Certamente la notizia non è il miglior biglietto da visita per l’incontro organizzato da Cociv sabato ad Alessandria, che già parecchie perplessità e critiche aveva suscitato nei giorni scorsi.
Nell’inchiesta della Procura di Roma su appalti e corruzione legata alle Grandi Opere, tra cui il Terzo Valico, sarebbero coinvolte decine di persone, tra cui anche i figli di un alto dirigente dello Stato, e di un ex ministro.
Ma soprattutto si consolida una delle poche certezze italiane: grandi appalti pubblici uguale mazzette e tangenti. Ma anche, attenzione, incentivi in natura, con escort di livello.
Una discussione destinata a ‘riaccendersi’ in questi giorni.
Ecco di seguito alcune prese di posizione. Mancano, al momento, le dichiarazioni dei primi cittadini del territorio. Se arriveranno, saremo lieti di renderle note.
“L’inchiesta della magistratura farà come giusto la sua strada, ma non è possibile proseguire nella costruzione di un’opera strategica come il Terzo Valico ferroviario Genova-Milano senza un gesto chiaro dello Stato nel segno della legalità e della trasparenza. A tutela dell’interesse pubblico, l’unica soluzione praticabile è quella della tempestiva nomina di un commissario straordinario che subentri da subito nella responsabilità della gestione delle attività relative al Terzo Valico”. Federico Fornaro, senatore PD
“Al Terzo Valico non serve un commissario, come sostengono i parlamentari Pd Esposito e Borioli, ma un intero Commissariato di Polizia. Che senso ha chiedere un commissario se ce n’è già uno nominato da nemmeno un anno? Iolanda Romano è stata nominata proprio dal Governo sostenuto dai due parlamentari PD. Non la ritengono adatta? Stanno contestando il suo operato o direttamente le scelte del loro ministro Delrio? Di certo assistiamo all’ennesimo regolamento di conti interno al PD. Nel frattempo si continuano a sperperare miliardi di soldi pubblici per un’opera inutile che procura solo danni all’ambiente e buchi nelle finanze pubbliche.
La vera grande opera utile al territorio sarebbe un nuovo istituto penitenziario in grado di contenere tutti i faccendieri che nel corso degli anni hanno avuto problemi con la giustizia per affari legati alle grandi opere ed al Terzo Valico. Se ne facciano una ragione i parlamentari del PD. Le grandi opere sono la mangiatoia di lobbies e mafie oltre ad essere un danno per l’ambiente.
Ci domandiamo come si possa ancora credere che i progetti proposti da COCIV siano mirati al pubblico interesse e non a quello di pochi. “Chi ha i difetti, ha i sospetti”. Così ironizzava stamattina l’assessore regionale Balocco rispondendo ai dubbi del M5S sulla gestione dello smarino, proprio mentre iniziavano a tintinnare le manette nei confronti di dirigenti Cociv. Consigliamo a Balocco di farsi qualche domanda in più prima di rimediare figuracce come quella di stamane.
Paolo Mighetti, Capogruppo regionale M5S Piemonte
Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte
“Dopo gli ennesimi arresti per corruzione e riciclaggio legati agli appalti del Terzo Valico dei Giovi è bene che ‘Commissaria Terzo Valico’, ‘Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti’, ‘RFI’ e ‘Regione Piemonte’ sospendano o cambino radicalmente l’ordine del giorno dell’incontro promosso sabato 29 ottobre ad Alessandria presso il Centogrigio Sport Village: non più’ “60 milioni di opportunità Lo sviluppo del territorio Discutiamone insieme”, ma come si garantisce la salute degli abitanti della provincia, in particolare, dall’inquinamento da amianto, presente nelle rocce da scavare che sono destinate a numerose cave disseminate sul territorio provinciale. E come si tutelano i lavoratori e i cittadini dalle organizzazioni del malaffare che se ne fregano dello ” sviluppo del territorio”, “di migliorare l’economia, l’ambiente e il turismo dei nostri luoghi” e, soprattutto, non hanno alcun rispetto per chi vi ci abita.
Renzo Penna
Capogruppo SEL Comune di Alessandria
“Quali opportunità generate dal Terzo Valico possiamo cogliere per migliorare l’economia, l’ambiente e il turismo dei nostri luoghi?”; “60 milioni di opportunità per lo sviluppo del territorio”. Queste le domande a cui 300 cittadini risponderanno in un’assemblea organizzata dalla Commissaria Straordinaria per la “grande” opera “Terzo Valico dei Giovi”, sabato 29 ottobre ad Alessandria.
E’ evidente l’intenzione di dare una parvenza di decisione partecipata alla ripartizione delle risorse pubbliche – poca cosa rispetto ai diversi miliardi che costerà l’opera – piccola ricompensa che il governo nella persona del ministro Delrio ha offerto ai comuni interessati dai lavori. Che scatenerà, si può prevedere, una guerra fra poveri come nel caso della mancata intesa per la collocazione dei 15 lavoratori “in esubero” della Cementir di Arquata.
I trecento cittadini, come gli Spartani delle Termopili guidati dalla commissaria Romano nelle vesti, o meglio nell’armatura di Leonida, si disputeranno questa volta fra loro e non contro i Persiani per dividersi il bottino. La scelta dei trecento non è molto chiara: parteciperanno gli iscritti in ordine
cronologico o verranno scelti per appartenenza politica o altro? Ma non è questo il punto. Il reale scandalo dell’evento è che mai si è voluto accettare un confronto, una discussione, sulla “madre” di tutte le domande (la domanda delle cento pistole, avrebbe detto il mitico Paternostro): «L’opera si giustifica da un punto di vista tecnico-economico?».
