Le dichiarazioni del Presidente Perissinotto apparse sulla Stampa del 23 dicembre u.s, relative al progetto di recupero di alcuni carcerati utilizzati per la pulizia delle strade, in aggiunta al lavoro svolto dai dipendenti di Amag Ambiente, sono sbagliate ed inopportune.
Sbagliate perché il presidente sembra dimenticare quanto hanno “dato” i lavoratori di AMAG al fine di contribuire a salvare l’azienda all’atto del fallimento di AMIU ed al conseguente riassetto societario, a cominciare dal rispettare un accordo che prevedeva una decurtazione importante degli stipendi ed il blocco delle anzianità di servizio, continuando, pur nelle difficoltà di quel momento , a svolgere il loro lavoro al servizio dell’interesse della collettività e proseguendo fino ad oggi ad operare anche in condizioni precarie a causa, per esempio, di mezzi obsoleti ed in numero sempre più ridotto come in più occasioni è stato denunciato dai lavoratori stessi e dalle loro OOSS.
Inopportune perché così facendo, si corre il rischio di far passare l’idea che un progetto importante, giusto e che condividiamo in toto quale quello del recupero alla vita sociale dei detenuti, serva ai dirigenti delle aziende per mettere in competizione, naturalmente al ribasso e a chi fa peggio, i lavoratori e le lavoratrici, anziché arricchire umanamente e anche professionalmente chi può provare a riprendersi un pezzo di vita anche stando in carcere, integrandosi con la quotidianità e l’esperienza di chi svolge quelle mansioni in nome del proprio lavoro.
Verrebbe da ricordare poi al Presidente che, se un’azienda funziona meglio con lavoratori “esterni” piuttosto che con i propri, forse i primi a risponderne dovrebbero essere proprio i dirigenti della stessa azienda, pagati per svolgere le proprie responsabilità dirigenziali e, peraltro, sempre al riparo da doverne rispondere in prima persona: per essere chiari, il fallimento di Amiu ed il riassetto di AMAG ambiente l’hanno pagato i lavoratori e le lavoratrici, non certo i dirigenti che hanno portato AMIU in quella situazione, ne coloro che ora dirigono AMAG ambiente.
Per entrambi va tutto bene e non devono rispondere mai di niente.
Sarebbe quindi ora di smetterla anche con battute (se lo sono) di cattivo gusto e dimostrare di essere all’altezza degli incarichi che si ricoprono.
Ci auguriamo che il Sindaco prenda pubblicamente le distanze da queste affermazioni, come fatto perlatro con alcuni lavoratori, e che il Presidente stesso si scusi per queste sbagliate esternazioni, chiarendo così il proprio pensiero.
Elisa Veronese
Pci Alessandria