Cronache da palazzo (2): Lo spam della politica

Prosegue la testimonianza di un dipendente di Palazzo Rosso, che ci racconta il punto di vista di chi vive “dall’interno” queste settimane convulse, sospese tra campagna elettorale e spettro del dissesto finanziario. Buona lettura e buon commento a tutti!

E. G.

Qualche giorno fa, aprendo la posta elettronica che mi è stata affidata dal Comune per lavoro, ho trovato una simpatica lettera di propaganda elettorale di un consigliere di maggioranza.

Ma come? Innanzitutto, non più tardi di qualche mese fa arrivò una circolare dal servizio informatico, agli indirizzi di posta elettronica comunali, nella quale ci intimavano di utilizzare le mail comunali solo ed esclusivamente per comunicazioni ufficiali e di lavoro. Lo trovo giustissimo! Per scrivere cavolate o far girare informazioni sulla meditazione trascendentale o cosa pensano le donne degli uomini e viceversa, è cosa buona e giusta farlo dalle caselle personali e, magari, fuori dall’orario di lavoro.

Ma il punto è un altro. Devono spiegarmi per quale motivo mi devo sorbire gli sproloqui di un politicante mentre lavoro e se questi rientrano in comunicazioni istituzionali, oppure non siano tanto diversi dalle barzellette inoltrate da un collega. Soprattutto, se consegnano gli indirizzi di posta dei dipendenti comunali lo devono fare con tutti i politici in corsa per le elezioni, per la famosa e tanto declamata par condicio! A questo punto però saremmo invasi dalle letterine compiaciute di quanti? Quindici candidati sindaco, non oso pensare a quanti sono in totale quelli per la poltrona da consigliere comunale. Se non fossi così alterato per quello che sta accadendo nel mio posto di lavoro e nella mia città, direi che c’è abbastanza materiale per andare a Zelig!

Infine vorrei segnalare a certi personaggi che la propaganda elettorale spesso può ritorcersi contro. Attenzione, non venite a raccontare a noi quanto siete stati buoni e bravi, purtroppo noi abbiamo visto con i nostri occhi e saremo tra coloro che pagheranno le vostre malefatte.

Velasquez