Comunità Rosanna Benzi: una storia ricca di umanità, e di amore

parise_bertaNon si può fare una semplice cronaca giornalistica. Dopo aver trascorso qualche ora in compagnia degli ospiti della comunità per disabili fisici Rosanna Benzi (e delle persone che si occupano di loro, con una partecipazione e un coinvolgimento che è impossibile considerare solo lavoro), si esce dall’incontro arricchiti, sul piano umano. Ed è giusto avvertire il lettore che, forse, questo risulterà un pezzo un po’ fuori dalle righe, meno distaccato di quel che il mestiere di cronista richiederebbe. Ma come si fa a rimanere distaccati quando si incontrano persone come noi (Patrizia, Mariella, Claudio sono i primi tre ‘inquilini’, ma i posti a disposizione in tutto sono nove!), che sanno affrontare la vita in salita, combattendo giorno dopo giorno, eppure non ti negano il sorriso, la battuta scherzosa, o una bella risata liberatoria. E lo stesso vale per le persone che, nella casa di piazzetta Bini, nel cuore della vecchia Alessandria, si occupano di loro giorno e notte: Greta e Valeria (“le nostre leonesse di marzapane”, come le definisce Claudio, che fa riflessioni da filosofo e ha espressioni da poeta, “grintose e determinate, ma capaci di infinita dolcezza”), Mildred che non si ferma mai, e a cui si deve in buona parte la grande pulizia e igiene della comunità, e poi naturalmente le altre operatrici che non abbiamo avuto occasione di incontrare, e Corrado, che più che il presidente è un po’ il papà della situazione, autorevole ma sempre aperto al dialogo, o il fratello fortunato con cui gli ospiti della Rosanna Benzi si confrontano, e a cui affidano pensieri e desideri, perché possano circolare anche fuori di qui, e realizzarsi.

Proprio ieri Corrado Parise (presidente del Gabbiano, la cooperativa sociale che gestisce la comunità di piazzetta Bini) e Paolo Berta, presidente dell’Associazione Idea che ne ha fortemente voluto la riapertura,  hanno ospitato amministratori comunali, funzionari Asl e giornalisti per far loro ‘toccare con mano’ come funzionano le attività, e che tipo di rapporto esiste tra le persone.

“Questa è un’estensione della famiglia – spiega Greta Riva degli Onestis – che èComunità Benzi Attività la responsabile della comunità Rosanna Benzi, e anche della casa di riposo di Frugarolo gestita dal Gabbiano – secondo un principio a cui ci siamo sempre ispirati, sia con gli anziani, che con i disabili o i ragazzi. E’ impensabile che ci possano essere persone, con problemi fisici di varia natura, che vengono ‘parcheggiate’ in strutture di assistenza in cui ci si limita a lavarli,  e a nutrirli due volte al giorno. Quella sarebbe semplice sopravvivenza fisica, non vita”. Eppure, anche se questo Greta non lo dice, in tanti casi è quel che succede, oggi. Nell’alessandrino come altrove. Alle prese con continui tagli di risorse, e con pagamenti che la mano pubblica ‘centellina’ con esasperante ritardo, non è neppure così incomprensibile che ci siano realtà che finiscono con l’adeguarsi, e col fornire servizi e prestazioni al ribasso, in linea con quel che ricevono.

Comunità Benzi Esterno 2“Ma noi a questa logica non ci pieghiamo – sorride Corrado Parise -, e non ci piegheremo mai. Perché è solo l’attenzione vera  e costante per la persona, e per i suoi bisogni individuali, che dà un senso a quel che facciamo. Esperienza come questa della comunità Rosanna Benzi, ma anche quelle con i ragazzi delle nostre case alloggio e con gli anziani delle case di riposo, arricchiscono noi che ci lavoriamo, davvero: e non certo sul piano economico, su cui stendiamo un velo pietoso, ma dal punto di vista umano, direi spirituale”.

