Cape fear – il promontorio della paura [oltreilciak]

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“Imparerai che vuol dire perdere” Max Cady

 
Sam Bowden è un avvocato di successo che vive insieme alla moglie Leight, con cui attraversa una fase delicata, e alla figlia Danielle, in piena ribellione adolescenziale e quindi un po’ ostile verso la famiglia. A parte questo, l’uomo può dirsi comunque soddisfatto della propria esistenza, che procede senza intoppi particolari e in un’ atmosfera tutto sommato idilliaca quanto basta per salvare almeno le apparenze.

La sua vita procede in maniera tranquilla e metodica, vive con i familiari in una bella casa fuori città, ha un buon rapporto con i colleghi che lo stimano, e coltiva un’amicizia maliziosa con Lori, una sua sottoposta, che non nasconde un’ evidente simpatia nei suoi confronti.

Un giorno, dal passato arriva Max Cady, detenuto appena uscito di prigione dopoPromontorio 3 aver scontato quattordici anni di carcere per un accusa di stupro, che Bowden come suo difensore non aveva affrontato in modo trasparente, essendo egli stesso convinto della colpevolezza dell’uomo, che peraltro si era vantato con lui di aver già brutalizzato diverse altre donne riuscendo sempre a farla franca. All’epoca dei fatti, il legale si era quindi preso la libertà di non presentare durante il processo alcune carte che dipingevano la vittima di Cady come “donna di facili costumi”, essendo anche rimasto impressionato dalla violenza con cui si era consumata l’aggressione e dall’età della vittima, di appena sedici anni.

L’ex detenuto, avendo anche acquisito una buona cultura durante gli anni di carcere, inizia in modo subdolo a perseguitare Bowden, che in un primo momento appare troppo cinico e distaccato per intuire le intenzioni melliflue di Cady, mosso da un odio profondo verso l’avvocato, colpevole ai suoi occhi di averlo ingannato anzichè difenderlo con zelo e caparbietà. Sarà l’inizio di un incubo da cui potrà uscire solo chi avrà la determinazione di vincere e l’astuzia nel prevedere le mosse del nemico.

Promontorio 2Girato con efficacia e maestria questo remake di Martin Scorsese del 1991 vanta non solo uno svolgimento scorrevole e avvicente, ma anche un cast di tutto rispetto. Robert De Niro ci offre un’interpretazione carica di potenza e credibilità, di quelle che difficilmente si dimenticano. Ogni dettaglio della sua persona sembra essere studiato ad hoc per rappresentare Max Cady, individuo perverso e subdolo pronto a tutto pur di vincere sull’ingiustizia di cui è stato protagonista, senza curarsi minimamente di coloro che invece furono straziati dal suo sadismo. Carismatico, dai modi scaltri e la mente svelta, appare sin dall’inizio un nemico troppo agguerrito per chi come Bawden spera di sistemare ogni faccenda in un aula di tribunale, magari avendo la meglio sull’avversario, vista la propria posizione sociale elevata e rispettabile.

Il personaggio dell’avvocato è interpretato magistralmente da Nick Promontorio 1Nolte, dotato del “physique du role” per impersonare un signore di mezza età dai toni civili e formali, che di fronte ad una potenziale minaccia per lui e la sua famiglia, si sente prima sicuro di se stesso e delle sue armi, ma poi volubile ed incerto, provando per la prima volta nella sua vita una viscerale e sentita paura. Molto brave anche Jessica Lange, che veste i panni della fascinosa e sveglia moglie di Sam, e Juliette Lewis, nel ruolo della teenager curiosa e ingenua, intrigata dal fare amichevole di un lupo cattivo pronto a colpire nel peggiore dei modi.

Cape fear non è solo una pellicola sulla vendetta, bensì una storia tortuosa che mostra come in fondo ogni uomo debba affrontare degli ostacoli anche gravosi per poter raggiungere la pace interiore a cui aspira, premio che verrà conquistato da chi saprà mettere in gioco se stesso con abilità e coraggio, qualità senza cui difficilmente si resce a vincere una battaglia.
Vincitore di due premi oscar e diversi altri rinoscimenti, questo nastro offre allo spettatore la possibilità di riflettere su temi come la giustizia e la verità, mantenendo anche un buon livello di suspense dall’inizio alla fine.

Buona anche la fotografia di Freddie Francis, che ci presenta in modo nitido la vicenda di un uomo la cui sfida più grande consiste nel battersi con destrezza e vigore contro un predatore vorace, evitando però di divenire brutale come lui, perchè anche questo significherebbe perdere.