Mai il governo – rappresentato dagli Incalza, dai Clini – tutti ampiamente super inquisiti per ignobili crimini ai danni dello Stato, l’ambiente e la comunità, ha voluto accettare tale confronto. Non aveva e non ha argomenti per confutare le tesi esposte e dimostrate dalla comunità scientifica indipendente sull’inutilità e grave danno ambientale dell’opera. Inutilità conclamata e dimostrata già negli anni ’90 e drammaticamente vera dopo la crisi del 2007 che ha portato a diversa scala di priorità nella spesa pubblica e a diverso flusso logistico e quantitativo delle merci.
Da sempre ci siamo battuti contro l’inutile opera proponendo in alternativa di investire, creando più opportunità di lavoro soprattutto locale: nella difesa del sistema sanitario pubblico fortemente stressato e minacciato dalla carenza di personale e di adeguati investimenti; nel contrasto al dissesto idrogeologico, per rendere sicuri ed efficienti gli edifici pubblici e finanziando i privati per lo stesso scopo. Esempi pratici per Alessandria: interventi sulle scuole che hanno strutture di amianto o non rispondono ai vigenti criteri di sicurezza, sui Rii che esondando rendendo la qualità della vita precaria a Spinetta, San Michele, Casalbagliano, Osterietta, sulle casse di laminazione a monte del Tanaro che ancora mancano per l’effettiva messa in sicurezza del nodo idraulico di Alessandria, etc.
In conclusione ricordiamo altri trecento passati alla storia oltre a quelli delle Termopili: i trecento sventurati che guidati da Pisacane, appena sbarcati a Sapri, furono massacrati dalla popolazione locale inferocita. I trecento dell’evento di sabato prossimo non faranno, fortunatamente, la stessa fine; potrebbero però essere ricordati dalle popolazioni locali per aver contribuito, in cambio di 60 milioni, allo scempio che la costruzione del Terzo Valico produrrà nelle valli appenniniche e nelle
pianure dove verrà trasportato l’inquinato materiale di scavo. E che costerà ai cittadini italiani ben più di 60.000 milioni.
Circolo SEL-SINISTRA ITALIANA Alessandria
Nel giorno in cui il Commissario per il Terzo Valico Iolanda Romano convoca gli Open Space Technology per decidere come spartirsi la piccola torta delle compensazioni dando l’impressione di stare a sentire l’opinione dei cittadini, ecco che la magistratura arresta in tutta Italia circa 21 persone legate al malaffare che immancabilmente le grandi opere, dall’alta velocità ferroviaria alle autostrade, si trascinano dietro. In particolare, la cronaca sottolinea come oltre al direttore dei lavori, già noto alle cronache, siano indagati alcuni funzionari del consorzio Cociv, general contractor del Terzo Valico.
Ed ecco che in meno di un’ora i solerti senatori piemontesi del PD SiTav si affrettano ad inviare un comunicato stampa in cui, ergendosi a paladini della legalità e della trasparenza, richiedono l’intervento del governo, l’invio di un commissario straordinario e l’avvio di una procedura ispettiva. Ben venga l’attività ispettiva su quanto accaduto ma si trovi finalmente la forza di fermare questa inutile e costosissima opera da sei miliardi e mezzo che vedrà decuplicare i suoi costi a seguito del ritrovamento dell’annunciato amianto. Inoltre sappiamo bene com’è andata a finire all’Expo nonostante un commissario straordinario.
Il MoVimento 5 Stelle è assolutamente contrario alla realizzazione del Terzo Valico sia per la sua dimostrata inutilità sia a causa degli enormi rischi per la nostra salute. Già adesso centinaia di camion senza alcun controllo stanno girando sulle strade della nostra provincia per sversare nelle cave alessandrine rocce da scavo contenenti schiumogeni ed amianto e considerato che i partiti non hanno alcun interesse a fermare l’opera, per salvaguardare le nostre falde e la nostra salute, dovranno essere i cittadini ad aprire gli occhi e mobilitarsi in propria difesa. Altro che 60 milioni di opportunità, l’unica richiesta opportuna è quella di fermare il Terzo Valico.
Andrea Cammalleri
Vice Presidente Consiglio Comunale
Capogruppo MoVimento 5 Stelle Alessandria
Sul tema arriva anche una nota di COVIV: “Alla luce degli eventi odierni, riportati dalla stampa nazionale, il COCIV (contraente generale delle opere del Terzo Valico dei Giovi – Tratta AV/AC Milano – Genova), preso atto dell’attività degli inquirenti, sottolinea di essere in questa vicenda parte lesa, e precisa che, in ogni caso, non sussistono oneri aggiuntivi a carico dello Stato così come nessuna differente qualità delle opere il cui controllo è in capo al committente pubblico attraverso l’organo di alta vigilanza.
In tutte le ipotesi in corso di verifica, si tratta infatti di procedure di scelta interna al Consorzio di subappaltatori e subaffidatari, il cui eventuale maggior costo ricade esclusivamente sul contraente generale, trattandosi per il pubblico committente di opera a prezzo fisso ed invariabile.
Eventuali interferenze in corso di accertamento investigativo possono riguardare solo iniziative infedeli di funzionari venuti meno al dovere di lealtà verso l’azienda e soprattutto in violazione delle regole di trasparenza e di controllo predisposte allo scopo, inclusa l’adozione di gare telematiche e procedure anticorruzione.
Il Consorzio adotterà ogni opportuno provvedimento per garantire l’operatività del progetto confidando in una veloce conclusione della vicenda giudiziaria in corso e dichiarando fin d’ora la più ampia collaborazione, sia alla magistratura inquirente sia all’Autorità Anticorruzione.
Eventuali responsabilità che dovessero emergere a carico di singoli saranno perseguite in tutte le sedi opportune”.