Meier, il ponte che divide? Intanto è conto alla rovescia….[Controvento]

meier-nuova-1di Ettore Grassano

 

Il conto alla rovescia per l’inaugurazione prevista domenica prossima è partito, ma mentre attendiamo di sapere se sul Meier, oltre a Goran Bregovic e Orchestra Casadei, si esibirà anche il grande solista Matteo Renzi, detto il Bomba, qualche domanda attorno al mega progetto continuiamo a porcela.

Prima di tutto, i tempi: ci sono voluti 19 anni e quattro sindaci (Calvo, Scagni, Fabbio, Rossa), ma un solo responsabile tecnico di progetto (l’ing. Neri: vero papà del ponte, come dichiarò simpaticamente nell’intervista con CorriereAl) per arrivare alla conclusione di un percorso davvero accidentato.

Solo grazie al Pisu (finanziamento richiesto e avviato dal centro destra: Cota in Regione Piemonte, Fabbio sindaco e Giuseppe Giordano assessore a Palazzo Rosso) si ebbe ad un certo punto l’accelerata vincente, sul fronte dei finanziamenti.

Solvoliamo sull’infinita querelle legata al vecchio ponte Cittadella (nonPonte Cittadella un’opera d’arte magari, ma un solidissimo manufatto, in piena sintonia estetica con la Cittadella): non c’è più, e si guarda avanti.

Ricordiamo però che il progetto del ponte Meier (ma si chiamerà poi così, alla fine? Vediamo prima chi vince le elezioni del 2017) in origine era radicalmente diverso: Fabbio parlava sì di maestosa skyline (ah, che anni meravigliosi!), ma anche di piazza sul fiume, di rilancio del lungo Tanaro lì attorno, e di una serie di altre non marginali chimere, col senno di oggi.

ponte-meier-progettoSoprattutto, come evidenzia il consigliere comunale Cesare Miraglia nella sua discussa (e lettissima) lettera all’archistar, il ponte in tanti ce lo aspettavamo ‘piatto’, come già il Cittadella appunto: ossia a livello strade, senza quelle asperità che tanti problemi rischiano di causare ai disabili motòri, compresi i tantissimi alessandrini over settanta.

“Le rampe del monte Meier”, ci ha detto nei giorni scorsi una giovane disabile alessandrina: non sappiamo se sia stato un lapsus, o voluta ironia, comunque rende benissimo l’idea:  il Meier come un monte da scalare, un traguardo forse irraggiungibile per buona parte della popolazione. Oltretutto, sempre Miraglia segnala nella lettera la mancanza di un corrimano senza il quale, in effetti, l’attraversamento per tutti i pedoni rischia di essere un po’ ‘spericolato’: anche se naturalmente a questo punto non resta che attendere la verifica empirica, che tutti potremo fare a partire da lunedì 24 ottobre. Certo, se alla fine il nuovo ponte Meier risultasse essere nei fatti solo un asse di attraversamento veicolare, sarebbe una delusione. Per quello si potevano spendere anche meno di 18 milioni di euro, probabilmente. Anzi, con quella cifra poteva saltarci fuori pure il secondo ponte sulla Bormida, decisamente più necessario e ora ‘sventolato’ come ennesima promessa elettorale.

Ma rimaniamo sul tema disabilità. E’ vero che, in questi lunghi anni di ‘gestazione’ del ponte Meier, la disability manager del comune di Alessandria è stata consultata una sola volta, due anni fa, dai 5 Stelle? Perchè non si è cercato di avere, con l’universo delle associazioni di disabilità (e soprattutto con i disabili in prima persona) un confronto un po’ più saldo e trasparente?

Epppure, proprio sul fronte pendenza e rampe, c’è un documento ufficiale e facilmente reperibiile, datato 26 ponte-meier-progetto-2ottobre 2015, firmato appunto dalla disability manager del comune di Alessandria e indirizzato al vicesindaco Giancarlo Cattaneo, che parla chiaro. E dice tra l’altro: “è assolutamente indispensabile che un ponte urbano sia accessibile davvero a tutti, ossia al bambino in bicicletta come all’anziano con bastone, alla mamma con il passeggino come alla persona affetta da Parkinson alla quale i piani inclinati provocano perdita dell’equilibrio, alla persona cieca assoluta e all’ipovedente che necessitano per orientarsi di opportune pavimentazioni podotattili”. E ancora, il tema pendenza delle rampe: “le rampe di accesso alla passerella ciclopedonale del ponte Meier, pur rispettando il limitie di pendenza max del 5% prescritto dalla legge regionale n. 6/1989, dovranno avere lunghezza massima di metri 10 ed essere interrotte da pianerottoli di riposo d almeno 1,5×1,5 metri, come prescritto dal D.M. n 236/1989”.

Segue dettagliato elenco di consigli di universal design, per rendere il ponte accessibile anche a chi lo volesse attraversare in carrozzina, ma anche ai tanti alessandrini anziani che, banalmente, senza un corrimano potrebbero avere problemi.

Qualcuno, fra gli ‘addetti ai lavori’, ha letto a suo tempo questo elenco di consigli/richieste? Se lo ha fatto, evidentemente ha poi però deciso di procedere diversamente.

Buon ponte Meier non proprio a tutti dunque, ma a chi potrà goderselo!