Palazzo Rosso 2017: e adesso che succederà?

Comune Alessandria basso altodi Ettore Grassano

 

Poche certezze, qualche tatticismo, e gli occhi puntati sul quadro politico nazionale, che nelle prossime settimane e mesi, dopo l’esito clamoroso del referendum di domenica e le immediate dimissioni del premier Matteo Renzi,  potrebbe mutare non poco, e condizionare pesantemente anche il percorso elettorale verso Palazzo Rosso.

A meno di 6 mesi dal voto (ma nessuna data è stata al momento fissata dal Ministero per le amministrative 2017) l’unico candidato sindaco ufficiale per Alessandria è Vincenzo Costantino, con il suo Costantinomovimento civico CambiAmo Alessandria. In pista da diversi mesi, Costantino ci ha raccontato già la scorsa estate la sua storia e i suoi progetti per la città, e puntualmente in queste settimane interviene sulle diverse questioni cittadine.

Ma si tratta, è evidente, di un outsider: la sfida vera oggi, ad Alessandria come a Roma, appare ‘tripolare’, con gli elettori chiamati a scegliere fra l’opzione centro sinistra (sostanzialmente PD centrica), quella di centro destra (dove sembrano convivere permanentemente vitalismo, caos e rassegnazione, a seconda delle angolazioni e dei momenti) e i 5 Stelle, che tendono a fare del resto del ‘sistema politico’ un solo carrozzone, fondamentalmente da rottamare.

Ma ad Alessandria la situazione qual è? Ci sono delle significative specificità cittadine, e la possibilità che la città si proponga come ‘laboratorio’ anche di sperimentazioni e alleanze ‘trasversali’, come per almeno un anno si è ampiamente teorizzato, salvo poi ‘serrare i ranghi’ via via che si avvicina all’appuntamento? Oppure, appunto, a maggio gli alessandrini si ritroveranno ‘sul piatto’ un menù dai sapori classici, con i 5 Stelle come vero elemento ‘di rottura’, anche se con alle spalle ormai significative esperienze amministrative (da Roma a Torino, da Parma a Livorno, a diverse altre realtà di medie dimensioni)?

E ancora: è possibile che in primavera ci siano anche elezioni politiche anticipate, e cosa succederebbe?

Proviamo allora a capire meglio come stanno le cose nei diversi schieramenti.

Coloris nuovaNel centro sinistra, da quattro anni e mezzo al governo della città, l’opzione Rita Rossa appare altamente probabile (o almeno appariva fino a domenica sera), e il segretario cittadino del PD, Daniele Coloris, nell’analisi muove dalle regole: “Il nostro statuto dice che i candidati si scelgono con le primarie, ma ovviamente se il sindaco uscente manifestasse la volontà di ripresentarsi, e non ci fossero altre candidature ufficiali, lo scenario cambierebbe”. E poi Coloris si sbilancia in una valutazione: “Mi pare che lo sforzo amministrativo di questi anni, che ha portato al risanamento del bilancio dell’ente, ad una seria riorganizzazione dei servizi tramite la Multiutility e ad una serie di nuovi progetti alle porte, cominci ad essere compreso dagli alessandrini. Il clima è più favorevole di un anno fa, insomma”. 

Mettiamoci anche il nuovo ponte Meier/Cittadella (che non è farina del sacco di questa amministrazione, ma è stato comunque inaugurato ora, e questo conta), e la positiva gestione dell’ultima emergenza maltempo, ed ecco che i fans di Rita Rossa sperano di vederla finalmente svestirsi di quella ‘scomoda’ maglia nera nelle classifiche di gradimento dei sindaci dei capoluoghi di provincia, che Il Sole 24 Ore le ha attribuito per diversi anni di fila, e che la stessa sindaca ha finito per ‘esibire’ durante la recente visita del premier Renzi in Cittadella, quasi per fare un esorcismo. Se tanto ci dà tanto, la prossima classifica per lei qualche passo in avanti lo registrerà.  Ma lo scenario nazionale in fortissima evoluzione potrebbe rimettere tutto in discussione.

Che gli alessandrini, peraltro, abbiano gran che di cui gioire in questo momento è discutibile (nonostante indagini divulgate di recente, dal sapore di ‘ottimismo obbligatorio’), ma non tutti i disagi e le conseguenze della crisi possono certamente ricadere sotto la responsabilità del sindaco.

