«Si mangia, si beve e si racconta: Soldati intinge brillantemente la sua materia gialla in questa saporosa e cordiale atmosfera di conversazioni familiari»
Cesare Garboli, su “I racconti del maresciallo” di Mario Soldati
In questi ultimi scampoli di vacanza mi è capitato di fare un po’ di vita “di paese”. Sono andato a Messa, al bar e dal “panaio” a comprare la focaccia. In più, mi è capitato di scambiare due parole con il comandante della Stazione dei carabinieri, un Maresciallo di cui tutti mi hanno sempre detto un gran bene.
Occhio attento, grande esperienza e disponibilità 24 ore su 24: uno che il suo mestiere lo sa fare, e lo fa volentieri. Ebbene, in una chiacchierata davanti a un caffè quest’uomo mi confida la sua rabbia per la situazione di chi cerca di mantenere il cosiddetto ordine pubblico. “Ho le mani legate”, mi confida con amarezza. “Un giorno li prendo, e il giorno dopo li devo fare uscire”.
E comincia a disegnarmi la mappa dei crimini nella sua zona: furti nelle case, rapine e spaccio. Il Maresciallo sa, conosce, a volte intuisce. E’ uno che quando in paese passa un’automobile sa dirti se è del posto o no, e se non lo è la segue con lo sguardo (e non solo) per vedere dove va, e da chi.
Un segugio, insomma. Un investigatore dinamico, malgrado l’aria paciosa che lo contraddistingue. Uno che sa tutto di tutti, e usa il suo sapere con molta discrezione. Se per esempio un ragazzo entra in un brutto giro, lui prima di intervenire “in divisa” va dal padre e gli parla con chiarezza, da genitore a genitore. Le cose a volte è meglio risolverle così. E risolverle bisogna, se si può.
Eppure, quando agguanta un malvivente il Maresciallo si trova ad aver a che fare con una legge che, invece di stare dalla parte delle guardie, spesso dà una mano ai ladri.
“Ho le mani legate”, ripete con il tono deluso di chi vorrebbe fare di più ma oggettivamente non può. “Un giorno li prendo, e il giorno dopo li devo fare uscire”.
Guardandolo, ho pensato che forse dovremmo veramente provare a dare una raddrizzata al Codice penale. Se è una questione urgente per il Maresciallo, penso lo sia anche per ognuno di noi. Prima ancora di qualunque riforma costituzionale, bella o brutta che sia.