Borgoglio: “A Palazzo Rosso vivono chiusi nel bunker: sul futuro di Amag vorrei un referendum popolare”

Borgoglio 2Dove vuole davvero arrivare Felice Borgoglio? E’ vero, come sostengono in molti, che è lui, ex sindaco di Alessandria ed ex parlamentare di primo piano del Psi nella prima repubblica, l’ideologo e il ‘deus ex machina’ di Partecipazione Democratica, il rassemblement di partiti e movimenti del centro sinistra che ha deciso di dare del ‘filo da torcere’ al Pd alessandrino, e al sindaco Rossa? E con quale finalità? Magari addirittura la candidatura a primo cittadino nel 2017, alla guida di uno schieramento di forze alternative al Partito Democratico? Già in passato, e più volte, Borgoglio non ha risparmiato analisi severe  sull’operato dell’attuale amministrazione di Palazzo Rosso, ma l’impressione è che dall’inizio del 2015 ci si trovi di fronte ad una fase nuova, ad un salto di qualità nella critica, o se si preferisce ad un progetto politico alternativo per l’Alessandria di domani.

Spinti da queste curiosità, che dal desiderio di verificare le voci che continuano a ‘rimbalzare’ tra gli addetti ai lavori, abbiamo incontrato l’onorevole Borgoglio per un caffè/intervista, in una mattinata piovosa da inverno tipicamente alessandrino…..leggete cosa ne è emerso.

 

Onorevole Borgoglio, qualcuno evoca poteri forti e oscuri che vogliono mettere le mani sulla città, qualcun altro intima ai 70-80 enni di stare al loro posto, che non è evidentemente la prima linea, e neppure la stanza dei bottoni. Le sono fischiate le orecchie?
(ci guarda e riflette, ndr)
Ho letto, ho letto tutto. E parto da questa riflessione: mi spiace che sempre più spesso il Pd, almeno a casa nostra, invece di confrontarsi su questioni concrete, entrando nel merito, scelga la strada dell’attacco personale, e della denigrazione. Non è che sia una prova di forza e capacità politica, diciamocelo. Poi mi viene in mente un mio vecchio amico toscano, che mi dice sempre: “Felice, un bischero è un bischero, a vent’anni come a settanta..”.

 

Però mica vorrà negare di essere l’ideologo e il maître à penser di PartecipazionePartecipazione democratica Democratica….
Partecipazione Democratica è il tentativo di avviare un processo politico collettivo. E’ tipico di questi anni ragionare solo in termini di individualità, e di ambizioni di singoli: ma la politica, quella vera, è un’altra cosa. Ricordo che Partecipazione Democratica nacque lo scorso anno, in occasione delle elezioni provinciali, sia pure atipiche perché senza voto popolare. Alcuni soggetti del centro sinistra (in particolare Socialisti, Comunisti Italiani e Scelta Civica, ndr) presero atto del rifiuto del Pd di ragionare in termini di presentazione di un’unica lista di centro sinistra, rispettosa del pluralismo e capace di rappresentare tutti. E presentarono una propria lista, raccogliendo il 9% dei consensi, ed eleggendo un proprio consigliere a Palazzo Ghilini, ossia il sindaco di Volpedo Giancarlo Caldone.

 

Ora il percorso continua, e nel mirino c’è Palazzo Rosso: con quali obiettivi reali? Ottenere più spazio politico al fianco del Pd, o in prospettiva esserne alternativi?
Intanto al progetto di Partecipazione Democratica hanno nel frattempo aderito anche Moderati e Sel: il che peraltro non significa che ognuno smette di pensare con la propria testa. Partecipazione Democratica (fateci caso: la sigla è comunque Pd…., ndr) non è e non sarà una caserma, ma uno strumento per tornare a coinvolgere gli alessandrini rispetto alla gestione dei beni pubblici, e al futuro della città. Oggi c’è in giro un torpore preoccupante: che naturalmente non è colpa solo del Pd, ma mi pare evidente che, sul fronte della partecipazione, l’attuale maggioranza e anche il Partito Democratico hanno fatto ben poco. Anzi: siamo arrivati al punto che anche le decisioni più strategiche si prendono senza neanche più passare attraverso il consiglio comunale….a noi questo non sembra un modello democratico accettabile, e neppure decente. Vorremmo che Alessandria tornasse ad essere una comunità che crede in se stessa: a partire dai tanti professionisti, avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri che possono e devono rappresentare una risorsa, e tornare ad occuparsi in prima persona di politica, intesa come bene comune. Se questo non succederà, il declino di Alessandria sarà inarrestabile.

