“Immagino più un futuro caratterizzato da città-Stato, con forti tratti di controllo sui cittadini attraverso le tecnologie, che non un unico grande ordine mondiale: lì anzi sembra prevalere sempre più la conflittualità. E’ indubbio comunque che nel prossimo decennio vivremo cambiamenti epocali, e in questo Internet giocherà un ruolo centrale”. Il prof. Derrick de Kerckhove è un sociologo di prestigio internazionale, canadese da molti anni in Italia, fra i principali allievi di Marshall McLuhan, che è già da solo un bel biglietto da visita.
Qualcuno definisce Derrick de Kerckhove un guru, e l’etichetta non sembra dispiacergli per nulla: “guru nella lingua di Malesia e Indonesia vuol dire proprio professore – sorride – quindi direi che va benissimo”. Venerdì il professor de Kerckhove sarà ad Alessandria, dove nel salone della residenza Basile di via Tortona, alle 17,30, terrà una relazione/incontro pubblico organizzato congiuntamente da 3 associazioni culturali alessandrine (TuAlessandria, Liberamente e Led), con l’obiettivo di riflettere su potenzialità e limiti della rete: “da un lato straordinario strumento di innovazione, anche nel governo delle città, in termini di maggior efficienza e sicurezza. Dall’altro naturalmente elemento che può mettere a rischio, o comunque ridefinire, gli stessi concetti di democrazia, privacy e libertà personale: le cronache quotidiane ce lo mostrano di continuo”.
Per farci capire l’impatto delle nuove tecnologie sulla nostra vita quotidiana il professor de Kerckhove parte da lontano, almeno in termini geografici: “E’ mai stato a Singapore? Lì c’è già una rappresentazione reale di come un utilizzo pervasivo della rete può trasformare radicalmente una città, e anche una comunità. Parliamo di una città-Stato di circa 7 milioni di persone, che in pochi anni è passata dal terzo al primo mondo. Oggi Singapore è uno dei principali centri finanziari del mondo, città cosmopolita, in cui tutto è controllato per mezzo delle tecnologie. Con enormi vantaggi in termini di qualità di vita, benessere, ricchezza. Ma anche con un controllo pervasivo sull’individuo. Ci sono telecamere ovunque, se perdi il portafoglio in giro qualcuno di sicuro vede, e registra: e te lo riportano. Per contro, esiste un controllo completo sulla libertà individuale, e addirittura una legge che prevede che tu non possa girare nudo in casa tua, ma solo in stanza da bagno”. Quindi ci sono telecamere anche dentro le abitazioni private? “Per ora no – spiega il sociologo: ma basta che qualche vicino ti veda dalla finestra o dal terrazzo, e corri seri rischi”.
Un futuro un po’ alla Blade Runner insomma, che in alcune parti del pianeta a quanto pare è già presente. Ma Alessandria, dove spesso abbiamo cumuli di immondizia fuori dagli appositi cassonetti stracolmi, o divani (quando non peggio, ad esempio lastre di amianto) abbandonati nei fossi di periferia, quanto tempo ci metterà a beneficiare almeno degli aspetti positivi delle nuove tecnologie? “Non conosco la vostra città – sottolinea il professor de Kerckhove -, e la scoprirò con piacere nei prossimi giorni. Certamente l’Italia, da questo punto di vista, sta facendo passi in avanti, ma ‘a macchia di leopardo’, e ha ancora molta strada da fare: oggi le tecnologie consentono in effetti una gestione molto efficiente del territorio, in termini di qualità, risparmio e sicurezza sia per l’ambiente che per le persone”.
E la politica? Anche nel resto del mondo i dibattiti, le denunce, le polemiche spesso anche pretestuose partono dalla rete, e talora si ha l’impressione che siano i social a ‘dettare l’agenda’ del dibattito pubblico? Oppure l’Italia ha, su questo fronte, sue forti specificità? “Certamente – riflette il sociologo – i social sono un fenomeno dagli effetti devastanti ovunque, in tutto l’Occidente. Qui da voi però da un blog su Internet è nato addirittura un grande movimento-partito come i 5 Stelle, e questo è una specificità italiana. A me è sempre piaciuto il vostro concetto di ‘maggioranza silenziosa’. Ecco, oggi possiamo dire che la maggioranza è diventata decisamente ‘rumorosa’, con le tante conseguenze, sia positive che negative, che ognuno può constatare”.
Ma le nuove tecnologie ‘di rete’ condizioneranno addirittura il futuro della democrazia, così come l’Occidente l’ha conosciuta e vissuta finora? Il professor de Kerckhove non ha dubbi: “Questo sta già succedendo: io ho 72 anni, e sono cresciuto nella convinzione (oggi dico illusione) della democrazia permanente. In questi anni già viviamo, senza spesso rendercene ben conto, in una nuova dimensione, post democratica: è quella della datacrazia, in cui su ognuno di noi si sa tutto, a livello di situazione personale, vita privata, ricchezza, scelte politiche e culturali, idee, consumi. Che utilizzo si fa, e soprattutto si farà, di tutte queste informazioni? La questione è decisiva, e riguarda davvero tutti”.
Ettore Grassano