Come si fa a non pensare all’Italia del 2012, oggi che è il 25 aprile? Ma non, badate bene, per fare della retorica “d’accatto”, e neanche per domandarci (che pure sarebbe legittimo) quanto tanti anni dopo il Paese sia diverso, e peggiore, da quello che avrebbero voluto gli insorti del ’43-’45, i partigiani. No. Oggi la domanda giusta da farci è: serve una nuova Resistenza, un nuovo moto dal basso, popolare, per uscire dal pantano etico e civico, prima che economico, in cui ci troviamo? La risposta è nel vento, e ognuno di noi la può sentire.
E. G.