Ieri è stata una giornata carica di significato.
Siamo stati i primi visitatori della casa natale di Sandro Pertini a Stella, appena ristrutturata quale Casa Museo grazie all’Associazione Sandro Pertini, al Comune di Stella e all’intervento fondamentale della Regione Liguria.
Nella nuova veste la casa del Presidente diventa luogo di riflessione, direi quasi luogo di culto.
E quando si riflette vengono a galla domande nuove, scomode.
Il prossimo 25 settembre il Presidente della Repubblica Mattarella presenzierà all’inaugurazione ufficiale. Sarà una cerimonia in grande stile con autorità su autorità che faranno a gara per essere immortalati nel momento del discorso.
Il Momento del Discorso è quello meno spontaneo, è quello meno sentito ed è il più falso. Il Discorso viene preparato a tavolino, come il copione di un attore di teatro che dovrà andare in scena per ricevere applausi. Qualche volta viene letto, altre volte pronunciato fintamente a braccio.
Sono facilmente immaginabili, oratori davanti allo specchio del bagno che provano smorfie, pause, battute e calembour linguistici per suscitare sorrisi, lacrime e pathos.
Io di Sandro Pertini ricordo le frasi dette in mezzo alla gente, rubate tra la folla, sull’aereo giocando a scopone con Zoff o lette sul labiale allo stadio Bernabeu quella magica notte del 1982.
È vero, avevo diciotto, vent’anni.
Ma i messaggi erano chiari, definiti, condivisibili.
I messaggi del nostro tempo invece non mi convincono, forse perché non li capisco o perché sono fin troppo evidenti.
Nella prima eventualità mi eserciterò a tradurli.
Nella seconda dovrò rassegnarmi.
Caro Sandro, aiutami tu.