Comune di Alessandria 3

 

Entriamo allora nel merito delle questioni: a quali scelte strategiche si riferisce?
Parto da una di cui si è discusso così poco, che gran parte degli alessandrini neppure lo sa. C’è stata una delibera, lo scorso 23 dicembre, con cui la giunta ha deciso di mettere a gara la manutenzione e la fornitura di calore ed elettricità di una settantina di immobili comunali, affidando la presentazione del progetto a Manutencoop. E parliamo di servizi che valgono un po’ più di 4 milioni di euro l’anno, per 15 anni, ossia più di 60 milioni di euro, senza neppure passare per il consiglio comunale: se questa è partecipazione….Ma il punto è che una simile delibera danneggia Amag, che oggi eroga il servizio calore a quegli immobili, e potrebbe tranquillamente aspirare anche a fornire l’elettricità. Quindi, se gara deve essere, dovrebbe spettare ad Amag la presentazione del progetto con diritto di prelazione, non a Manutencoop, che ad oggi peraltro non risulta aver vinto nessuna gara Consip in questo settore su tutto il territorio nazionale. Non solo: il rischio è che la delibera di dicembre sia illegittima, perché c’è già stata una gara Consip vinta dalla società Antas: ovvio che bisognerebbe partire prima da lì….

Però è un tema molto tecnico on. Borgoglio: gli alessandrini certamente sono piùTeleriscaldamento 2 interessati/incuriositi dal teleriscaldamento. Conviene o no? E perché Partecipazione Democratica si oppone?
Non è che siamo contrari in assoluto, per principio. Il punto è dove lo fai, come e con quale orizzonte. Innanzitutto va detto che, a livello europeo, la strada del teleriscaldamento viene in genere percorsa con impianti mirati, e non di grandi dimensioni: e se viene utilizzato in aree in cui va a sostituire caldaie a gasolio ha certamente un senso. Qui però stiamo parlando, attenzione, di realizzare una rete di distribuzione parallela a quella del gas del Gruppo Amag: quindi di fatto di un depauperamento del patrimonio dei cittadini, con privatizzazione senza indennizzo, e una perdita patrimoniale per Amag di circa 20 milioni di euro. Non sta né in cielo né in terra insomma: un po’ come se, quando è partito Italo, il treno privato, si fosse autorizzata la realizzazione di una seconda rete ferroviaria. E così anche nel campo delle telecomunicazioni. In più: il progetto presentato prevede a regime ricavi per il calore di 35 milioni di euro, il che a popolazione invariata vuol dire una cosa molto semplice: questo fatturato sarà perso da Amag.

Amag AlessandriaPerò l’obiezione la conosce: siamo già in regime di libero mercato, e prima o poi ci saranno le gare anche sul fronte gas. O ci si attrezza al nuovo mondo, o si perisce. E poi qualcuno maliziosamente aggiunge: gli anni Settanta sono finiti….
Benissimo, ma se si vuole privatizzare Amag per potenziarla, si cerchino soci privati, locali o nazionali, disposti a fare investimenti veri sull’azienda, e a farla crescere. Negli anni Settanta e Ottanta, visto che li cita, questa città è stata dotata di importanti beni pubblici, che hanno erogato servizi di valore, e aumentato la qualità di vita degli alessandrini. Quel che è inaccettabile è che qualcuno, in qualche stanza e senza il minimo confronto con i cittadini, abbia deciso di smantellare questo sistema di infrastrutture pubbliche. Per questo dico: perché del futuro di Amag non si parla con i cittadini, magari facendo un bel referendum di consultazione popolare? In democrazia mi pare corretto procedere così: il sindaco ci faccia sapere cosa ne pensa.