In ogni caso, la strategia del Partito Democratico (in questo caso definita a Rossa Rita 14livello regionale, non solo alessandrino) prevede a questo punto del percorso alcuni passaggi, che ci vengono spiegati sempre da Coloris: “Nelle prossime settimane sarà effettuato un sondaggio telefonico ‘a campione’ sulle città capoluogo del Piemonte che andranno al voto a primavera, ossia Cuneo, Asti e Alessandria. Sarà un’indagine sui temi, non sulle figure dei primi cittadini. Ma è chiaro che partendo da lì, a gennaio e con i risultati in mano, faremo poi le valutazioni del caso”. Insomma a quel punto qualche figura interna al PD potrebbe farsi avanti, e chiedere le primarie (ovviamente secondo le modalità previste dallo Statuto, con raccolta del Brina-Massimo_oknecessario numero di firme tra gli iscritti), ma chi? Verrebbe da pensare a Massimo Brina, segretario cittadino ‘esautorato’ la scorsa estate proprio dall’ala ‘rossiana’ del partito, con modalità e tempistica non proprio basate sul dialogo e il confronto. Ma lo stesso Brina, fino a ieri impegnato in prima linea nel comitato del Sì al Referendum, ha per ora evitato prese di decisione drastiche. Si vedrà insomma.

Nel mentre, Coloris lavora sul fronte delle alleanze, perché non si dica che il PD renziano è autosufficiente o autarchico, e non ha più bisogno di cespugli e rametti vari. Oggi più che mai.  “Sicuramente – precisa il segretario cittadino – ci sarà una lista dei Moderati (orfani però del loro fondatore locale e leader carismatico Cesare Miraglia, che pare orientato ad altre scelte, ndr), mentre il confronto è aperto sia con AlCentro (il vice sindaco Cattaneo e il consigliere Annaratone sono fedeli alleati, ma non è chiaro se decideranno o meno di fare una lista autonoma, ndr), che con i repubblicani, il Psi e Sel”.

Repubblicani a parte, che ad Alessandria neanche sapevamo ancora esistessero, Psi e Sel sono entrambi ‘portatori’ di non pochi ‘mal di pancia’. Se i segretari provinciale e Borgoglio Balduzzicomunale dei socialisti (Bruno e Capone) da mesi fanno prove di dialogo col Pd, lo storico leader del partito, Felice Borgoglio (sindaco di Alessandria dal 1972 al 1979, e poi parlamentare fino al 1992) in questi anni è stato tra i critici più diretti e attivi rispetto all’operato del sindaco Rossa, e da tempo lavora a tutto campo (con il marchio di Partecipazione Democratica) per valutare se esiste la possibilità di un’alleanza ampia e trasversale, e di un candidato o candidata di prestigio. Tanti gli incontri, le persone sondate, le ipotesi suggestive messe sul tappeto. Difficile, al momento, capire se e cosa potrà ‘quagliare’, durante l’inverno alle porte, e se in primavera tutto questo lavorìo partorirà un progetto, e una squadra in grado di trasformare il sistema ‘tripolare’ in una corsa (vera, non di rappresentanza) a quattro.

Renzo-PennaPer quanto riguarda Sel, certamente il suo esponente alessandrino più in vista, l’on. e consigliere comunale Renzo Penna, su molti temi non è tenero nei confronti dell’amministrazione che pure ha sostenuto e sostiene. Se questo sia solo un gioco delle parti, o possa portare ad opzioni di ‘rottura’, lo si vedrà in primavera. Sempre tenendo conto che per tutti i piccoli partiti oggi esiste un problema oggettivo: trovare 32 persone disposte ad essere messe in lista, in una città come Alessandria, non è una passeggiata.

E gli altri schieramenti?

Centro destra sempre a metà del guado. A Roma (nonostante la comune vittoria al referendum) Forza Italia da un lato, Lega Nord e Fratelli d’Italia dall’altro, sembrano appartenere a mondi politici e destre fra loro lontane, per il diverso atteggiamento verso Renzi, e anche sui grandi temi internazionali. Indubbiamente il quadro politico nazionale condizionerà non poco il percorso verso Palazzo Rosso.

Si troverà (si vorrà davvero trovare) il candidato unico e di sintesi? Le primarie Barosini Maconi Loccichiede più volte da Gianni Barosini e Emanuele Locci non sembrano suscitare consenso fra i partiti principali della coalizione, ossia Lega e Forza Italia. E tra i ‘papabili’ alla candidatura a sindaco la corsa è più a ‘sfilarsi’ che a proporsi. E’ davvero tramontata l’ipotesi del ‘grande federatore’ Antonio Maconi? Sarà Roberto Cava (persona colta, perbene e moderata, nota non solo tra i commercianti) la proposta unitaria avanzata dalla Lega Nord? Certamente il Carroccio pare, tra i partiti del centro destra, l’unico col ‘vento Molinari Salvini nuovain poppa’, e l’alessandrino Riccardo Molinari è oggi non solo il segretario nazionale della Lega Piemont, ma vero braccio destro di Salvini nel Consiglio Federale del Carroccio: come a dire che ‘le carte’ ad Alessandria a questo giro le darà lui, o comunque di lì passerà per forza qualsiasi ipotesi di candidatura vincente, e non di pura rappresentanza. Il ‘bagno di folla’ alla serata referendaria con Molinari e Salvini in piazza Marconi, del resto, qualcosa vorrà pur dire.

