Sono arrivati da tutto il Piemonte gli agricoltori che venerdì mattina hanno manifestato a Torino, di fronte alla sede dell’Assessorato regionale all’agricoltura, in corso Stati Uniti n.21, contro la gestione della politica di sviluppo rurale della Regione Piemonte che esclude troppe aziende dai fondi europei dedicati all’agricoltura. Una protesta annunciata, che la manovra in extremis dell’assessore non è riuscita ad evitare, mercoledì sera, con l’annuncio di alcune novità sul Psr.
Il Programma di Sviluppo Rurale del Piemonte, così come attuato, non sostiene la crescita del settore, poiché impedisce a gran parte delle aziende l’accesso agli investimenti nel campo agroambientale e all’insediamento dei giovani.
A Torino a fianco dei 500 agricoltori c’era anche il presidente nazionale Mario Guidi a dire basta a questo sistema, alle difficoltà legate a una burocrazia macchinosa e anacronistica, incapace di garantire interpretazioni chiare delle norme, né tantomeno di fornire risposte e tempi certi agli imprenditori.
Nel caso del Psr, la dotazione finanziaria assegnata al Piemonte, di 1 miliardo 90 milioni per il periodo 2014-2020, potrebbe essere un ottimo volano di sviluppo per diversi comparti agricoli, se gli aiuti fossero distribuiti con una pianificazione concreta e lungimirante. Invece oltre il 54% dei giovani agricoltori aventi i requisiti viene escluso dalla graduatoria della misura dedicata ai miglioramenti aziendali in pianura; in montagna rimane fuori quasi il 60% dei giovani aventi diritto. Per le misure agroambientali, ovvero quelle dedicate a migliori tecniche di lavorazioni, più rispettose dell’ambiente, la percentuale degli esclusi supera il 70%. Si tratta di percentuali, ribadisce Confagricoltura, che certificano il fallimento di questo Psr.
Sul palco allestito in corso Stati Uniti si sono alternati i dirigenti di Confagricoltura delle varie province, tra cui il presidente di Alessandria Luca Brondelli di Brondello, il presidente regionale Gian Paolo Coscia e i presidenti di alcuni enti collaterali.
Una delegazione ristretta di Confagricoltura è stata quindi ricevuta negli uffici dall’assessore Giorgio Ferrero, al quale sono stati chiesti alcuni impegni: negoziare con Bruxelles una riallocazione delle risorse per lo sviluppo rurale; non lasciare indietro nessuno, ovvero permettere alle aziende escluse, ma aventi diritto, di non perdere i requisiti per l’accesso alle provvidenze; rimodulare le risorse per i miglioramenti aziendali.
Il presidente nazionale Guidi ha inoltre chiesto a Ferrero di impegnarsi a sostenere la proposta di emendamenti alle Legge di Stabilità per includere anche l’agricoltura tra i beneficiari dei super ammortamenti per gli investimenti, così come avviene per l’agroindustria.
L’assessore Ferrero ha ribadito le posizioni della Regione su questi argomenti, condividendo l’intenzione di migliorare questo Psr, ma evidenziando al contempo la difficoltà di agire con le risorse disponibili.
“Sono impegni generici che non ci soddisfano – ha affermato il presidente regionale Coscia – perché confermano la scarsa determinazione dell’assessorato a ricercare soluzioni positive. Continueremo la nostra battaglia per far sì che tutti i richiedenti possano realizzare gli investimenti programmati”.
La chiusura del presidio è stata affidata allo stesso presidente Guidi: “Non siamo abituati a scendere in piazza facilmente, ma se lo facciamo è perché ci sono validi motivi. Le istituzioni locali non devono nascondersi dietro decisioni europee, ma capire che insieme si possono raggiungere risultati migliori per il Paese e la nostra economia. A partire da un alleggerimento burocratico quanto mai indispensabile”.