ferroviari pendolari tra Genova, Milano e Torino, secondo i principi del cadenzamento, supportato anche dagli investimenti necessari al rinnovo e al potenziamento del materiale rotabile ad essi destinati;
i) la definizione di protocolli, chiari ed efficaci, tra i soggetti responsabili della realizzazione, le Regioni e gli Enti Locali, con le competenti autorità, finalizzati a impedire che nei processi di realizzazione delle opere e nelle forniture di servizi, in particolare lungo la complessa catena dei sub-appalti, si possano determinare fenomeni corruttivi e/o di infiltrazioni della criminalità organizzata
Questi, insieme ad altri e più specifici punti, sono oggetto di un documento complessivo che il Partito Democratico affiderà all’approvazione della prima, prossima riunione della Direzione provinciale.
Gli aspetti qui anticipati sintetizzano, schematicamente, solo gli aspetti più rilevanti dei quali il PD della provincia di Alessandria intende farsi carico, orientando in tal senso la propria azione politica nei prossimi mesi.
Partito Democratico
Unione Provinciale di Alessandria