Chi invece pare avere un percorso meno accidentato, almeno sul fronte delle scelte, è il Movimento 5 Stelle, i cui esponenti alessandrini sono al lavoro sulla squadra, e sul programma. Il candidato già c’è, anche se ufficialmente non si dice, e verrà presentato probabilmente prima di Natale: è Michelangelo Serra, architettoserra-michelangelo di 39 anni, con il ‘pallino’ dell’ecologia e dell’ambiente, ma anche competenze specifiche su viabilità e piani regolatori. E’ uno che studia, par di capire, Michelangelo Serra: lo si vede sempre più spesso anche dalle parti di Palazzo Rosso, forse per cominciare a respirare ‘l’aria’ degli uffici comunali, e ad imparare come funziona ‘l’ingranaggio’, con il supporto dei consiglieri uscenti (e probabilmente rientranti, nel senso che dovrebbero fare anche la seconda consiliatura) Di Filippo e Cammalleri, e anche di figure tecniche come Mauro Traverso, che non risulta più iscritto al Movimento, ma certamente non nega un contributo sui temi in cui è più competente, a partire dai bilanci.

fabbio-nuova“Alessandria non mi sembra una città grillina”, ci ha detto nella recente intervista l’ex sindaco Piercarlo Fabbio, e non ha tutti i torti. Ma come dimenticare che Alessandria fu anche la città che più di altre, nel 1993, ‘sposò’ con entusiasmo, e anche con rabbia, la protesta leghista, spazzando via in un sol colpo e per nove anni l’ establishment da prima repubblica che pure fino a quel punto aveva tanto amato (e che, peraltro, tornò poi in sella ‘armi e bagagli’)? I ‘barbari’ dell’epoca però ebbero la fortuna di ‘pescare’ il jolly, ossia una sindaca come Francesca Calvo, tanto sconosciuta ed estranea alle logiche di Palazzo quanto capace di ‘utilizzare’, quando necessario, persone e competenze anche non targate Lega. Citiamo, per tutti, l’ex sindaco socialista Giuseppe Mirabelli.

E gli outsider? Anche quest’anno Alessandria avrà un numero di candidati sindaci ‘a doppia cifra’, ed eguaglierà o supererà i 16 aspiranti del 2012? Ad oggi pare ipotizzabile che non sarà così: fra gli outsider, a parte il già citato Costantino, figura Ivaldi Giannidi rilievo appare quella di Gianni Ivaldi: ‘campione’ di preferenze 5 anni fa, già capogruppo del PD a Palazzo Rosso nel quinquennio Fabbio, e poi assessore con Rita Rossa, ma per poco più di un anno. Da allora Ivaldi al centro sinistra alessandrino non ne ha perdonata una, ed è molto attivo anche in termini di proposta, attraverso i partecipati incontri dell’associazione Led.

In primavera scenderà in campo direttamente come candidato, o sceglierà di sostenere un progetto più ampio?

Ma, attenzione, una sorpresa ai suoi ex alleati di centro sinistra (e ai ‘suoi ragazzi’ che hanno ereditato il marchio dei Moderati) potrebbe farla anche Cesare Miraglia. Imprenditore dell’abbigliamento, e ‘anima’ insieme a Paolo Filippi del Circolo Miraglia Cesare nuovaCanottieri (un grande e sincero ‘in bocca al lupo ad entrambi: buona ripartenza!), Miraglia fece ‘il botto’ nel 2002 con la lista Mara per la nostra città, replicato nel 2007 con la conquista di 3 seggi dei Moderati a Palazzo Rosso. C’è chi sostiene che sia al lavoro su un progetto assolutamente innovativo, “che scavalca i partiti, e parla con la gente: a partire dai ragazzi, che sono bravissimi e che nessuno valorizza”. Attenti, perché quando Miraglia si mette in testa un obiettivo raramente molla senza averlo raggiunto.

A proposito: così votarono gli alessandrini nel 2012: partecipazione effettiva del 60%.

Una chimera, oggi? Dopo la partecipazione al referendum di domenica forse no.