Se leggiamo un “bugiardino” che accompagna ogni confezione di farmaci, apprendiamo le controindicazioni terapeutiche e gli effetti indesiderati, cioè i danni anche gravissimi che la pur necessaria medicina ci può procurare, soprattutto per sovradosaggio, e in particolare veniamo allertati che il farmaco non deve essere assunto in concomitanza con altri farmaci pena conseguenze anche letali. Analogamente avviene per effetto dell’inquinamento delle falde del polo chimico di Spinetta Marengo. Infatti nelle acque di falda e dell’acquedotto cittadino sono stati analizzati almeno 21 veleni: cromo esavalente, solventi clorurati, cloroformio, tetrafluoroetilene, arsenico, nichel, selenio, clorofuoruri, solfati, ddt eccetera.
Ciascuna di queste sostanze è tossica o cancerogena, o entrambe le cose. Lo è sicuramente, dicono i tossicologi, se la presenza è superiore a determinate quantità. Se il limite è, ad esempio, 5 microgrammi per litro, 4 microgrammi sono tollerabili dal corpo umano (per Medicina democratica il limite dovrebbe essere zero, ma questo è un altro discorso). Però nel caso della Solvay queste sostanze sono presenti contemporaneamente tutte, dunque sono bevute come un cocktail: interagiscono tra di loro, gli effetti tossici e cancerogeni si combinano, non si sommano ma si moltiplicano. Come dire? Invece della sommatoria di 4 più 5 più 6 che sarebbe uguale a 15 microgrammi perché 4 è sotto il limite 5, il conteggio potrebbe essere moltiplicativo: 4 per 5 per 6 uguale a 120 microgrammi. Se 15 o 120 o altro: andrebbe studiato. Questo semplice ragionamento viene spesso dimenticato al processo Solvay.
Addirittura si tende ad ignorare il cocktail per parlare solo di cromo esavalente e, siccome si tratta di acque, si ammette tranquillamente che è scientificamente provato che esso è cancerogeno se respirato o contattato, ma si obbietta che ci sono studi che non confermano che sia altrettanto devastante se bevuto dalla falda e dall’acquedotto cittadino: purchè “in piccole dosi” precisa la California Envirometal Protection Agency. E se è in dosi massicce, se ha superato i limiti di legge di 10, 100, 1.000 volte, e se è in un cocktail, come è avvenuto per Spinetta Marengo, come avvenne per l’amianto? E’ innocuo? Chi ha seguito la vicenda di Erin Brockovich, o ha visto l’omonimo film Oscar della splendida Julia Roberts, sa che non è così. Erin Brockovich è diventata famosa per aver combattuto contro l’azienda elettrica più grande della California, La Pacific Gas & Eletric (PG&E), responsabile a Hinkley dell’inquinamento delle falde acquifere con il cromo esavalente causando le vittime di cancro. Per 634 vittime la PG&E fu costretta a pagare nel 1996 un risarcimento astronomico di 333 milioni di dollari e alla condanna di bonificare il suolo contaminato. Ora, dopo che il cromo ha comunque raggiunto le falde più profonde e si sono aggiunti altri 200 casi di tumore, gli abitanti di Hinkley hanno convinto Erin a guidare una seconda battaglia. Ciò che è vero e possibile in California, villaggio di Hinkley nel deserto, non è vero e possibile in Italia, villaggio di Spinetta Marengo in pianura padana? Il colosso internazionale PG&E ha pagato, il colosso internazionale Solvay non vuole pagare. La Giustizia in Italia sarà diversa da quella degli Stati Uniti?
Lino Balza – Medicina democratica Alessandria