Patrizia, Mariella e Claudio hanno storie personali diverse, e fino a poco più di un mese fa neanche si conoscevano. Si sono incontrati qui, in piazzetta Bini, e pranzando con loro, e chiacchierando di passioni, interessi e anche banalità quotidiane, ti rendi conto che tra queste mura hanno trovato una dimensione famigliare, una casa.

Patrizia, 35 anni, è un vulcano di entusiasmo: appassionata di musica (“LauraComunità Benzi Patrizia Pausini prima di tutto….e invece l’altro giorno, alla festa che abbiamo fatto all’Associazione Idea, mi hanno fatto ascoltare il cd di Renzo Arbore e della sua orchestra!”), ha subito socializzato con tutti gli addetti del Gabbiano (“ma Greta è la mia preferita”), ed è legatissima all’altra ospite, Mariella, ma anche a Claudio (“lui per ora non può muoversi dalla sua stanza, ma andiamo a noi a trovarlo spessissimo: parliamo di tutto, e la sera guardiamo insieme la tv, sky compresa!”).

Comunità Benzi SoggiornoMariella, 45 anni, ha un carattere più riservato: è molto educata, ma capisci che ci tiene alla sua privacy, ed è giusto così. Al contrario di Patrizia e Claudio, che hanno seri problemi fisici dalla nascita, lei ha avuto una vita autonoma fino a poco tempo, e un lavoro come infermiera professionale che la rende ancora più consapevole delle difficoltà, e del percorso non facile generato dalla distrofia muscolare. Ma ha un sorriso sempre gentile, e non si arrende. Il cruccio, semmai, è per il suo cane, che è stato affidato proprio in questi giorni ad una famiglia. “Spero lo trattino bene, ma certamente se si potesse portare qui sarei felicissima”. E Corrado Parise promette di attivarsi: “potevi anche dircelo prima Mariella, questa è casa vostra, abbiamo un cortile spazioso: proviamoci senz’altro”.

Poi c’è Claudio, che ha due occhi che sprizzano vitalità, e intelligenza. Lo capisciComunità Benzi Claudio subito che è uno che ti ‘inquadra’ al volo, e non sbaglia, anche se bloccato a letto, da tanti anni ormai, da una forma di distrofia muscolare detta morbo di Becker, “ma non Boris, quello è il tennista”, aggiunge sorridendo. Non sappiamo se abbia fatto studi regolari, ma Claudio la laurea in filosofia la meriterebbe ‘ad honorem’ per la sua capacità di riflettere, e farti riflettere, sul senso del percorso, da vivere comunque con gioia e determinazione, ‘e soprattutto, come facciamo qui, pensando a come rendere migliore l’oggi, senza stare ad aspettare la cura definitiva dal male, o il miracolo. Inviterei quelli che parlano, spesso a vanvera, di spending review e di tagli a venirci a trovare, per constatare che un posto come questo è una casa, non un ospizio o una lungo-degenza. Qui si vive davvero, e si progetta il futuro, inteso come domani  e non fra cinque o dieci anni. Vengano, vengano a vedere…”.
Claudio, 45 enne di Castelceriolo, utilizza stabilmente il pc e l’i-pad, è un’internauta ‘navigato’, e con Corrado Parise, oltre a discutere di ‘massimi sistemi’ e filosofia, come piace ad entrambi, sta mettendo a punto un progetto di comunicazione on line, “pagina facebook o blog, ci stiamo pensando”. La porta del nostro magazine, se Claudio optasse per un blog ad aggiornamento periodico, è assolutamente spalancata.

Sono le tre del pomeriggio, e dobbiamo tornare ai nostri quotidiani impegni professionali e non, tra affanni e miserie che, dopo un incontro così umanamente intenso, ci sembrano assai poco rilevanti.

E’ l’esuberante Patrizia a congedarci, con una frase seria seria, anche se detta con il sorriso: “scrivilo, che qui si sta bene davvero, e che le persone che hanno problemi non se ne stiano in casa a piangersi addosso: vengano a trovarci, e non se ne pentiranno!”

Ettore Grassano