Sognando la Svizzera

Nei giorni scorsi, durante una riunione e successivo pranzo di lavoro in terra lombarda, mi sono ritrovato ad essere il più ottimista (o meno pessimista) della compagnia di giro, e non è che ultimamente mi capiti molto spesso.

L’analisi, dal mercato editoriale, ha sconfinato ben presto sul mondo del lavoro, e sulla situazione generale del Paese, ed è lì che mi sono reso conto che la credibilità reale del governo dei bocconiani e delle banche (ma l’ordine di importanza è inverso, e i primi sono al servizio delle seconde, mi pare palese) in pochi mesi si è inabissata.

Passera (nella foto) non dorme di notte? Sarà per le maialate che sta facendo di giorno”, oppure “Ma perché, avendo a disposizione uno o due milioni di euro in contanti, una persona di buon senso dovrebbe investirli in questo Paese di Pulcinella, dove le regole cambiano ogni 15 giorni, e dove non sappiamo quale sarà lo scenario fra tre mesi? L’unico risultato sarebbe tirarsi addosso guardia di finanza e Equitalia, e farsi trattare da delinquenti: meglio, molto meglio portarli in Svizzera, e starsene tranquilli alla finestra, almeno per ora”.

I lombardi, poi, la Svizzera ce l’hanno lì a due passi….miei amici di Como e Varese vanno a farci persino benzina: naturale che, di questi tempi, abbiano voglia di trasferirsi in massa, o di farsi annettere.

Ma la situazione è davvero così tragica? La risposta naturalmente è sì, se guardiamo a come la nostra classe dirigente (e politica in primis) sta reagendo ad una crisi senza precedenti. Il loro unico, reale obiettivo, pare essere garantirsi l’autoconservazione, probabilmente convinti che comunque qualcuno in ogni caso ci salverà, e che comunque mollare la poltrona è sempre l’ultima delle opzioni.

Monti da quando è alla barra di comando cosa ha combinato, in fondo? Riforme zero, e men che meno quelle che attengono al ridimensionamento della spesa pubblica. Ha aumentato benzina, Iva, tasse sulle case. Come poteva fare qualsiasi ragioniere di provincia, francamente. E anzi il ragioniere suddetto forse avrebbe intuito, con maggior acume, che l’unico strumento di autodifesa degli italiani sarebbe stata una drastica riduzione dei consumi. Mentre questi geni dell’economia si sono meravigliati del forte calo di introiti fiscali! Ma tu pensa….

Se Berlusconi ha vissuto a lungo di slogan ottimistici, senza supportarli con interventi strutturali seri (che non fossero quelli di suo stretto interesse personale), direi che l’unico comparto che fino ad oggi non ha motivo di lamentarsi del tandem Monti/Passera è il sistema bancario. Ora i top manager bancari guideranno anche la Rai tv, tanto per dire. Non che possano fare peggio della marmaglia che li ha preceduti nell’ultimo decennio: però possibile che la società civile di questo Paese debba coincidere con i vertici del mondo del credito e della finanza?

E. G.