Un futuro in Europa: gli studenti di Giurisprudenza di Palazzo Borsalino in visita alla Corte di Giustizia in Lussemburgo

lussemburgo-1 di Edoardo Prigione

 

Oggi assistiamo alla nascita di nuove professioni e nuovi indirizzi universitari, grazie allo sviluppo delle tecnologie e alle conquiste politiche dei decenni recenti, e in questo scenario anche le facoltà “classiche” spesso offrono percorsi e sbocchi lavorativi diversi dai soliti. Giurisprudenza, ad esempio, propone il ramo del diritto europeo e l’Università del Piemonte Orientale ha organizzato un soggiorno in Lussemburgo, affinchè gli studenti partecipassero ad un’udienza della Corte di Giustizia Europea, constatando la messa in pratica di ciò che studiano. Alberto Polla, al quarto anno, Giacomo Pelizza, Simone Ravazza e Ilaria Petrolo, al terzo, sono quattro studenti universitari di Palazzo Borsalino che si sono uniti al gruppo di Novara per il viaggio. I ventinove studenti sono stati accompagnati dal dott. Vito Rubino, ricercatore in diritto dell’Unione, e dai professori Roberta Lombardi, docente di diritto amministrativo, e Roberto Succio, docente di diritto tributario.

“Si sta perdendo un po’ di fiducia sulle mansioni classiche, cioè avvocato, notaio, e lussemburgo-3magistrato, ma oggi il ventaglio dei lavori possibili si è aperto e bisogna cercare spunti in ambito internazionale” esordisce Simone, raccontando i due giorni all’estero. Per Ilaria “questa esperienza ci ha fatto comprendere che il nostro futuro non finisce in Italia dove studiamo, ma va oltre”. Alberto spiega che “dai giornali traspare l’idea di un’Unione Europea che controlla tutto dall’alto, ma in realtà va molto più in profondità di quanto si pensi: la normativa comunitaria è presente in quasi tutti i settori del diritto” e la Corte di Giustizia europea è il luogo dove viene messa in pratica.
Gli studenti hanno assistito ad un’udienza della Commissione Europea contro la Repubblica di Bulgaria, per una procedura di infrazione dei limiti di emissione di CO2 stabiliti dall’UE; inoltre il governo polacco sosteneva tramite un avvocato le ragioni della Bulgaria. L’Unione infatti fa rispettare le norme che ha stabilito attraverso la Corte di Giustizia. Alberto ritiene che sia stato lussemburgo-2“interessante e suggestivo vedere che un’istituzione ritenuta astratta si opponga, attraverso i suoi rappresentanti, ad un intero stato che era rappresentato da un avvocato”. Le violazioni sono state presentate come legittime e il processo doveva stabilire se lo fossero veramente; “si è trattato di una questione piuttosto complessa, molto giuridica. Infatti si faceva continuamente riferimento alle singole leggi che regolano il tema trattato” evidenzia Giacomo. E continua descrivendo la particolarità del tribunale: “è come una normale aula di giustizia, ma due pareti sono in vetro, dietro le quali siedono, in spazi chiamati “acquari”, i traduttori che riportano simultaneamente, tramite auricolare, agli ascoltatori ciò che viene detto. Il sistema di traduzione è complicato e consiste nel tradurre una lingua in quelle più usate convenzionalmente, cioè inglese e francese, da cui poi si traduce nelle lingue degli ascoltatori; così si crea una catena di traduzione di traduzioni, ad esempio dal polacco al francese e da questa traduzione poi in tutte le altre lingue. Questo aspetto non è secondario per un’istituzione con ventiquattro lingue ufficiali, basti pensare che su duemila dipendenti della Corte di Giustizia, mille sono traduttori.

Gli studenti hanno inoltre avuto l’opportunità di visitare la Biblioteca della Corte dilussemburgo-5 Giustizia che Giacomo non esita a definire “sbalorditiva”, contiene infatti migliaia di volumi sul diritto internazionale. Questo è dovuto al continuo aggiornamento necessario a chi opera in campo giuridico, tutti e quattro sono concordi nel dire che mutando le leggi senza sosta bisogna rimanere al passo, consultando testi come quelli della Biblioteca. D’altronde un detto popolare recita proprio che: ”la legge non ammette ignoranza”. Tutte le leggi emanate nei singoli stati devono essere conosciute in Europa, perché assumono rilievo internazionale, di conseguenza “anche gli studi di giurisprudenza inevitabilmente sono connessi con l’estero”, dice Ilaria. Simone continua chiarendo che “al contrario in ambito europeo, anche per redigere una semplice direttiva, è necessario coordinare tutte le giurisdizioni nazionali, talvolta molto diverse.”

lussemburgoL’esperienza ha permesso agli studenti dell’UPO di osservare dal vivo quello che studiano durante l’anno, hanno compreso a fondo i meccanismi che muovono l’UE in ambito giuridico e ha dato un respiro europeo ai loro studi, mostrando una possibilità lavorativa e di formazione post-laurea molto interessante che “in università non sempre viene evidenziata”. Per questo motivo si augurano che questa iniziativa si possa ripetere perché anche studenti degli anni successivi possano usufruirne, perché “vedere come opera una corte di quelle dimensioni e di quella importanza lascia veramente impressionati”, conclude Alberto.   E certamente l’entusiasmo che traspare dai racconti di questi ragazzi potrà essere un ottimo incentivo per il polo universitario del Piemonte Orientale per ripetere questo viaggio-studio, dimostrandosi nuovamente all’avanguardia nell’offerta formativa.