Come Parlamentare Piemontese espresso dal territorio alessandrino, ho richiesto in data 19 luglio 2016 alla Commissione Parlamentare Antimafia, con atto rivolto al Presidente Onorevole Bindi, “…che la Commissione d’Inchiesta da Lei presieduta ponga quanto prima possibile all’ordine del giorno un approfondimento degli aspetti segnalati, da svolgere secondo le modalità da Lei ritenute più opportune.”
Questa iniziativa è stata da me adottata, in relazione alla costruzione dell’opera denominata “Terzo Valico”, in coerente continuità, avendo io sempre ispirato la mia condotta – di amministratore in precedenza e di parlamentare ora – alla assoluta trasparenza e correttezza nella azione, ed alla tutela dell’interesse pubblico nella difesa delle ragioni dei cittadini, dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile.
La richiesta era motivata dalle “notizie – a quella data edite dagli organi di informazione – sul rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle grandi opere in generale, e nei lavori per la nuova linea ferroviaria Genova-Milano, denominata “Terzo Valico”, in particolare, per la quale ultima le informazioni di queste ore evocano lo scenario inquietante segnalato dalle inchieste aperte a proposito dell’infiltrazione della “ndrangheta” nell’esecuzione dei lavori “.
E’ totalmente falso, invece, che io abbia ricevuto da chicchessia – inclusi gli imprenditori del territorio – alcuna informazione che avesse ad oggetto condotte illecite. Altro non vi è da aggiungere.
Allorché saranno disponibili tutti gli atti di indagine, si completerà il quadro della istruttoria e risulterà impossibile l’uso strumentale di frammenti della stessa, emergerà la totale infondatezza delle diffamatorie allusioni che in questi giorni alcuni organi di stampa formulano a proposito di mie inesistenti conoscenze circa fatti illeciti e di corruzione: come tali esse verranno adeguatamente perseguite.
Sen. Daniele Borioli