L’eutanasia della Coscienza [Il Citazionista]

eutanasiadi Andrea Antonuccio.

«Se rispettata la legge non c’è da discutere»
Beppino Englaro

E’ notizia di questi giorni l’eutanasia praticata su un minorenne belga, un ragazzo di 17 anni colpito da malattia terminale.

La “dolce morte” pare sia stata applicata su richiesta del giovane e con il consenso dei genitori, come prevede la legge entrata in vigore nel 2014 in Belgio. Il solo paese al mondo (ma che bel primato) ad aver esteso la pratica dell’eutanasia ai bambini, senza porre limiti di età, contrariamente ai Paesi Bassi che hanno fissato la soglia minima a 12 anni.

Ora, al di là delle leggi, ognuno dovrebbe chiedersi se una cosa del genere è giusta o no, indipendentemente dal codicillo che la rende lecita (o illecita). Come ci ha insegnato Marco Pannella con la sua “disobbedienza civile”, non può essere solo una legge a dirci di volta in volta che cosa dobbiamo fare, quando ciò che prescrive va contro la nostra coscienza. Coscienza personale, direi, perché la coscienza “civile” tutto è tranne che qualcosa di oggettivamente riscontrabile. E’ una finzione, che spesso serve a chi comanda per giustificare le proprie decisioni.

Non dobbiamo spaventarci. Abbiamo ancora una coscienza, anche se tutto cospira a non farcela tirare fuori dall’imballo originale. Una coscienza che non sia stupida obbedienza alla mentalità comune, o all’autorità di turno. Rivalutiamola, questa benedetta Coscienza (con la “C” maiuscola, da adesso in poi). Non facciamola morire, come stiamo facendo con tutto il resto.

«Senza dubbio, se fossi obbligato a introdurre la religione nei brindisi dopo un pranzo (il che in verità non mi sembra proprio la cosa migliore), brinderò, se volete, al Papa; tuttavia prima alla Coscienza, poi al Papa». Lo scriveva nel 1875 il cardinale John Henry Newman nella sua Lettera al Duca di Norfolk.

Brindiamo anche noi alla nostra Coscienza!