Molti giovani liceali, anche alessandrini, decidono sempre più spesso di frequentare un anno di liceo, quasi sempre il quarto, all’estero. Un’esperienza formativa sia dal punto di vista didattico che umano.
Tutti quelli che provano questa “avventura” sono caratterizzati da un grande entusiasmo, come possiamo notare dalle parole di Letizia Lanza che motiva la sua scelta dicendo: “ Ho deciso di partire per il Texas per sei mesi, perché credo che mi sia utile per l’indirizzo di studio che frequento (Liceo Linguistico Alberti di Valenza, ndr), inoltre mi affascina l’idea di vivere un’altra vita e vedere se ce la farò da sola”. La scelta del Paese in cui intraprendere questo percorso è decisiva e Letizia ha scelto gli Stati Uniti “per migliorare la mia conoscenza dell’inglese e per la curiosità di conoscere uno stato con una vastità, sia geografica che culturale, unica al mondo”. Il distacco dalla propria famiglia, dagli amici e dai luoghi d’infanzia può essere molto difficile, ma la neoamericana assicura che “il primo impatto non è stato duro, mi sono subito ambientata, anche grazie a una famiglia stupenda e un posto bellissimo”. Tuttavia è innegabile che la differenza con il nostro Paese sia notevole: “certo, prima di iniziare la scuola ero ovviamente nervosa, ma mi sono ambientata facilmente e a quasi un mese dal mio arrivo non ho avuto ripensamenti; ora ho amici, sto conoscendo molte persone, che mi salutano e mi invitano a pranzare con loro, fa molto piacere”. Il sistema scolastico è strutturato diversamente da quello italiano, infatti ” è organizzato in corsi scelti direttamente dagli studenti, così che essendo interessati siano più motivati; si passa da storia americana e mondiale a cucina, da chimica a broadcasting, senza dimenticare inglese, biologia e algebra.” L’auspicio di Letizia è ” riuscirci con successo e poter dire di essere riuscita a costruirmi una nuova vita dal nulla.”
Si tratta dunque di un’esperienza a tutto tondo, che fa crescere la persona, come testimonia anche il racconto di Alessandro Cesare Giordano, studente del Liceo Classico Plana di Alessandria. “Ho deciso di partire per il desiderio di fare un’esperienza diversa, in un Paese dove non conoscevo nessuno e avrei dovuto ‘cercare il mio spazio’. Penso che tornerò cambiato e cresciuto, sicuramente più indipendente e conoscendo una nuova lingua.” Cesare starà per dieci mesi in Olanda e dice di aver scelto questa nazione ” per la solarità delle persone, il loro modo di vivere e la sua storia di terra strappata al mare e che tutt’ora esiste grazie a imponenti dighe.” Anche per lui l’impatto è stato più che dolce: “qui tutto è bello e funzionale, la lingua però è molto complicata, ma ora, man mano che passa il tempo, vivendo con persone che parlano sempre in olandese, riesco a capire e ad esprimermi con semplici frasi.” Potranno esserci momenti meno sereni, ma Cesare afferma che “anche quelli fanno parte dell’esperienza”.
Seguiremo ancora questi ragazzi e aspetteremo con ansia il loro ritorno per scoprire se i loro auspici per il futuro e le motivazioni che li hanno spinti a partire si sono realizzati. Tuttavia possiamo avere un’anticipazione grazie alla storia di Francesca Semino, studentessa al quinto anno del Liceo scientifico Galilei di Alessandria, che ha trascorso sei mesi dello scorso anno a Los Angeles, in California. Francesca evidenzia l’importanza della famiglia ospitante, che “è difficile trovare da subito, ma io non ero sola e così insieme ad una studentessa brasiliana, dopo una prima esperienza non positiva, abbiamo cambiato sistemazione” e continua, “là tutto era diverso, dai luoghi alle persone , quindi non è stato facile adattarsi alla nuova vita, ma lo rifarei da capo.” Francesca conferma inoltre i vantaggi che tutti gli studenti che intraprendono questa esperienza desiderano ottenere: “mi ha insegnato molto, mi ha aperto la mente e soprattutto mi ha insegnato a risolvere i problemi da sola. Los Angeles è la mia seconda casa e mi ha fatto molto piacere ritornarci quest’estate”.
Questa “avventura formativa” viene quindi consigliata da chi ne ha preso parte e si dimostra un’importante palestra di vita per tanti giovani che si scrollano di dosso la generalizzante etichetta di “sdraiati”.