“Ogni rapporto tra uomo e donna, anche se armonioso, hai in se il seme della farsa o della tragedia” Oscar
Esistono film capaci di trascinare chi li guarda in un vortice fatto di amore e tenerezze, che invogliano chiunque a gettarsi nel mondo degli affetti con fiducia ed empatia, consci di intraprendere un viaggio meraviglioso che li condurrà in un abisso di bellezza.
Non è questo il caso.
Oscar, aspirante scrittore sulla quarantina, dopo essersi trasferito a Parigi per seguire le orme di alcuni suoi miti letterari, si imbatte per caso nella bella e languida Mimì, restando folgorato dalla sua bellezza e cercandola ossessivamente nella zona in cui la vide per la prima volta.
Nonostante l’uomo cerchi di condurre un’esistenza normale, buttandosi nella scrittura con l’intento di produrre un buon romanzo, si ritrova letteramente pervaso dalla voglia di rivedere quel volto che ormai pare essere entrato con potenza nei suoi pensieri.
Una sera finalmente ritrova la giovane, e i due vivono una relazione di intenso trasporto per diverso tempo, con grande goia da parte di entrambi.
Peccato che poi le cose cambino, trasformando quella che poteva essere una storia ricca di pathos in un incubo dove i più ingnobili istinti umani fanno da padroni, cancellando tutto il bene che i due si sono voluti.
Roman Polansky alla regia esplora con cinismo e sguardo disincantato le dinamiche di coppia, anche di quelle coppie convinte di essere speciali, e lo fa con un film erotico dalle tinte drammatiche, una vicenda che inizia in modo romantico per poi divenire tortuosa e angosciante.
Nel cast troviamo una Emmanuelle Seigner bella a dir poco, che interpreta una ragazza dai modi dolci e titubanti, ma anche passionale e trasgressiva, resa poi fragile e disperata a causa di un rapporto distruttivo con un uomo che nonostante tutto non riesce a dimenticare.
Inizialmente stregato da una sconosciuta e poi dominato da un istinto sadico che non riesce e tutto sommato non vuole reprimere, questo è il personaggio in cui si immedesima Peter Coyote dando prova di ottime abilità recitative.
La pellicola, nonostante si segua con interesse, presenta anche dei momenti eccessivi, alcuni di essi poco credibili in quanto sembra impossibile che un essere umano possa restare in una situazione di evidente disagio e umiliazione come quella che si ritroveranno a vivere i protagonisti della vicenda.
Tratto dal romanzo di Pascal Bruckner, questo nastro del 1992 non è adatto ad un pubblico sensibile, essendo piuttosto contorto, ma presenta anche diversi punti che lorendono interessante, uno su tutti la capacità del regista di raccontare una storia scomoda, quella di un sentimento bellissimo stroncato dalla routine e reso saturo dall’avidità di due persone così travolte fra loro da bruciare tutta la passione in poco tempo, ritrovandosi a fare i conti con una noia malsana.
Ci si perde guardando questo film, viene voglia di guardare il mondo con occhi diversi, di considerare il lato meno romantico e tenero dell’amore, le scene si susseguono fra loro mentre lo spettatore si chiede se valga davvero la pena donarsi completamente a qualcuno, correndo il rischio di divenire lacero e svuotato in un percorso che appare ormai buio, e si ha paura di ritrovarsi, un giorno, a guardare la luna percependola amara come il fiele.