Il D.L. 59/2012 diventa legge e modifica in più punti la legge n. 225/1992 istitutiva del Servizio nazionale di protezione civile. La tanto attesa riforma della protezione civile è arrivata, ma purtroppo non è quella che attendevamo. Nonostante il nostro appello alle forze politiche e al Presidente della Repubblica, il DL 59/2012 purtroppo è divenuto legge.
Siamo abituati a rimanere inascoltati, l’arroganza dei Professori è ben nota, l’ignoranza dei nostri politici idem. Ma non ci disperiamo, noi della USB continueremo a spenderci per informare la categoria e i cittadini su quello che sta avvenendo. Con gli strumenti a nostra disposizione tenteremo di cambiare questa legge e di migliorare il sistema di protezione civile con proposte concrete, con un disegno di legge che miri a sostituire la normativa vigente. Oggi il Parlamento ha varato delle modifiche che hanno il solo fine di tenere sotto controllo la spesa, la ratio delle modifiche non è stata rendere più efficace il soccorso in caso di calamità.
Indubbiamente dopo la gestione di Bertolaso &C. c’era l’esigenza di cambiare aria nelle stanze della Protezione Civile, la “cricca” ed il malaffare la facevano da padrone. Peccato che si sia buttato il bambino con l’acqua sporca per usare un detto popolare.
Questa riforma della 225/92 doveva essere l’occasione per rivedere tutto il dispositivo di soccorso, invece non si è avuto il coraggio o le capacità di farlo. In definitiva la protezione civile oggi viene portata in seno al Ministero degli Interni, fatto questo, diranno alcuni sindacalisti stolti, che avvantaggia il ruolo dei Vigili del Fuoco, purtroppo non è proprio così. I vigili del Fuoco sono in effetti messi al centro del dispositivo di soccorso, ma senza risorse aggiuntive, senza alcun potere decisionale sull’emergenza, che rimane in capo al Ministro degli interni o suo delegato, ai prefetti, ai presidenti di regione, ai sindaci.
Noi siamo e rimaniamo i manovali del soccorso. Assurdo poi l sistema dell’ emergenza a tempo determinato con periodi predefiniti, una stima di durata dell’evento è nei fatti impossibile. Altro punto caldo è l’introduzione del principio di responsabilità limitata dello Stato, ci riferiamo al pagamento ai cittadini dei danni subiti, si apre il mercato assicurativo, l’idea è di rendere con il tempo obbligatorie le assicurazioni contro eventi anomali: quali alluvioni, terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, ecc. Anche se non detto apertamente, il modello è quello anglosassone, dove lo Stato non corrisponde alcuna cifra a chi ha subito danni da eventi naturali, ma lascia questa copertura alle assicurazioni, per chi chiaramente se le può permettere. Quindi si privatizzano le disgrazie, viene meno il modello solidale dello Stato, saranno quei buon samaritani dei gruppi assicurativi/bancari a pensarci.
Ma quali garanzie avremo che queste assicurazioni in caso di disastro paghino realmente?
Abbiamo purtroppo esempi concreti di quello che sta accadendo in questo periodo congiunturale, colossi bancari in crisi, che chiedono soldi agli stati per salvarsi, chiedono in definitiva i nostri soldi per tamponare le loro falle nei bilanci. Chi si fida di questi squali? Quanto ci costeranno queste assicurazioni? Siamo forse vicini all’istituzione di una nuova tassa sotto forma di una assicurazione obbligatoria?
Mentre il Governo pensa come disimpegnarsi dai doveri verso i cittadini, non si cura minimamente l’aspetto principale, cioè la previsione e prevenzione dell’evento. Si continuano a tagliare i fondi ai Vigili del Fuoco, si tagliano i fondi per il riassetto idrogeologico dei terreni, non si fa nulla per l’abusivismo edilizio, non si fanno controlli seri sul rispetto delle norme antisismiche, si tagliano i fondi alla ricerca anche in settori come lo studio dei vulcani e dei terremoti. Ancora una volta le tematiche ambientali sono ignorate, la ricerca mortificata, i fondi per l’ambiente tagliati. Quello che i Professori devono capire è che la vera assicurazione è poter avere case sicure, ospedali e scuole che non crollano alla prima scossa di terremoto. Vorremo poter contare su un sistema di controllo delle acque efficiente, in modo che al primo temporale non ci piova la collina addosso. Ci piacerebbe vedere il Vesuvio con i versanti liberi dalle centinaia di case abusive, in modo da essere certi che in caso di eruzione non si debbano piangere migliaia di morti. Speriamo anche di poter vedere i nostri giovani ricercatori dotati delle risorse necessarie per svolgere il loro compito di previsione, indispensabile per prevenire future tragedie.
Infine vogliamo una Protezione Civile gestita dai Vigili del Fuoco, non una protezione civile che gestisce i Vigili del Fuoco, per fare questo ci vuole una legislazione diversa e risorse maggiori da destinare al nostro Corpo.
Siamo dunque alle solite, non si interviene sul problema eliminando le cause, si interviene sui sintomi, prolungando l’agonia di questo sfortunato Paese.
USB Vigili del Fuoco
Giovanni Maccarino
per la Federazione Provinciale USB