Ma il progetto Multiutility vi convince?Atm mezzi 1
Se la Multiutility è uno strumento per aumentare efficienza e qualità dei servizi erogati, e per creare valore pubblico a beneficio degli alessandrini, assolutamente sì. Uscirei da sterili polemiche sui compensi dei manager, che devono essere pagati con buon senso, e per quel che valgono. Semmai la smetterei di andare a cercare campioni all’esterno, e valorizzerei le risorse del nostro territorio e delle nostre aziende. E poi valuterei attentamente la situazione di Atm: se si andrà verso un’unica agenzia regionale dei trasporti il problema non si pone. Ma se così non fosse, perché non pensare di inglobare il trasporto pubblico locale all’interno della Multiutility, rendendolo più moderno ed efficiente e, al contempo, utilizzandolo come bonus all’interno di un pacchetto integrato di servizi? Mi spiego: Alessandria è città di anziani, a cui un trasporto locale che funziona servirebbe, eccome. Perché non offrire abbonamenti o biglietti gratuiti a chi è cliente della Multiutility su tutti i fronti, dal gas all’acqua, dall’elettricità ai rifiuti?

Discarica nuovaEccoci ai rifiuti, appunto: altro snodo delicato. Amag Ambiente migliorerà la qualità del servizio, in verità piuttosto carente, di Amiu? E Aral secondo lei deve entrare a far parte della Grande Amag?
Sul fronte rifiuti scuse non ce ne sono più: Alessandria è una città sporca e trasandata, e in tempi rapidi non deve più essere così, altrimenti significherebbe che poco o nulla è cambiato. Su Aral, e dunque sulle discariche, la mia opinione è che si tratti di un filone talmente delicato e a rischio, da dover rimanere una cosa a sé, con precise responsabilità ed evitando di fare troppe commistioni.

Però, onorevole Borgoglio, rimane il dubbio di come un’azienda che di mestiere smaltisce rifiuti riempiendo discariche possa aver accumulato una simile montagna di debiti: c’è chi dice 30 milioni di euro, chi addirittura di più……

Non solo: va anche capito a cosa è dovuto il drastico calo di fatturato dell’ultimo anno. Torniamo sempre alla questione trasparenza, che spetta agli amministratori garantire ai cittadini.

Guardiamo al futuro on. Borgoglio: cosa farà Partecipazione Democratica neiRossa socialisti 1 prossimi due anni, che ci separano dalle elezioni comunali? Sarete una spina costante nel fianco di Rita Rossa?
Noi non abbiamo nulla contro il sindaco, e siamo pronti a riconoscerne i meriti, se ce ne saranno. Ad oggi però non possiamo che denunciare incongruenze e storture, e cercare di coinvolgere gli alessandrini, spingendoli ad una nuova stagione di partecipazione, e di modernizzazione di Alessandria. Se ce la faremo, la nostra presenza avrà avuto un senso in città, altrimenti ne trarremo le conseguenze. Intanto però, dopo la serata sul teleriscaldamento, proporremo una serie di altri incontri pubblici su temi di grande rilevanza: la sicurezza, ad esempio, che è priorità su cui si sta facendo troppo poco. E poi affronteremo un’altra questione che non si può tacere: la riorganizzazione della macchina comunale. Che al momento ci pare ad un punto morto: con alcuni aumenti a dirigenti e posizioni organizzative su cui, di nuovo, ci vorrebbe più trasparenza.

Borgoglio Felice nuovaMa davvero Felice Borgoglio potrebbe essere candidato sindaco nel 2017? Sa bene che in città la voce gira, eccome…
(sorride, ndr) E lasciamola girare: personalmente, credo di aver fatto pienamente la mia parte in passato per questa città, a livello di incarichi amministrativi e politici. Ma questo non significa che sia disposto a veder sgretolato e liquidato un patrimonio pubblico di grande valore, che non è proprietà di qualche singolo politico, ma di tutti gli alessandrini.

Sta di fatto però che i socialisti, ad Alessandria, non tramontano mai: e anche alcuni protagonisti della vita pubblica di oggi, compreso il sindaco Rossa, da lì arrivano…
Questo dimostra semplicemente che siamo stati una grande scuola di politica, di pensiero, di formazione di classe dirigente. Poi naturalmente ognuno ha preso la propria strada.

Ettore Grassano